martedì 18 aprile 2023

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO E LA VICENDA DELLA TRAGICA MORTE DI MARIROSA ANDREOTTA

DI SEGUITO IL MIO ARTICOLO INTEGRALE  

MARIROSA ANDREOTTA

Nel 2007 la Gazzetta del Mezzogiorno, come anche altre Testate giornalistiche e TV, tra cui il Corriere della Sera e Chi l’ha Visto, si occuparono della tragica morte di Luca Orioli e Marirosa Andreotta avvenuta nel lontano 1988".

In modo del tutto svincolato dalle evidenze processuali, ma soltanto sulla base di una ipotesi assolutamente surreale paventata da un ufficiale dei carabinieri che si era occupato della vicenda anni prima – ipotesi rivelatasi poi infatti del tutto infondata - la giovane Marirosa era stata incredibilmente associata alla frequentazione di persone e alla partecipazione a feste non edificanti.

Come giornalista freelance, all’epoca collaboratore da Scanzano Jonico del quotidiano la Gazzetta del Mezzogiorno, fui incaricato di aggiornare i lettori sulle novità di un caso che aveva sconvolto e addolorato l’opinione pubblica. Mi sforzai di descrivere quegli sviluppi avendo bene in mente il rispetto che sempre si deve alla memoria dei defunti, soprattutto quando sono giovanissimi e non hanno più modo di difendere e gridare la loro innocenza rispetto a sospetti tanto infamanti, e ai genitori, ancora oggi, a distanza di tanti anni, distrutti e inconsolabili. Scrissi, per mero dovere di cronaca, un articolo breve, descrivendo gli ultimi sviluppi, dicendo che era stato ipotizzato che i due ragazzi fossero stati uccisi e che il delitto potesse essere collegato a vicende poco chiare, e questo sulla base (purtroppo) di un grande equivoco in cui caddero alcuni giornalisti e TV: le dichiarazioni di una collaboratrice di giustizia, rese nel 1993 ben 5 anni dopo la morte dei ragazzi, relative ad un altro processo (denominato Turris), e che riferivano dello svolgimento (in epoca successiva alla morte dei ragazzi) di presunti festini a base di sesso e droga (dichiarazioni che erano state pure, anni prima, considerate inattendibili con sentenza passata in giudicato del processo Turris) furono indebitamente riesumate ed associate, senza alcun nesso logico, alla morte dei fidanzatini.

Stante la infondatezza di quelle notizie, i genitori della ragazza, Vincenzo Andreotta e Antonia Giannotti, ne hanno onorato la memoria, senza perdersi mai d’animo, trascinando in giudizio tutti i giornali che le avevano riportate.

Purtroppo nella nostra professione di giornalisti accade anche questo. Il mio dovere di cronaca, che ho esercitato con la consueta lealtà, buona fede e professionalità, questa volta, mio malgrado, ha offeso il sentimento di persone che non meritavano che ciò accadesse e di questo me ne dispiaccio sinceramente. Spero, per quanto possa valere, che questo mio scritto possa rappresentare un piccolo contributo a ristabilire l’immagine e la memoria di una giovane vita perduta e a dare un conforto, seppur minimo, ai suoi genitori.

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