PIOVE SUL BAGNATO PER UN SETTORE GIA’ IN FORTISSIMA
CRISI. ED E’ SCOPPIATA SUBITO LA POLEMICA POLITICA. ROBERTO CIFARELLI (PD) HA
CHIESTO AL PRESIDENTE DELLA REGIONE VITO BARDI “DI SOLLEVARE DAL SUO INCARICO
L’ASSESSORE REGIONALE FRANCESCO CUPPARO”. PRONTA LA REPLICA DI QUEST’ULTIMO:
“LA SOLUZIONE PROSPETTATA DA CIFARELLI, VALE A DIRE QUELLA DI SOLLEVARMI DALL’INCARICO
ASSESSORILE, È SEMPLICISTICA E PRETESTUOSA. IL CDB, INVECE, PERSEGUA GLI INTERESSI DI CONSORZIATI E DELLA REGIONE”.
COSA SUCCEDERÀ? SARANNO AUMENTI O NO? DI SEGUITO L’ALLARME DELLA CIA E LE DICHIARAZIONI
DI CIFARELLI E CUPPARO
IL LOGO DEL CONSORZIO DI BONIFICA DI BASILICATA (CDB) |
ROBERTO CIFARELLI, CAPOGRUPPO DEL PD NEL CONSIGLIO REGIONALE DI BASILICATA |
FRANCESCO CUPPARO, ASSESSORE REGIONALE ALL'AGRICOLTURA DELLA REGIONE BASILICATA
FONTE CIA BASILICATA
NO AD AUMENTI DEI CANONI IRRIGUI E DI BONIFICA
Cia - Agricoltori Italiani Basilicata esprime sconcerto oltre che preoccupazione in merito ai paventati aumenti - si parla di importi raddoppiati - relativi ai canoni di bonifica e irrigui che emergono dalle risultanze contabili e dagli atti di bilancio per l’anno 2022 che il Consorzio di Bonifica di Basilicata ha proposto per l’approvazione all’Assemblea Consortile convocata per il prossimo 11 agosto ed i cui esiti si ribalteranno sulle circa 20.000 Utenze.
L'organizzazione lucana sottolinea, inoltre, che tale operazione oltre ad essere incomprensibile ed ingiustificata, cade in una fase estremamente critica, intrisa di difficoltà per la nostra economia e per il settore agricolo, motivo questo che induce gli Agricoltori componenti dell’assemblea eletti nella lista promossa da Cia a bocciare qualunque ipotesi di aumento, invitando anche tutti gli altri Agricoltori componenti l’assemblea a non votare il bilancio 2022 del CdB di Basilicata.
Lo stato di difficoltà che vive l’agricoltura è noto, siamo ad oltre due anni e mezzo dall’inizio della pandemia e purtroppo ad oggi non è dato sapere il ritorno alla normalità. Le aziende agricole oramai da quasi un anno sono costrette a fare i conti con gli esponenziali aumenti dei costi di produzione, a partire dai mezzi tecnici in primis energia e carburante, si aggiunga il contestuale blocco delle quotazioni e dei prezzi all’origine, l’irreperibilità di manodopera, l'inflazione quasi a doppia cifra, i ricorrenti eventi meteorologico avversi ed eccezionali, quali la siccità, le grandinate, le bombe d’acqua, le alluvioni, le fitopatie e le zoonosi (peste suina) che hanno messo in ginocchio interi areali produttivi e hanno di fatto ridimensionato rese e bilanci in particolare per il settore zootecnico, cerealicolo ed orticolo. Per non parlare delle aree interne che continuano a vivere uno stato di vera e propria emergenza per i ricorrenti danni da fauna selvatica sia alle colture che per le aggressioni a mandrie e greggi.
Se a questo stato di cose si dovessero aggiungere anche gli aumenti dei canoni di bonifica e irrigazione, di certo infliggeremmo un ulteriore devastante colpo ai precari redditi delle aziende agricole, con riflessi negativi sul versante della solvibilità/liquidità delle stesse che avranno oggettive difficoltà sui correnti e prossimi investimenti riducendo al minimo le già compromesse capacità competitive del sistema produttivo agro-alimentare lucano.
Ci permettiamo di rimarcare la singolarità di quanto si va delineando con gli aumenti dei canoni, il tutto rischia di assumere i connotati di un vero e proprio paradosso, in quanto, tale decisione si verifica in una fase in cui tutte le Istituzioni sia locali, Nazionali ed Internazionali promulgano misure tese a sostenere settori produttivi e imprese da noi si registra aumenti su servizi essenziali. Infatti a partire dai Comuni, passando alle Regioni come quella di Basilicata che in questa fase ha messo in campo una serie di misure tese ad arginare la crisi e l’aumento esponenziale dei costi in agricoltura, cosi come il Governo centrale che stà legiferando una serie di decreti con i quali si definiscono sostegni e aiuti ai settori produttivi e fra questi l’agricoltura. Medesimo approccio viene dall’Ue che ha emanato per il settore agricolo una serie di regolamenti finalizzati a sostenere con criteri forfettari aiuti diretti al settore (vedi il Reg. U.E. 467/22 per ristoro al settore zootecnico per 144 Meuro o il regolamento 2022/1033 che modifica il reg. n. 1305/2013 che prevede l’utilizzo di un ulteriore 5% delle somme assentite sul riparto della programmazione transitoria 2021/22 e che per la Basilicata mette a disposizione una somma per aiuti flat per oltre 9 Meuro, proprio per fronteggiare lo stato emergenziale.
In sintesi mentre il sistema Istituzionale nazionale e internazionale mette in campo misure di contrasto alla crisi in corso, in Basilicata non riusciamo a far altro che prevedere il vertiginoso aumento dei costi per i servizi di bonifica e irrigui, mettendo a rischio i bilanci e la liquidità delle aziende agricole.
Cia Basilicata ritiene che in ogni caso - e ancor di più nella complicata fase che stiamo attraversando - sia opportuno, doveroso e necessario che ciascuno svolga con grande responsabilità le proprie funzioni, a partire dal Consorzio di Bonifica della Basilicata chiamato alla massima ottimizzazione ed oculata gestione delle risorse ed alla più elevata efficienza dei servizi consortili resi alle imprese agricole lucane.
Inoltre Cia Basilicata, con la stessa fermezza, chiede al presidente Bardi, all’assessore alle Politiche Agricole Cupparo, alla Giunta ed a tutto il Consiglio regionale, anche in qualità di azionista di maggioranza del Consorzio di Bonifica, di mettere in campo ogni necessario intervento al fine di evitare un insostenibile aumento delle tariffe per i servizi irrigui resi alle imprese agricole.
Confidiamo nell’autorevolezza delle Istituzioni regionali e siamo certi che a partire dal presidente Bardi saranno individuate le opportune e adeguate soluzioni affinché si scongiurino gli aumenti dei canoni di bonifica e irrigui.
In caso contrario la Cia-Agricoltori Italiani di Potenza e Matera non esiterà a indire forme di protesta e di contestazione a tutela e a difesa del settore agricolo che nonostante tutte le difficoltà e i disagi continua a garantire materie prime per il nostro agro-alimentare e cibo per le nostre Comunità, aspetto questo di assoluto valore e di grandissima importanza ancor più in questa difficile fase di crisi che mette a nudo tutte le fragilità del nostro sistema economico-produttivo compreso quello agricolo con i risvolti relativi alla dipendenza alimentare da altri paesi, che dobbiamo superare solo se assegniamo una reale centralità all’agricoltura elaborando in Europa e in Italia adeguate politiche e coerenti programmi a favore del comparto primario Italiano.
FONTE UFFICIO STAMPA CONSIGLIO REGIONALE
RADDOPPIO TARIFFE CONSORZIO BONIFICA, INTERROGAZIONE DI CIFARELLI
Il capogruppo del Pd chiede al Presidente Bardi “se il governo regionale intende intervenire attraverso una variazione di bilancio per azzerare l'insopportabile incremento dei contributi e delle tariffe a carico dei consorziati”
“Una vera ‘mazzata’ per le aziende agricole il raddoppio delle tariffe e dei contributi di bonifica. Bardi sollevi l’assessore all’Agricoltura Cupparo dall’incarico”. E’ quanto dichiara il capogruppo Pd in Consiglio regionale Roberto Cifarelli che aggiunge: “Con il suo fare superficiale, approssimativo e rancoroso sta portando il settore agricolo al collasso”.
“In questi giorni – spiega Cifarelli - il Consorzio di Bonifica ha inviato ai componenti dell’Assemblea consortile il bilancio di previsione 2022 dal quale si evince un aumento rispetto al 2021 del 100% delle tariffe irrigue e di circa il 102% dei contributi di bonifica. Tale aumento a carico delle ditte consorziate deriva essenzialmente da due fattori: il mancato riconoscimento da parte della Regione della contribuzione ex art.4 comma 7 della L.R. 1/2017 e l'aumento esponenziale dei costi energetici. Ben € 8,5 milioni rappresenta la somma integrativa della contribuzione ordinaria posta a carico dei consorziati in quanto, a differenza di quanto accaduto fino al 2021, risulta azzerata ogni forma di contribuzione ex art.4 comma 7 della L.R. 1/2017 da parte della Regione Basilicata. Inoltre per l'anno 2022 il costo stimato dell'energia ammonta a € 9,5 milioni a fronte di un costo per il 2021 pari a € 4,9 milioni (che tiene conto già di una previsione al rialzo effettuata durante il corso dell'esercizio) per un aumento stimato pari a € 4,6 milioni”.
“Le criticità che il mondo agricolo sta palesando in questo periodo – afferma il capogruppo Pd - non possono essere affrontate in modo sprezzante dal nostro Assessore all’agricoltura che pensa di voler silenziare le aspre critiche che gli vengono indirizzate con qualche euro di contributo al settore. Sembra quasi che l’assessore Cupparo abbia deciso di aprire un’autentica guerra di potere con l’amministratore del Consorzio di Bonifica. Il risultato è che a pagarne il conto sono i consorziati. Per questa ragione ho presentato un’interrogazione consiliare con la quale ho chiesto al Presidente Bardi se, anche se in modo tardivo, il governo regionale intende intervenire attraverso una variazione di bilancio per contribuire ex art.4 comma 7 della L.R. 1/2017 ad azzerare l'insopportabile incremento dei contributi e delle tariffe a carico dei consorziati. Quello che è evidente è che l’assessore Cupparo non ha nessuno scrupolo nella sua guerra personale che di fatto è a danno dei consorziati. Infatti, nel dibattito relativo al Bilancio regionale 2022-2024, avevo presentato un emendamento con il quale, in aggiunta alla contribuzione ex art.4 comma 7 della L.R. 1/2017 (che per l'anno 2021 era stata pari a € 8,5 milioni) proponevo di stanziare un contributo straordinario al Consorzio di Bonifica di € 3,5 milioni, in modo da affrontare in maniera sostenibile il caro-bolletta e sgravando le aziende agricole lucane dei maggiori oneri energetici. In quell’occasione, l’Assessore all’Agricoltura mi chiese di ritirare la proposta per concordare direttamente con il Consorzio le misure di sostegno economiche, che non sono mai arrivate. La gravità della situazione del Consorzio era già in quel momento ben nota all'Assessore. Il risultato dell’atteggiamento di Cupparo è che i consorziati si vedono raddoppiati i contributi consortili che vanno ad aggiungersi agli aumenti diretti dei costi energetici, dei concimi e di tutte le altre materie per le loro attività”.
“La situazione del mondo agricolo - conclude Roberto Cifarelli - sta per esplodere e bene farebbe il Presidente Bardi a farsene carico personalmente perché con gli ‘assessori mazzieri’ non si risolvono i problemi”.
FONTE UFFICIO STAMPA GIUNTA REGIONALE
CDB, CUPPARO: ENTE PERSEGUA INTERESSI CONSORZIATI E REGIONE
AGR - La
semplicistica e pretestuosa soluzione del consigliere Cifarelli ai gravi
problemi, che non da oggi evidenzia l’attività del Consorzio di Bonifica
Basilicata, come ben sanno i nostri agricoltori e come lo stesso Cifarelli
dovrebbe conoscere, vale a dire quella di sollevarmi dall’incarico di assessore
per le Politiche Agricole, indicata come “bacchetta magica” per superare ogni
problema, denota tutta la strumentalità, a fini esclusivamente elettorali,
della posizione assunta oltre alla assoluta mancata conoscenza dell’attuale
situazione di vera e propria emergenza economica e soprattutto di trasparenza
amministrativa e gestionale che vive l’ente consortile.
Intanto mi preme ricordare che l’Amministratore Unico del Consorzio rappresenta
anche la Regione (per la quota del 32%) in seno all’assemblea del Consorzio,
con una delega che ricevette dall’allora Presidente Pittella. Il consigliere
Cifarelli sostiene di aver letto il bilancio di previsione 2022 del Consorzio.
Sono felice per lui. A questo punto converrà che non aver trasmesso il bilancio
di previsione 2022 alla Regione Basilicata è una grave anomalia da parte del
Consorzio.
Quanto gli aumenti a carico degli utenti, nella previsione di bilancio del
2022, che paventati da Cifarelli raggiungerebbero il 100%, tale evenienza
potrebbe essere evitata soltanto se l’Amministratore Unico mettesse in atto
azioni di recupero dei residui attivi che vengono riportati nel bilancio
consuntivo 2020 (ultimo bilancio approvato dall’assemblea – Titolo I Entrate
Tributarie) pari a ad oltre 23 milioni di euro. Se l’Amministratore fosse
impossibilitato ad attuare quanto suggerito dovrebbe semplicemente dichiarare
inesigibili quelle somme e agire di conseguenza.
Da riferire ancora delle continue richieste pervenute alla Regione per
finanziamenti straordinari come nel caso di concorrere alla spesa relativa al
sollevamento delle acque irrigue e di scolo eccedenti il costo ordinario per 5
milioni di euro. La sollecitazione degli Uffici del Dipartimento di fornire
specificazioni e chiarimenti non ha mai avuto alcuna risposta. Dai pochi
documenti contabili in nostro possesso si intravede una situazione debitoria
alquanto grave che non potrebbe essere assolutamente risolta dai 5 milioni richiesti
e che saranno comunque erogati a documentazione presentata.
Evidentemente il ritardo, o la mancanza assoluta, nelle rendicontazioni è
diventato un’abitudine consolidata del Consorzio dal momento che anche per le
rendicontazioni relative al Piano di forestazione che, come è noto, è delegato
al Consorzio, è avvenuto lo stesso. Al solo fine di offrire ulteriori elementi
di valutazione al consigliere Cifarelli evidenziamo come le rendicontazioni
delle annualità 2018 e 2019, che registrano tra l’altro una differenza di somme
non spese per oltre 6MLN di euro rimaste nelle casse del Consorzio, siano state
inoltrate Uffici competenti, dopo innumerevoli solleciti, solamente nel mese di
giugno 2022; mentre per le annualità 2020 e 2021, circa 87 MLN di euro, nonostante
i soliti numerosi solleciti, ad oggi non registrano alcuna risposta e nessuna
rendicontazione.
Sui costi energetici si apre tutto un altro capitolo. A fronte di una richiesta
dell’Amministratore Unico abbiamo chiesto di conoscere la differenza tra le
bollette dell’anno precedente e quelle dell’anno in corso al fine di valutare
il gap e procedere eventualmente ad equiparare le uscite energetiche. Siamo
ancora in attesa di conoscere tale dato. Scopriamo però che esiste un debito,
nei confronti dei fornitori di energia elettrica di 7 milioni non pagati dal
2019 ad oggi. Dobbiamo pensare che, forse, con il contributo richiesto per i
maggiori oneri energetici dal Consigliere Cifarelli in occasione
dell’approvazione del Bilancio Regionale 2022 si sarebbe voluto sanare questo
debito che non emerge dai bilanci, magari con una transazione al 50%.
Dobbiamo inoltre rilevare come l’acqua che il Consorzio preleva da dighe ed
invasi lucani non è tuttora pagata alla Regione. È lecito chiedersi che se a
monte il Consorzio non paga né acqua né energia perché chiede agli agricoltori
di pagare il tributo per l’irrigazione?
Sui contributi ex art. 4 comma 7 LR 1/2017 evidenzio che dal 2018 ad oggi sono
stati versati al Consorzio circa 16 milioni di euro e pre-impegnati lo scorso
anno ulteriori 5 milioni di cui il Consorzio ha provveduto a chiedere
anticipazione a privati. Tutto questo non è stato mai rendicontato. Non è
pensabile che si possa continuare a versare soldi (oltretutto del bilancio
2023), come è avvenuto per decenni dalle giunte di centrosinistra agli allora
tre Consorzi, come se si trattasse di un autentico “pozzo di San Patrizio”.
A questo punto, mi preme sgombrare il campo dalla cosiddetta “guerra personale”
contro l’amministratore del Consorzio, perché da quando mi sono insediato al
Dipartimento ho solo ed esclusivamente chiesto di avere la documentazione
contabile ed amministrativa per il dovuto controllo, che è azione propria della
mia funzione; forse queste mie richieste hanno dato fastidio a qualcuno che ha
indotto il Consigliere Cifarelli a sollecitare il mio allontanamento
dall’incarico assessorile.
È dunque una situazione che richiede una scelta radicale, decisamente meno
semplicistica e strumentale di quella proposta da Cifarelli, per riportare
l’Ente nel pieno controllo gestionale ed operativo innanzitutto dei consorziati
e della Regione che, non si dimentichi, detiene una quota significativa della
società consortile e che la espone a continui esborsi di risorse pubbliche che
non vanno certo nella direzione del miglioramento dei servizi irrigui attesi
dal mondo agricolo.
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