giovedì 13 aprile 2023

MALAPOLITICA LUCANA. LA PROCURA VA AVANTI. AVVISI DI CONCLUSIONE DELLE INDAGINI A 30 PERSONE

TRA LORO IL PRESIDENTE DELLA REGIONE, VITO BARDI (FI); IL SENATORE GIANNI ROSA (FDI); GLI ASSESSORI REGIONALI FRANCESCO FANELLI E DONATELLA MERRA (LEGA); I CONSIGLIERI REGIONALI FRANCESCO PIRO (FI) E ROCCO LEONE (FDI). UNA SETTANTINA LE ARCHIVIAZIONI. DI SEGUITO LA NOTIZIA INTEGRALE 

POTENZA. 7 OTTOBRE 2022. I CARABINIERI ENTRANO NEL PALAZZO DELLA REGIONE

IL PROCURATORE FRANCESCO CURCIO

IL PRESDIENTE DELLA REGIONE, VITO BARDI

IL CONSIGLIERE REGIONALE ROCCO LEONE

FONTE ILQUOTIDIANO.IT

MALAPOLITICA LUCANA, CHIUSE LE INDAGINI: 30 PERSONE COINVOLTE

LEO AMATO

POTENZA – Avanti con le accuse sulle corruttele elettorali in occasione del voto di settembre del 2020 a Lagonegro e il sistema di potere interno alla maggioranza regionale che avrebbe voluto «speculare» sulla ristrutturazione dell’ospedale di Lagonegro e la gestione della sanità più in generale.

È quanto hanno deciso i pm titolari della maxi-inchiesta sulla “mala politica lucana” che nei giorni scorsi hanno spiccato l’avviso di chiusura delle indagini nei confronti di 30 persone. A partire dai destinatari dell’ordinanza di misure cautelari che a ottobre ha terremotato i vertici della Regione Basilicata e della sanità lucana, prima del brusco ridimensionamento del quadro delle accuse da parte del Riesame.

MALAPOLITICA LUCANA, CHIUSE LE INDAGINI PER 30, PRESENTI ANCHE DIVERSI “BIG”

Vale a dire il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Francesco Piro; l’ex sindaca di Lagonegro, Maria Di Lascio, decaduta dall’incarico proprio in seguito all’arresto; l’ex assessore alla Sanità e attuale consigliere regionale FdI, Rocco Leone; l’ex assessore all’Agricoltura Franco Cupparo, dimissionario dopo una prima conferma delle misure cautelari poi annullate dal Riesame; e il direttore generale del San Carlo, Giuseppe Spera. Più altri ancora come il governatore Vito Bardi, il senatore Gianni Rosa (FdI), i due assessori regionali in carica della Lega, Francesco Fanelli e Donatella Merra, il direttore generale facente funzioni dell’Asp, Luigi D’Angola, e l’ex direttore generale del dipartimento regionale Salute, e attuale subcommissario regionale alla Sanità della Regione Calabria, Ernesto Esposito.

Il procuratore Francesco Curcio e il pm Vincenzo Montemurro hanno stralciato dai capi d’imputazione per cui parrebbero intenzionati a chiedere il rinvio a giudizio quello per peculato relativo alla presunta corsia preferenziale per l’accesso ai tamponi per la diagnosi del covid 19 riservata a potenti e, amici dei potenti, della Regione Basilicata nelle prime, drammatiche settimane della pandemia.

STRALCIATA L’ACCUSA DI TRAFFICO DI INFLUENZE

Stralciata anche un’ipotesi di traffico di influenze illecite a carico di Piro, Bardi e un cittadino lagonegrese che avrebbe promesso di votare la candidata sindaca sostenuta da Piro nella sua Lagonegro, Di Lascio, in cambio di un intervento a favore di suo figlio, allievo finanziere, del governatore, già vicecomandante generale proprio della Guardia di finanza. Per garantirgli l’assegnazione in una sede di servizio di suo gradimento.

Nell’elenco dei trenta destinatari dell’avviso di chiusura delle indagini appena notificato, quindi, non compare più nemmeno l’ex segretario particolare del governatore, Mario Araneo, ormai assurto al ruolo di superteste dell’accusa al pari dell’ex direttore generale del San Carlo, Massimo Barresi, che ha dato il “la” all’inchiesta con le sue denunce.

Proprio i dubbi sull’attendibilità di Araneo e Barresi, e la riqualificazione delle presunte corruttele elettorali lagonegresi dal reato di corruzione propria in quello meno grave di corruzione elettorale, avevano indotto il Tribunale del riesame, a fine ottobre, ad annullare le misure cautelari eseguite all’inizio del mese. Di qui il ricorso dei pm in Cassazione, dove le loro doglianze sono state giudicate inammissibili.

A fine marzo il gip Antonello Amodeo, lo stesso che in precedenza aveva concesso le misure cautelari chieste dai magistrati titolari del fascicolo, si era opposto alla proroga delle indagini sollecitando gli inquirenti a definire il da farsi.

Nell’ambito dell’inchiesta sulla “mala politica lucana” sarebbero state oltre un centinaio le persone finite sul registro degli indagati. Tolti i 30 destinatari dell’avviso di conclusione delle indagini e i 22 capi d’imputazione riprodotti al suo interno, quindi, sarebbero una settantina le posizioni destinate all’archiviazione. Incluse quelle dell’ex senatore e sottosegretario all’Editoria, Giuseppe Moles (Fi), dell’ex governatore e attuale consigliere regionale Marcello Pittella (Azione), e dei consiglieri regionali Dina Sileo (Misto) e Dino Bellettieri (Fi).

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