domenica 16 luglio 2023

“SCANZANO: UN COMUNE NATO DALLA RIFORMA AGRARIA”. LA “VERSIONE” DELL’ON. PEPPINO MOLINARI, ORMAI STORIOGRAFO RICONOSCIUTO DELLA DC LUCANA, SUI PRIMI 49 ANNI DELLA STORIA AMMINISTRATIVA DEL CENTRO DEL METAPONTINO. A PROPOSITO, AUGURI DI BUON COMPLEANNO, SCANZANO JONICO!

UNA VERSIONE DI PARTE, OVVIO, CHE PARLA QUASI ESCLUSIVAMENTE DEI MERITI DELLA DC E CHE FA UN ELENCO SINTETICO DI QUANTO ACCADUTO A SCANZANO JONICO. TANTE POTREBBERO ESSERE LE OBIEZIONI MA IO CONDIVIDO INTEGRALMENTE IL POST PER RISPETTO E STIMA ALL’AUTORE E A TUTTE LE PERSONE IN ESSO CITATE. A COMINCIARE DAGLI SCOMPARSI CITATI, CHE HO CONOSCIUTO E RISPETTATO: COSIMO MANOLIO, CARLO CORMIO E DON ROCCO D’UVA. AUSPICO, TUTTAVIA, VOSTRI COMMENTI E RIFLESSIONI. DI SEGUITO IL TESTO DI MOLINARI 



FONTE PEPPINO MOLINARI FACEBOOK

SCANZANO: UN COMUNE NATO DALLA RIFORMA AGRARIA

Il 16 luglio 1974 il Presidente della Regione Vincenzo Verrastro promulgava la Legge regionale n.12 che istituiva in comune autonomo la frazione di Scanzano del Comune di Montalbano Ionico con la denominazione di Scanzano Ionico. Fino ai primi anni ‘50 Scanzano era una frazione del Comune di Montalbano Ionico costituita unicamente dal Palazzo Baronale con una serie di casalini. Grazie ad Alcide De Gasperi ed alla sua ‘Legge Stralcio’ del 21 ottobre 1950, il latifondo fu espropriato e i terreni vennero assegnati ai contadini. 1.200 famiglie, provenienti da 52 paesi diversi, dall’ entroterra lucano, dalla Puglia e dalla Calabria, costituirono una comunità di 5.500 abitanti. Il successo della riforma agraria, in tutto il metapontino, e da Scanzano in particolare, grazie all’impegno di Emilio Colombo sottosegretario all’agricoltura ed alle capacità attuative di Decio Scardaccione ha trasformato il territorio in una grande ricchezza sia economica che socioculturale. Il centro urbano è cresciuto di oltre 1.000 unità dotandosi di servizi che gli hanno permesso il 15 luglio del 1974 di ottenere l’autonomia comunale per iniziativa di un grande parroco illuminato: Don Rocco D’Uva. In quegli anni l’Ente Riforma, sotto la direzione di Carlo Cormio, eletto poi nel 1975 consigliere regionale DC ed assessore al bilancio e delle finanze, divenne il cuore dell’attuazione della riforma agraria ed aveva, a Scanzano, come uomo concreto e fattivo Cosimo Manolio, per la sua intraprendenza sociale tra gli stessi assegnatari con i quali dialogava. Nel tempo ‘sporcandosi le mani’, Manolio divenne il portavoce e l’interprete delle aspettative di quel mondo rurale che rappresentava una nuova classe contadina portatrice di nuove e moderne esigenze. Manolio ne fu l’interprete più autentico e convinto sostenitore della riforma, che significò la promozione sociale ed umana di intere fasce di cittadini che vivevano nella povertà. Fu anche presidente della Coldiretti, consigliere dell’Ente irrigazione Puglia-Lucania-Molise, e fu uno dei fondatori della sezione DC di Scanzano Ionico. Al primo appuntamento elettorale, nel 1975, le divisioni all’interno della locale DC, consentirono a una coalizione di sinistra di eleggere il primo sindaco il comunista Nicola Suriano. La DC si riscattò subito e nel 1980 ottenendo la maggioranza assoluta, con 11/20 seggi elesse sindaco Cosimo Manolio, assegnatario della riforma fondiaria. Seguirono poi, il sindaco PCI Vittorio Condinanzi, il sindaco PSI Filippo Mele, ed infine i sindaci democristiani Mario Altieri ed Antonio Gallitelli nel 1993, prima dello scioglimento del Partito. La DC a Scanzano aveva radici fortemente popolari ed ha sempre avuto larghi consensi alle elezioni, in una realtà poco omogenea e molto complessa. Nel 1990 ha espresso anche consigliere provinciale e poi assessore Tonino Ceruzzo ed il delegato provinciale del movimento giovanile DC degli anni ‘80 Pierino Quinto. Scanzano, anche per la sua collocazione geografica pose subito problema di ordine pubblico ed all’inizio degli anni ‘90 fu istituito il commissariato di polizia, (sindaco Mario Altieri) grazie all’On. Giovanni Galloni, vice-presidente del Consiglio Superiore della Magistratura che spesso si recava nel Metapontino dal figlio, Don Marco, parroco a Serra Marina,e del ministro degli interni Nicola Mancino come presidio di legalità e di lotta alla criminalità organizzata. Commissariato. Erroneamente fu trasferito nel 2015 a Policoro, lasciando scoperto un territorio che ha avuto in seguito grossi problemi creati dalla criminalità pervadendo il tessuto sociale di Scanzano fino a giungere allo scioglimento per infiltrazione mafioso del Consiglio comunale. La stessa chiesa, grazie ad un parroco operativo come Don Rocco D’Uva, subentrato a Don Michele Giordano, parroco dal 1955 al 1959, e successivamente Vescovo di Matera prima, e Cardinale a Napoli poi, ha dato con le sue associazioni, un contributo notevole a creare una comunità con un’identità religiosa, sociale e culturale a Scanzano che per via della dispersione delle famiglie nelle campagne non fu facile. Scanzano e la sua classe dirigente di tutte le forze politiche sono stati testimoni della nascita, della crescita e dello sviluppo di un comune nato dalla riforma agraria che poi ha investito con successo sulla filiera della coltivazione della frutta ed infine sulla valorizzazione delle sue risorse ambientali e turistiche (mare e costa). La riforma non è stata esente da critiche ed errori, ma costituì senza dubbio un momento unico nella storia sociale lucana. La Dc fu il partito che più la sostenne e ci credette! Scanzano ne fu il cuore, migliorando l’ambiente umano e rompendo la spirale feudale del latifondo.

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