mercoledì 18 gennaio 2023

PROBLEMA CINGHIALI. COME RISOVERLO? “PERCHE’ NON USIAMO IL VELENO COME HANNO SPERIMENTATO NEGLI STATI UNITI?” PROPOSTA DESTINATA A FAR DISCUTERE DI ANTONIO DI MATTEO, CONSIGLIERE COMUNALE ED AGRICOLTORE DI TURSI

NEGLI USA E’ STATA APPROVATA DALL’EPA (AGENZIA PER LA PROTEZIONE DELL'AMBIENTE) UN’ESCA A BASE DI ANTICOAGULANTE GIÀ DA ALCUNI ANNI MA NON E’ STATA MAI USATA DA NESSUNO STATO. L’UNIVERSITA’ DEL NEBRASKA RITIENE NECESSARI ULTERIORI STUDI ED APPROFONDIMENTI. MA DI MATTEO: “L’ITALIA NON SIA IL PAESE DI PULCINELLA. LE ESCHE FUNZIONANO. LA CACCIA E L’ABBATTIMENTO DEGLI UNGULATI NON SONO LA SOLUZIONE. IL PARLAMENTO SI DIA DA FARE”. DI SEGUITO IL COMUNICATO STAMPA INTEGRALE CON I LINK PER APPROFONDIRE SIA LO STUDIO DEL 2018 SIA L’APPROFONDIMENTO DEL 2021 

CINGHIALI CON COLLARE CON GPS SOLLEVANO LE PORTE DEGLI ALIMENTATORI CON ESCHE NELLO STUDIO USA

LE ESCHE UTILIZZATE NELLO STUDIO AMERICANO DEL 2018 E L'ALIMENTATOTORE CON PESI PER LIMITARE L'ACCESSO AI SOLI UNGULATI

UN CINCHIALE MORTO DOPO AVER MANGIATO L'ESCA DISTINGUIBILE DAL GRASSO BLU

FONTE ANTONIO DI MATTEO

L’avvelenamento dei cinghiali come unica soluzione dell’emergenza

Sono circa 10 anni che i cinghiali arrecano, anno dopo anno, sempre più danni alle aziende agricole. Sono arrivati anche nei centri abitati e rappresentano l’angoscia di molti automobilisti durante le ore notturne. In molte zone d’Italia la situazione è insostenibile. Ed è così anche in altre parti del mondo, come ad esempio, negli Stati Uniti d’America.

L’approccio pragmatico degli americani ha permesso di studiare un metodo efficace per il contenimento dei cinghiali: il veleno. Si tratta di un prodotto in commercio anche in Italia come veleno per topi. Secondo lo studio pubblicato su autorevoli riviste scientifiche, basterebbero 150 grammi di prodotto per uccidere un cinghiale adulto senza arrecargli dolore e senza rilasciare nell’ambiente residui tossici. Il prodotto è un anticoagulante reso appetibile soltanto ai cinghiali e ai ratti. Nello studio scientifico è stata anche testata una metodologia per impedire ad altri animali di cibarsi anche solo accidentalmente del veleno. I risultati sono stati strabilianti: riduzione della popolazione prossima al 100% nel giro di pochi giorni. Inoltre, è stato dimostrato che se la carcassa diventasse il cibo di lupi o volpi, non ci sarebbe alcun danno rilevante per essi. Infine, il cinghiale avvelenato, nel caso in cui venisse ucciso dai cacciatori, sarebbe facilmente riconoscibile dalla colorazione anomala del grasso del corpo.

Ebbene, in Italia, pur di non affrontare il problema con lo stesso pragmatismo americano, si spendono milioni di euro ogni anno in risarcimenti per i danni arrecati dai cinghiali, a cui bisogna aggiungere le spese sostenute in recinzioni e altre forme di deterrente installate, dal pubblico e dai privati cittadini, per prevenire i danni e a cui bisogna aggiungere tutti gli oneri che sta sostenendo lo Stato nelle zone dove l’epidemia di Peste Suina Africana si è presentata (spese di abbattimento suini allevati a rischio contagio, risarcimenti agli allevatori, realizzazione di recinzioni contenitive, spese di monitoraggio, ecc.). Siamo il Paese di Pulcinella.

In Italia basterebbe una legge del Parlamento per regolare l’utilizzo del veleno e contenere la popolazione di un animale che non è più rientrante nella definizione di “specie selvatica” e quindi non più meritevole dello status di tutela. La legge potrebbe recitare così: “In caso di emergenza sanitaria nazionale conseguenza della sovrappopolazione ed in deroga alla normativa vigente in materia di tutela, i cinghiali che possano arrecare pregiudizio a cose o persone possono essere abbattuti con mezzi chimici con le modalità indicate dal Ministero dell’ambiente”.

Operativamente, gli agricoltori e i cittadini, tramite un modulo semplificato, andrebbero a segnalare alla Regione la presenza di danni da cinghiali. L’avvelenamento andrebbe autorizzato dalla Regione dopo un sopralluogo dei tecnici e realizzato dai veterinari dell’ASL.

La caccia e l’abbattimento con arma da fuoco non è più una soluzione, sia perché i cinghiali hanno imparato ad evitare il pericolo, sia perché ci sono aree dove è praticamente impossibile sparare come ad esempio i centri abitati e i campi pianeggianti coltivati o quelli con scarsa visibilità. Le uniche recinzioni efficaci contro i cinghiali sono quelle in cemento armato, vogliamo costringere gli agricoltori a tale sforzo economico e psicologico? Perché i privati cittadini devono difendersi da un animale che è di proprietà dello Stato? Si tratta di una vera e propria violenza il costringere i privati cittadini a doversi recintare la propria azienda o il proprio giardino.

Il veleno, invece, nel giro di pochi giorni risolve un problema oramai esasperante. E’ più importante il benessere dei cinghiali o il benessere degli agricoltori o degli automobilisti? La politica si assuma la responsabilità di decidere, prima che sia troppo tardi. L’avvelenamento sarebbe la modalità più rapida, efficace ed economica per risolvere definitivamente il problema dei cinghiali.

ANTONIO DI MATTEO, AGRICOLTORE DI TURSI (MT)


IL LINK DELLA RICERCA SCIENTIFICA SULL’USO DELLE ESCHE https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6221311/

Plos on. National library of medicine. Pubblicato online il 7 novembre 2018

Valutazione sul campo di esche di warfarin a basso dosaggio per controllare i maiali selvatici (Sus scrofa) nel nord del Texas


IL LINK DELLO STUDIO DELL’UNIVERSITA’ DEL NEBRASKA https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33644948/

Università del Nebraska-Lincoln

Pubblicazioni del personale Dipartimento dell'agricoltura degli Stati Uniti: animali e Servizio di controllo fitosanitario, 2021

Valutazione di un'esca warfarin per il controllo di cinghiali invasivi (Sus scrofa).

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