mercoledì 29 marzo 2023

SANITA’ DI BASILICATA IN “SPROFONDO ROSSO”. TUTTI I MILIONI DEL DISAVANZO DI ASP, ASM, SAN CARLO E CROB E DELLA MOBILITA’ PASSIVA

IL DISAVANZO SAREBBE UNA VORAGINE: 74 MILIONI DI EURO. DOMANI “CARTE IN TAVOLA” AL MINISTERO DELLE FINANZE. DI SEGUITO LA NOTIZIA INTEGRALE



IL CROB DI RIONERO IN VULTURA



FONTE LAGAZZETTADELMEZZOGIORNO.IT

·                     SANITÀ MALATA

·                     BASILICATA, È CACCIA A 74 MILIONI PER LA SANITÀ LUCANA

·                     AL MOMENTO STIME UFFICIOSE EVIDENZIANO 16 MILIONI DI DISAVANZO AL S. CARLO, ALL’ASM 8 MILIONI, ALL’ASP 7 MILIONI ED AL CROB 4 MILIONI

DI ANTONELLA INCISO

29 MARZO 2023

POTENZA - Calcola e ricalcola. Per ore, per giorni. Calcola e ricalcola a quanto ammonta il «buco» nella sanità lucana. A pochi giorni dalla bufera che ha investito i conti delle strutture sanitarie lucane nei palazzi di via Verrastro è una sequela di riunioni e incontri con al centro cifre, tabelle, proiezioni. «Al momento i numeri non ci sono. Stiamo lavorando» fanno sapere dal Dipartimento Sanità.

Quale sia la dimensione della «voragine» delle Aziende sanitarie lucane, a quanto ammonti la spesa erogata fino a dicembre 2022, nessuno sembra saperlo. Almeno ufficialmente. In Regione i conti si fanno ma la certezza, ossia i numeri esatti, arriveranno solo dopo l’incontro romano che il presidente Vito Bardi e l’assessore regionale alla Sanità, Francesco Fanelli, terranno con i tecnici del ministero delle Finanze.

Il rosso dei conti lucani, quello certificato dal Ministero, quindi, arriverà giovedì. Dalle elaborazioni, dalle verifiche che si stanno facendo, però, qualche indiscrezione filtra e disegna un quadro in chiaroscuro per la sanità lucana e le sue strutture. Tanto che - secondo indiscrezioni - per le sole Aziende sanitarie il disavanzo sarebbe, al momento, di 34 milioni di euro. In particolare, la parte più corposa riguarderebbe l’Azienda ospedaliera «San Carlo» di Potenza che avrebbe chiuso il 2022 con un passivo di 16 milioni di euro. Di 8 milioni di euro il passivo 2022 dell’Azienda sanitaria di Matera (a cui deve aggiungersi il deficit di 2 milioni e trecentomila euro registrato nel 2021) mentre quello dell’Azienda sanitaria di Potenza sarebbe di sette milioni di euro e di quattro milioni quello dell’Irccs Crob. In tutto 34 milioni di euro, dunque.

Soldi a cui deve aggiungersi un’altra voce importante: quella della mobilità passiva che in Basilicata viaggia tra i 40 ed i 60 milioni di euro. Tra disavanzo delle aziende e la mobilità passiva, dunque, quella della sanità potrebbe essere una voragine da sistemare da almeno 74 milioni di euro. Potrebbe ed il condizionale è d’obbligo, soprattutto se si considera che l’elaborazione delle tabelle e delle cifre è in corso. E questo spiega la prudenza e la scelta di non parlare da parte degli esponenti del Governo regionale. Governo che - come già accaduto in altre Regioni - da più parti fa sapere, che vi sarebbe la piena volontà di ripianare il «buco» della sanità con i fondi del bilancio. Sempre che la cifra non sia tale da superare il 5 per cento previsto dalla legge e portare il comparto sanitario lucano dritto dritto sulla strada del commissariamento. Un’ipotesi che, al momento, nessuno vuole prendere in considerazione. Anzi l’impegno è a lavorare per arrivare all’appuntamento di giovedì con i soldi sul piatto. 

Una scelta emersa anche ieri nel corso della riunione di maggioranza sul bilancio. Riunione in cui - proprio alla luce delle difficoltà nei conti - il presidente Bardi ha chiesto agli assessori, ai capigruppo ed agli esponenti dei partiti della sua maggioranza di trovare una sintesi tra le varie voci di spesa e decidere quali misure tagliare e quali, invece, far rimanere nel bilancio 2023. «I soldi sono questi provate voi a fare sintesi» è il ragionamento fatto dal governatore ad una maggioranza che - unanimemente - ha già deciso che ripianare i debiti delle strutture sanitarie è un imperativo. Quali voci saranno tagliate è ancora tutto da capire. Di certo, una delle misure che tutti sembrano voler difendere è quella degli asili nido mentre qualche perplessità si registra sulla questione Acquedotto lucano (altra vicenda che richiederebbe un impegno finanziario da parte della Regione di circa 70 milioni di euro). Ma si tratta di ipotesi. Tutto dipenderà da quello che accadrà giovedì al Ministero delle Finanze con i conti delle strutture sanitarie lucane. E questo spiega il lavoro febbrile che si sta consumando da giorni, ormai, negli uffici di via Verrastro dove gli ispettori ministeriali non ci sono ma dove potrebbero arrivare.

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