E L’EX ASSESSORE REGIONALE
ALL’AGRICOLTURA FRANCESCO CUPPARO RICHIAMA IL SUO “SUCCESSORE” AD INTERIM
DAL 5 NOVEMBRE SCORSO, IL PRESIDENTE VITO BARDI: “A QUANDO L’ATTUAZIONE
DELLE MISURE CONTENUTE NEL PIANO CHE AVEVO CONDIVISO CON LE ASSOCIAZIONI
DEGLI AGRICOLTORI E APPROVATO A SETTEMBRE DELLO SCORSO ANNO?” SI APRE UN ENNESINO "CASO" POLITICO NEL CENTRODESTRA? DI SEGUITO LA NOTIZIA INTEGRALE
FOTO DI REPERTORIO LIGURIANOTIZIE.IT |
FONTE UFFICO STAMPA FRANCO CUPPARO
Il nuovo caso di aggressione di un cinghiale ad un cittadino, avvenuto oggi in una contrada di Francavilla sul Sinni che ha provocato ferite all’uomo e che poteva avere conseguenze più gravi, ripropone l’esigenza di dare corso al piano di azione per contrastare l’emergenza cinghiale, con una proiezione triennale e un finanziamento complessivo di tre milioni di euro (di cui 1,8 milioni fondi del Programma operativo Val d’Agri con interventi da attuare nei 35 Comuni del comprensorio) che da assessore alle Politiche Agricole ho condiviso con le associazioni degli agricoltori e approvato a settembre dello scorso anno. Ho scritto al Presidente Bardi, anche in qualità di assessore ad interim all’agricoltura, sollecitando un suo intervento per dare attuazione alle misure contenute nel piano. E’ accaduto a Francavilla ma continua ad accadere su tutto il territorio regionale: la crescita esponenziale di cinghiali, che registra un incremento annuo dell’ordine di 20mila capi e si è spinta anche nei centri abitati, rappresenta un pericolo per i cittadini oltre che un gravissimo danno per le colture agricole. Ricordo che nello scorso anno il risarcimento per danni alle colture agricole da ungulati ha raggiunto 1,250 milioni di euro e gli incidenti stradali provocati sono stati oltre 300. Sono certo che il Presidente raccoglierà questa mia sollecitazione che fa seguito a quelle di associazioni di agricoltori, sindaci, cittadini numerose da settimane. Diventa perciò necessario definire le misure necessarie al fine di ridurre e contenere i danni provocati dai cinghiali alle colture e ridurre i rischi per l’incolumità delle persone anche in relazione agli incidenti stradali. Il piano approvato non è certo la risposta risolutiva ma un buon passo avanti.
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