mercoledì 25 gennaio 2023

ROTONDELLA. LE SCORIE NUCLEARI E L’INQUINAMENTO CHIMICO DELL’AREA ITREC. NO SCORIE TRISAIA E MEDITERRANEO NO TRIV ATTACCANO: “URGE L’AGGIORNAMENTO DEL PIANO DI EMERGENZA ESTERNO AL SITO (DA REDARRE A CURA DELLA PREFETTURA DI MATERA)”

DOPO 7 ANNI NON SI CONOSCONO NÈ LA FONTE DELLA CONTAMINAZIONE CHIMICA NÉ LA DATA DELL’ULTIMAZIONE DELLA BONIFICA. ED IL TAVOLO DELLA TRASPARENZA SI TENGA NEI COMUNI NUCLEARIZZATI (ROTONDELLA, POLICORO, NOVA SIRI, TURSI)”. DI SEGUITO LA NOTIZIA INTEGRALE CON TUTTI GLI ALTRI “RILIEVI” ALLE ISTITUZIONI DELLE DUE ASSOCIAZIONI ANTINUCLEARI

ROTONDELLA. LA ZONA ITREC-TRISAIA E L'INDICAZIONE DELLE AREE PER I POZZI-BARRIERA DELL'INQUINAMENTO CHIMICO

LE BARRE DI ELK RIVER NELLA PISCINA DELL'ITREC

LA PROVOCAZIONE. ANTINUCLEARI SPEDISCONO SIMBOLICAMENTE AGLI USA LE BARRE DI ELK RIVER. TRA LORO IL COMPIANTO DOMENICO LENCE (IL PRIMO IN BASSO A DX)

FONTE NO SCORIE TRISAIA E MEDITERRANEO NO TRIV

LE ASSOCIAZIONI NO SCORIE TRISAIA E MEDITERRANEO NO TRIV INTERVENGONO SUL TAVOLO DELLA TRASPARENZA SULLA TRISAIA DI ROTONDELLA

“Durante lo svolgimento del tavolo della trasparenza nucleare di ieri, 23 gennaio, abbiamo ribadito che, in base all’art.3 della delibera Regione Basilicata 27 luglio 2004, la finalità dovrebbe riguardare non solo il sito di Trisaia, ma anche ogni attività di rilievo nel settore della salute e dell’ambiente dal nucleare nella nostra regione. Pertanto, l’attenzione dovrebbe essere rivolta all’attività di decommissioning e contemporaneamente a tutta la materia inerente alla radioattività anche di rifiuti/reflui compresi quelli petroliferi trattati in regione Basilicata. Questa tesi è stata sostenuta anche da altre associazioni presenti al tavolo.

In merito a quanto è emerso nel corso della riunione del tavolo, pur nel rispetto delle competenze di Enea -Sogin, siamo costretti a dover evidenziare che a tutt’oggi, e dopo sette lunghi anni, ancora non si conosce la fonte contaminazione chimica di cromo-trielina riscontrata all’interno del sito. Inoltre, la contaminazione chimica ancora attende di essere bonificata e non è chiaro neppure quando finirà

Tutto ciò, purtroppo deve far riflettere perché se per poche quantità di contaminati delle falde non si riesce a bonificare e a trovare una soluzione con il massimo degli enti competenti, possiamo mai in questa regione autorizzare altri impianti che tratterebbe sostanze tossiche o radioattive su un enorme bacino idrico che si chiama Basilicata? Monitoraggi e controlli servono a poco se non esistono regole e piani che limitano le attività e l‘inquinamento alla fonte.

Il progresso si sviluppa con impianti sostenibili che non creano rifiuti. Il prato verde del decommissioning doveva essere consegnato alle comunità da circa dieci anni in Trisaia, sulle operazioni Sogin rassicura ancora che sarà fatto, ma le ns preoccupazioni sulle barre e liquidi ad alta attività da solidificare purtroppo restano.

I 3 mc liquidi ad alta attività (prodotto finito) attendono ancora di essere solidificati nell’impianto icfp ancora in costruzione, come pure i cask che dovranno contenere le barre di Elk River attualmente contenute in una piscina.

Abbiamo richiesto pubblicamente che il tavolo sia spostato nei comuni (Nova Siri, Rotondella, Policoro) per facilitare la convocazione e svolgimento, senza aspettare lunghi tempi, anche se gli enti si sono impegnati a rispondere a domande e richieste che gli saranno inviati (vedremo). E’ stato anche chiesto l’aggiornamento del PPE- piano di emergenza esterno (redatto dalla Prefettura ) che ancora non è reso fruibile, agevolmente, ai cittadini che nella gran parte, ne ignorano pure l’esistenza.

Sul sito unico che riguarda la Basilicata dove abbiamo presentato osservazioni specifiche, per l‘area metapontina e Bradano attendiamo risposte circa le nostre richieste di dichiarazione di inidoneità e questo ben prima della pubblicazione della CNAI da parte del ministero (ma questa è un’altra storia).

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