IL MESSAGGIO: “VIVERE L’AMBIENTE RISPETTANDOLO E NON IN MANIERA AGGRESSIVA”. REALIZZATA UNA TARGA A PROTEZIONE DEI POCHI GIGLI MARINI RIMASTI SULL’ARENILE. DI SEGUITO LA NOTIZIA INTEGRALE
SERVIZIO FOTOGRAFICO DEL GRUPPO SALVIAMO IL MARE DA NOI |
MARINA DI PISTICCI, LIDO 48 – Giornata conclusiva delle iniziative condotte
con le scuole elementari di Marconia dal gruppo di volontariato "Salviamo
il mare da noi". Una “formazione” di liberi cittadini nata nel 2019 con
l'intento di sensibilizzare il territorio sul rispetto dell'ambiente, nello
specifico il mare, una delle più grandi ricchezze dell'uomo ma che spesso viene
deturpato e maltrattato da incivili che ne compromettono l'habitat. Come? Abbandonando
rifiuti di ogni genere sia sul litorale che in pineta, mettendo in serio
pericolo la flora e la fauna.
Il gruppo, pertanto, che include molti bambini, organizza uscite periodiche di
pulizia, durante le quali, muniti di sacchi e guanti, cerca di restituire
all'ambiente il suo primordiale stato di bellezza e splendore. Nell'ultimo anno
"Salviamo il mare da noi" ha iniziato a collaborare con le scuole, e,
nello specifico, con i bambini delle elementari. L'obiettivo, infatti, sono
proprio i più piccoli perché sono i detentori del futuro. “Noi - ha sostenuto
Antonella Miola - li riteniamo sentinelle capaci di ristabilire il contatto
perso tra uomo e natura e di risvegliarne la necessità, quasi come fosse un
bisogno, di ascoltare l'anima della Terra”. Già. Ma cosa è stato realizzato di
concreto oggi? Ecco la “cronaca”. I bambini hanno dipinto i sassi raccolti sull’arenile
ed hanno realizzato una targa “speciale”. Di cosa si tratta? “Di un cartello –
ha risposto Antonella - sulla necessità di salvaguardare il giglio di mare e le
poche piantine rimaste al Lido 48. Il cartello è stato posto sull’unica duna
rimasta intatta sulla spiaggia. I bambini sono molto ricettivi ai nostri
messaggi soprattutto se recepiti sul campo. La natura va rispettata, non calpestata.
L’ambiente va vissuto in modo non violento ed aggressivo. Speriamo che tutti convivano,
così, con il territorio”.
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