DON LUIGI CIOTTI: “NOTIZIA DI CUI ESSERE FELICI, MA LE MAFIE NON SONO
SOLTANTO I LORO CAPI”. DON MARCELLO COZZI: “GIORNATA IMPORTANTE MA LA LOTTA ALLA MAFIA DEVE
CONTINUARE”. DI SEGUITO LE DUE DICHIARAZIONI INTEGRALI
FONTE LIBERA, ASSOCIAZIONI, NOMI E NUMERI CONTRO LE MAFIE
𝐋𝐮𝐢𝐠𝐢 𝐂𝐢𝐨𝐭𝐭𝐢 (𝐋𝐢𝐛𝐞𝐫𝐚): "𝐍𝐨𝐭𝐢𝐳𝐢𝐚 𝐝𝐢 𝐜𝐮𝐢 𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐞 𝐟𝐞𝐥𝐢𝐜𝐢, 𝐦𝐚 𝐥𝐞 𝐦𝐚𝐟𝐢𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐬𝐨𝐥𝐭𝐚𝐧𝐭𝐨 𝐢 𝐥𝐨𝐫𝐨 𝐜𝐚𝐩𝐢"
Abbiamo appena ricordato il trentesimo anniversario dell’arresto di Totò Riina, e oggi ci arriva la bella e confortante notizia dell’arresto, dopo trent’anni di latitanza, di Matteo Messina Denaro, una notizia di cui essere felici ed è giusto, anzi doveroso, il riconoscimento alle Forze di polizia e alla Procura, che per tanti anni, con sforzo e impegno incessanti, anche a costo di sacrifici, hanno inseguito il latitante.
Ciò che però un po’ preoccupa è rivedere le stesse scene e reazioni di trent’anni fa: il clima di generale esultanza, l’unanime plauso dei politici, le congratulazioni e le dichiarazioni che parlano di “grande giorno”, di “vittoria della legalità” e via dicendo. Non vorrei si ripetessero pure gli errori commessi in seguito alla cattura di Riina, e di Provenzano. Le mafie non sono riducibili ai loro “capi”, non lo sono mai state e oggi lo sono ancora di meno, essendosi sviluppate in organizzazioni reticolari in grado di sopperire alla singola mancanza attraverso la forza del sistema. Sviluppo di cui proprio Matteo Messina Denaro è stato promotore e protagonista, traghettando Cosa Nostra dal modello militare e “stragista” di Riina a quello attuale, imprenditoriale e tecnologico capace di dominare attraverso la corruzione e il “cyber crime” riducendo al minimo l’uso delle armi.
La sua latitanza è stata accompagnata anche dalla latitanza della politica indirettamente complice di quella di Messina Denaro: la mancata costruzione, in Italia come nel mondo, di un modello sociale e economico fondato sui diritti fondamentali – la casa, il lavoro, la scuola, l’assistenza sanitaria – modello antitetico a quello predatorio che produce ingiustizie, disuguaglianze e vuoti di democrazia che sono per le mafie di tutto il mondo occasioni di profitto e di potere. Ci auguriamo che all’arresto segua una piena confessione e collaborazione con la magistratura, che il boss di Cosa Nostra sveli le tante verità nascoste, a cominciare da quelle che hanno reso possibile la sua trentennale latitanza: non si sfugge alla cattura per trent’anni se non grazie a coperture su più livelli. Occorre che queste complicità emergano, anche perché solo così tanti famigliari delle vittime di mafie che attendono giustizia e verità avrebbero parziale risarcimento al loro lungo e intollerabile strazio. La lotta alla mafia non si arresta con Matteo Messina Denaro perché l’ultima mafia è sempre la penultima, perché il codice genetico della mafia affida alla sua creatura un imperativo primario: quello di sopravvivere. Ce n’è un’altra infatti che cova, ha sempre covato. Nei cambiamenti storici che sono avvenuti, ci sono sempre delle ceneri che ardono sotto. Dunque esultiamo pure per la cattura di Messina Denaro ma nella consapevolezza che l’arresto di oggi non è la conclusione ma la continuità di un lungo percorso, di una lotta per sconfiggere le mafie fuori e dentro di noi.
LUIGI CIOTTI
FONTE CESTRIM
𝐀𝐫𝐫𝐞𝐬𝐭𝐚𝐭𝐨 𝐢𝐥 𝐛𝐨𝐬𝐬 𝐌𝐚𝐭𝐭𝐞𝐨 𝐌𝐞𝐬𝐬𝐢𝐧𝐚 𝐃𝐞𝐧𝐚𝐫𝐨. 𝐃𝐨𝐧 𝐌𝐚𝐫𝐜𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐂𝐨𝐳𝐳𝐢: “𝐠𝐢𝐨𝐫𝐧𝐚𝐭𝐚 𝐢𝐦𝐩𝐨𝐫𝐭𝐚𝐧𝐭𝐞 𝐦𝐚 𝐥𝐚 𝐥𝐨𝐭𝐭𝐚 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐦𝐚𝐟𝐢𝐚 𝐝𝐞𝐯𝐞 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐢𝐧𝐮𝐚𝐫𝐞’’In questo momento sento di esternare due riflessioni.
La prima è il pensiero che va a tutte le forze dell’ordine e ai magistrati per il lavoro che svolgono e, soprattutto, va a tutti quelli che non ci sono più e a quelli che hanno dato la vita per la lotta alla mafia. Ho avuto la fortuna, in questi anni, di conoscere tantissime persone in uniforme e sono testimone diretto del lavoro e del sacrificio che fanno e a loro va tutto il nostro ringraziamento.
Il secondo pensiero è che la mafia non ha il volto di una sola persona e che Matteo Messina Denaro è l’ultimo di una stagione stragista. Ma la mafia non finisce qui.
E’ stato arrestato un esponente importante che porta con sé tantissimi segreti degli ultimi trent’anni.
Ma non è stata arrestata la mafia.
La lotta alla mafia continua, deve continuare, perché in questi anni abbiamo imparato quanto essa sia una questione culturale e sociale.
Quello di oggi è stato sicuramente un grave colpo inferto al sistema mafioso ma siamo invitati a continuare in questa battaglia perché la mafia c’è e occorre l’impegno di tutti noi per sconfiggerla.
DON MARCELLO COZZI
PRESIDENTE DEL CE.ST.RI.M.
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