“LA STRUTTURA È COMPLETATA PER IL 75%, IN ATTESA DELLA DELIBERA
REGIONALE SOSTENUTA DA 2 MILIONI DELLA UNIONE EUROPEA A VALERE SUL PIANO
OPERATIVO NAZIONALE (PON) LEGALITÀ. IL FINANZIAMENTO PER L’ACCOGLIENZA DI
LAVORATORI MIGRANTI STAGIONALI NEL METAPONTINO È A RISCHIO SCADENZA. COSA
ASPETTA LA CORTE DEI CONTI AD INTERVENIRE?” SIMONETTI HA EVIDENZIATO ANCHE I
RITARDI NEL COMPLETAMENTO DEL CENTRO ANTIVIOLENZA E RIFUGIO DI PALAZZO SAN
GERVASIO E DELLA STRUTTURA DESTINATA A CASA ALLOGGIO A POTENZA. DI SEGUITO LA NOTIZIA INTEGRALE
SCANZANO JONICO. IL CANTIERE BLOCCATO DELLA CITTA' DELLA PACE |
SCANZANO JONICO. IL CANTIERE BLOCCATO DELLA CITTA' DELLA PACE |
PALAZZO SAN GERVASIO. IL CANTIERE BLOCCATO DEL CENTRO ANTIVIOLENZA E RIFUGIO (FOTO CSERES)
PALAZZO SAN GERVASIO. IL CANTIERE BLOCCATO DEL CENTRO ANTIVIOLENZA E RIFUGIO (FOTO CSERES)
PIETRO SIMONETTI (CSERES): “STORIE DI RITARDI PER LA CITTA DELLA PACE DI SCANZANO JONICO, IL CENTRO ANTIVIOLENZA E RIFUGIO DI PALAZZO SAN GERVASIO, LA CASA ALLOGGIO DI POTENZA. COSA ASPETTANO LA CORTE DEI CONTI PER SCANZANO E LA PREFETTURA DEL CAPOLUOGO DI REGIONE PER PALAZZO E POTENZA AD INTERVENIRE?”
“Il progetto di completamento della città della pace a Terzo Cavone di Scanzano Jonico è stato portato per ben 6 volte in Giunta regionale nello scorso mese di agosto ma il governatore Vito Bardi non riesce a farlo approvare”. L’ACCUSA è stata lanciata al presidente della Regione da Pietro Simonetti, ex componente del Tavolo anticaporalato del ministero del lavoro ed ora presidente del Cseres (Centro studi e ricerche economiche e sociali) di Potenza. “La struttura – ha continuato il nostro interlocutore - è completata per il 75%, in attesa dell'adozione della delibera regionale sostenuta da 2 milioni della Unione europea a valere sul Piano operativo nazionale (PON) legalità. Il Comune di Scanzano già dal luglio scorso ha deliberato l’affidamento in comodato gratuito alla Regione della struttura dopo che una Commissione aveva analizzato la possibilità di trasferire il citato finanziamento in altro sito. Cosa ritenuta impossibile. Stanti così le cose le risorse stanziate per l’accoglienza di lavoratori migranti stagionali nel Metapontino sono a rischio. Cosa aspetta la Corte dei conti ad intervenire?”
Simonetti, altresì, ha evidenziato, in una sua nota, anche i ritardi nel completamento del Centro antiviolenza e rifugio di Palazzo San Gervasio, della struttura destinata a casa alloggio e non ancora riutilizzata a Potenza.
Ecco il testo integrale della sua dichiarazione.
"Il Centro di Palazzo San Gervasio di 400 mq è stato finanziato al Comune il 2 settembre del 2018 con il PON Legalita' con 1 milione di euro. Doveva essere realizzato entro 23 mesi.
Uno degli interventi importanti della rete di strutture volute dalla UE per combattere lo sfruttamento lavorativo, di genere ed assicurare protezione alle donne a partire dalle lavoratrici sfruttate anche dai caporali e dai trafficanti di risorse umane.
Il progetto presentato dal Comune per il riutilizzo di un bene sequestrato per mafia dopo quattro anni e' ancora un cantiere e non risulta ancora concluso e operativo.
Quattro anni sono tanti per la realizzazione di una struttura che risulta importante non per l'area del Melfese/Bradano dove la UE e la Regione Basilicata dal 2016 hanno programmato interventi per oltre 12 milioni di euro per Centri di accoglienza stagionali nell'ex sito del "ghetto "di Boreano,a Gaudiano di Lavello e per il riutilizzo dell'ex Tabacchificio di Palazzo non ristrutturato completamente per l'opposizione della amministrazione comunale all'utilizzo di 4 milioni di euro sempre della UE,Centro che attualmente per la campagna del pomodoro ospita oltre 300 persone.
Per evitare che lo stabile ristrutturato del sito confiscato rimanga inutilizzato per altri mesi oppure anni ,sarebbe opportuno che il Prefetto di Potenza, come ha fatto spesso per il Centro stagionali, convochi un incontro con le parti interessate per definire un crono programma credibile per programmare l'uso della struttura e la individuazione delle risorse per la gestione e la conseguente gara per scegliere il gestore e per l'acquisto delle attrezzature per la parte relativa alla casa rifugio.
Si tratta di un intervento urgente visto che il Centro legalità di Matera Sassi, finanziato dalla stessa UE e 'operativo.
Identica attenzione andrebbe riservata al sito di Potenza destinata a casa alloggio e non ancora riutilizzata.
Notiamo che si allarga il richiamo all'agire, con l'aumento delle violenze e delle tratte, assolutamente non affrontabili con numeri verdi telefonici e casuali attivita' di strada.
Per garantire la tutela delle persone, a partire dalle donne, contro le violenze e lo sfruttamento occorre garantire l'attuazione dei progetti finanziati e le misure programmate che devono vedere nel protagonismo dello Stato.
Non sembra così per la Regione Basilicata che ultimamente ha rinunciato alla predisposizione di un progetto contro la "tratta "di oltre 400.000 euro, a differenza delle altre regioni, per affidarsi a privati.
Per la lotta alle violenze, alla tratta, allo sfruttamento lavorativo c'e' bisogno di cose concrete, come hanno da tempo chiesto le parti sociali e gli organismi di Pari Opportunita' e di tutela regionali e nazionali.
Si tratta di completare il sito di Palazzo prima che i ladri di rame entrino in azione per fare bottino.
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