NEL
DOCUMENTO E’ DISEGNATA LA “GEOGRAFIA” TERRITORIALE DEI CLAN RITENUTI ATTIVI SUL
TERRITORIO REGIONALE. “UN TERRITORIO – SECONDO IL PROCURATORE GENERALE ARMANDO D’ALTERIO
- CARATTERIZZATO DA UN SISTEMA MAFIOSO ENDEMICO”. DI SEGUITO TUTTE LE PAGINE DELLA RELAZIONE SULLA
CRIMINALITÀ ORGANIZZATA LUCANA
IL PROCURATORE GENERALE ARMANDO D'ALTERIO |
RELAZIONE SEMESTRALE AL PARLAMENTO
6. CRIMINALITÀ ORGANIZZATA LUCANA
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A. ANALISI DEL FENOMENO E PROFILI EVOLUTIVI
In Basilicata, le differenti peculiarità geografiche ed economiche fra le zone territoriali costiere, a forte vocazione agricola e turistica, e quelle dell’entroterra, contrassegnate da frammentate realtà urbane, si riflettono nei diversi contesti criminali che hanno contraddistinto il radicamento dei sodalizi delinquenziali nel territorio. Proprio in queste aree più interne “si manifesta, peraltro, in modo virulento, la presenza di organizzazioni di tipo mafioso ovvero dedite al traffico di stupefacenti, sia autoctone che provenienti da altri distretti, spesso operanti in reciproca sinergia”. Tali sodalizi operano sia nel circondario di Potenza che in quello di Matera, e nel Lagonegrese”. Queste le parole1 del Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Potenza, Armando D’ALTERIO, che sintetizzano il contesto criminale nella Regione ove le consorterie, avendo subito l’influenza di organizzazioni mafiose pugliesi, calabresi e campane, rispecchiano le variegate origini dei clan storicamente insediati nel territorio. Infatti, nella provincia di Matera e, segnatamente, nella sua fascia Jonica, persisterebbero i sodalizi calabresi e pugliesi2 mentre nella provincia di Potenza3 agirebbero anche gruppi legati alla camorra e alla ‘ndrangheta.
Nel territorio “caratterizzato da un sistema mafioso endemico”4, gli esiti info-investigativi del semestre confermano il radicamento, in entrambe le province lucane, di sodalizi prevalentemente a struttura clanica e familistica in un equilibrio complessivamente stabile, tenuto conto della frammentarietà delle organizzazioni e dell’assenza di un vertice condiviso.
Al pari di analoghe realtà nazionali più progredite, le compagini criminali lucane sembrerebbero dimostrare una capacità di rigenerazione a fronte delle incisive attività di contrasto eseguite dalle locali Forze di Polizia e dalla Magistratura. Lo dimostra l’apertura a nuove alleanze o inedite forme di cooperazione, quest’ultime stimolate da interessi reciproci connessi con i traffici più remunerativi, primo fra tutti quello degli stupefacenti che continua ad essere molto redditizio e a rappresentare un volano di rapida crescita anche per le neo formazioni criminali.
Alla luce delle più recenti inchieste concluse, infatti, nella Regione si conferma il diffuso fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti, come documentato dagli esiti, tra gli altri, dell’indagine “Game Over” del 15 novembre 2022 e dall’operazione del 30 settembre 20225.
Quest’ultima inchiesta ha, peraltro, documentato la pervasività dell’organizzazione indagata nel peculiare mercato della droga, approvvigionata tra Cerignola (FG) e Candela (FG), con il chiaro intento di imporre la sua rete di spaccio nel territorio di competenza.
NOTE
1 Pronunciate a Potenza il 28 gennaio 2023 all’Assemblea Generale della Corte sull’Amministrazione della Giustizia nell’anno 2022, in occasione dell’Inaugurazione dell’anno giudiziario 2023.
2 Compagini mafiose che mantengono forti interessi per il controllo del territorio considerato uno strategico crocevia per i traffici illeciti che si sviluppano tra la Puglia e la Calabria.
3 L’entroterra potentino si caratterizza per l’operatività di clan provenienti dal ceppo originario dei BASILISCHI, anch’essi strettamente collegati a cosche criminali calabresi.
4 Considerazione del già citato Procuratore.
5 Meglio descritte, rispettivamente, nelle Province di Matera e di Potenza.
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Sempre con riferimento al traffico di droga, nel semestre di riferimento risulta documentato come il fenomeno si presenti ad assetto variabile: con differenti geometrie, mutevoli equilibri e persino con emergenti soggetti apicali che, sfruttando il carisma criminale evocato dalla loro contiguità o appartenenza ad organizzazioni criminali già egemoni nel territorio, si impongono con modalità prevaricanti e con “metodo mafioso” per monopolizzare il peculiare mercato illecito.
Il tangibile sviluppo del settore turistico, di quello estrattivo e della filiera agroalimentare (dalla coltivazione alla commercializzazione) espone il territorio in disamina a fenomeni di recrudescenza criminale, quale fonte attrattiva per gli interessi illeciti della criminalità autoctona e di quella organizzata insediata nelle regioni limitrofe.
Sotto questo profilo il rischio di penetrazione delle consorterie criminali, in grado di immettere liquidità nel tessuto economico, è stato valutato nel corso della seconda riunione dell’Osservatorio Legalità, convocata il 22 novembre 2022 alla Prefettura di Matera. Introducendo i lavori, il Prefetto di Matera, Sante COPPONI, “nel richiamare gli obiettivi dell’Organismo, deputato al monitoraggio, analisi e approfondimento delle criticità del tessuto economico e sociale della Provincia, ha evidenziato che è importante comprendere, alla luce dell’attuale difficile situazione congiunturale, quali siano le prospettive socio-economiche a medio termine in termini di criticità dalle quali possono scaturire
infiltrazioni della criminalità organizzata”6. In quel consesso, l’Autorità prefettizia ha, altresì, precisato come “l’attività antimafia della Prefettura, in questi ultimi tempi, ha portato all’adozione di una misura di prevenzione collaborativa e cinque informazioni interdittive nei confronti di imprese del settore agricolo, delle pulizie, commerciale e turistico-ricreative. Dalla disamina degli elementi posti a base dell’azione interdittiva traspare l’evidenza di una contiguità e, in altri casi, di una vera e propria concordanza di interessi con sodalizzi criminosi appartenenti alla criminalità organizzata, agevolati in taluni casi da rapporti parentali”7.
Sempre in tema di penetrazione mafiosa8 anche il Prefetto di Potenza, Michele CAMPANARO, ha posto l’accento sulla “capacità evolutiva delle consorterie criminali di infiltrarsi nell’economia locale non solo attraverso azioni intimidatorie ed estorsive ma anche acquisendo il controllo di attività produttive in diversi e significativi settori economici. Per contrastare tale pervasiva infiltrazione, a tutela dell’economia legale, è stata rafforzata e resa sempre più incisiva l’azione di prevenzione antimafia.
NOTE
6 Dal sito: http://www.prefettura.it/matera/contenuti/Il_prefetto_sante_copponi_riunisce_l_osservatorio_legalita-15166230.htm. “L’Osservatorio ha ribadito il Prefetto è uno strumento che va ad aggiungersi ai diversi Protocolli già sottoscritti in questa provincia con gli enti locali in materia antimafia, anticorruzione, appalti e sicurezza urbana, con l’obiettivo di rafforzare i presidi di prevenzione e controllo del territorio nei confronti di eventuali fenomeni criminosi, che potrebbero innescarsi a causa della crisi economica”.
7 Stralcio dell’intervento del Prefetto COPPONI.
8 Al riguardo, si segnala la partecipazione della DIA ai Gruppi Interforze istituiti presso le Prefetture di Potenza e di Matera. I Gruppi disciplinano le procedure di monitoraggio delle infrastrutture e degli insediamenti industriali connessi con la realizzazione delle “grandi opere” per la prevenzione e repressione di tentativi d’infiltrazione mafiosa.
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con l’adozione, nel solo anno 2022, di ben 22 provvedimenti interdittivi, impedendo così alle società “infiltrate” di contrarre con la pubblica amministrazione e preservando, in tal modo, l’economia sana di questo territorio”9.
Ulteriore tassello d’interesse nella compiuta ricostruzione delle dinamiche delittuose che hanno interessato il semestre riguarda gli episodi corruttivi registrati nel Comune di Matera e nella Giunta Regionale della Basilicata10.
Sul fronte delle attività predisposte al contrasto dello sfruttamento del lavoro nero, il 17 ottobre 2022 si è riunito, nella sede della Regione Basilicata, il “Tavolo di contrasto al caporalato”11. Prevenire e contrastare lo sfruttamento lavorativo e il caporalato in agricoltura è stato l’obiettivo anche del recentissimo Tavolo permanente per il monitoraggio del fenomeno riunitosi il 28 marzo 2023, al Palazzo di Governo di Potenza, presieduto dal Prefetto ha evidenziato come: “i lavoratori stranieri stagionali hanno già iniziato a popolare le campagne, in particolare quelle dell’Alto Bradano, e sono destinati ad aumentare con l’avanzare della stagione. Questi contesti facilitano annidamento e sviluppo degli odiosi fenomeni di sfruttamento del lavoro, se è vero che la Basilicata è tra le cinque regioni maggiormente coinvolte sul tema caporalato. È necessario, quindi, tenere alta la guardia mettendo a frutto ogni opportunità per agevolare il regolare inserimento lavorativo degli stranieri stagionali”12.
In questo contesto, importante è stata l’attività svolta nel 2022 dalla Task Force interforze istituita per garantire un più efficace coordinamento nell’azione di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura che, nel periodo da luglio a settembre, ha fatto registrare numerose sanzioni connesse con il lavoro irregolare.
Spunti investigativi ed attività di analisi farebbero presupporre la possibile formazione e stratificazione anche di organizzazioni straniere prevalentemente dedite al traffico di stupefacenti, quale conseguenza dei grandi movimenti migratori percepibili finanche nella regione in disamina.
In tutta la Regione si registrano, infine, reati di natura predatoria con particolare riferimento ai furti di mezzi d’opera e di veicoli industriali.
NOTE
9 Nel suo contributo alla presente Relazione.
10 Per la specifica trattazione si rimanda ai paragrafi dedicati alla Provincia di Potenza e alla Provincia di Matera.
11 Istituito il 25 marzo 2022 con Deliberazione della Giunta Regionale n. 122. Il Tavolo si inserisce nel quadro di partecipazione della Regione Basilicata - insieme alle altre 4 Regioni del Sud Italia (Campania, Puglia, Calabria e Sicilia), Ispettorato Nazionale del Lavoro, Organizzazione Internazionale per le Migrazioni e Nova consorzio nazionale - al programma Su.Pr.Eme. Italia (Sud protagonista nel superamento delle emergenze in ambito di grave sfruttamento e di gravi marginalità degli stranieri regolarmente presenti nelle cinque regioni meno sviluppate), finanziato dai fondi Amif - Emergency Funds della Commissione Europea - Dg Migration and Home Affairs, il cui partenariato è guidato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali - Direzione generale Immigrazione.
12 Da sito: http://www.interno.gov.it/it/notizie/lotta-caporalato-lazione-prefettura-potenza-nel-contrasto-fenomeno-0.
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B. PRESENZA CRIMINALE IN BASILICATA13
PROVINCIA DI POTENZA
“Il territorio provinciale, ancorché lontano dai livelli di pericolo in atto in altre regioni, presenta sodalizi criminali autoctoni che come noto, negli ultimi anni, sono stati oggetto dell’attività repressiva di polizia giudiziaria…nel corso di tali attività sono anche emerse specifiche evidenze di permeabilità da parte dei sodalizi criminali delle regioni confinanti, con specifico riferimento alle cosche di ‘ndrangheta calabresi”14.
Nella Provincia lucana gli esiti delle attività info-investigative del semestre restituiscono l’immagine di una criminalità organizzata sempre più conforme ai modelli strutturali delle più progredite organizzazioni mafiose.
Nel capoluogo potentino si confermerebbe l’operatività del clan MARTORANO-STEFANUTTI, caratterizzato da una spiccata capacità di agire “sotto traccia” nelle attività estorsive tese ad imporre un suo rapporto di forza nel territorio. Nel recente passato le condotte criminali, particolarmente sintomatiche della connotazione mafiosa della menzionata compagine, hanno già colpito il tessuto sociale, politico ed economico come documentato dall’operazione “Lucania felix” (2021)15 in cui era emersa la capacità di accreditamento dell’organizzazione potentina verso analoghe strutture mafiose, rivelando una sintonia strategica con la cosca GRANDE ARACRI16 di Cutro (KR) ed interessenze con il gruppo camorristico napoletano dei LO RUSSO (cd. Capitoni).
Confermando una spiccata capacità di proselitismo e reclutamento, anche il clan RIVIEZZI17 sembrerebbe rivestire un ruolo decisivo nelle dinamiche criminali dell’area potentina, in particolare nel Comune di Pignola (PZ) e, tramite alcune propaggini, anche nell’immediato hinterland. I legami della compagine mafiosa con le cosche calabresi e con il gruppo CASSOTTA di Melfi (PZ) sono stati cristallizzati nell’indagine “Giano” (25 gennaio 2022) nei cui esiti sono emerse, fra le altre, attività estorsive consumate in danno di imprenditori e commercianti.
Le suddette inchieste, “Lucania felix” e “Giano” sono, peraltro, richiamate nel provvedimento restrittivo che il 19 settembre 202218 il Tribunale di Potenza ha emesso a carico di 2 soggetti campani i quali avevano tentato di perpetrare, con “chiara minaccia mafiosa”, attività estorsive in danno di un imprenditore allo scopo di “rifocillare le casse delle consorterie” potentine colpite dalle ordinanze di custodia cautelare eseguite nel 2021 e nel 2022. Proprio la “veste mafiosa”
NOTE
13 Di seguito la raffigurazione grafica delle principali componenti malavitose lucane, il cui posizionamento su mappa, derivante dall’analisi delle recenti attività di indagine, è da considerarsi meramente indicativo.
14 Come riferito dal Questore di Potenza, Pietro ROMEO.
15 In cui emerse l’operatività della citata consorteria nell’infiltrazione nel tessuto sociale, politico ed economico.
16 Egemone non solo nel territorio del cd. medio calabro (ove controlla militarmente ed economicamente la provincia di Crotone e di buona parte della provincia di Catanzaro) ma anche su vaste aree dell’Emilia Romagna e della bassa Lombardia, segnatamente su quelle di Reggio Emilia, Modena, Parma, Mantova e Cremona.
17 Presente nel Comune di Pignola (PZ) e con propaggini, anche nell’hinterland del potentino.
18 Il 19 settembre 2022 i Carabinieri hanno eseguito l’OCC n. 1777/2022 RGNR e n. 2919/29022 RGGIP, emessa dal Tribunale di Potenza il 19 settembre 2022, a carico di due soggetti responsabili di tentata estorsione.
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con cui è stata esercitata la violenza è risultata sufficiente per contestare l’aggravante mafiosa agli indagati pur non essendo gli stessi facenti “parte dei sodalizi citati” ovvero i MARTORANO STEFANUTTI e i RIVIEZZI.
Nell’area del Vulture-Melfese, anche nel periodo di riferimento, non si sono registrati significativi episodi delittuosi rivelatori di conflittualità fra i clan DI MURO-DELLI GATTI e CASSOTTA19. Sono emerse, piuttosto, risultanze analitiche e giudiziarie che sembrerebbero far propendere verso una egemonica presenza del sodalizio DI MURO-DELLI GATTI. Nel senso, si richiama l’operazione “Last Mile”20 conclusa dalla Polizia di Stato e dai Carabinieri il 1° luglio 2022 a carico di un’organizzazione le cui singole condotte criminose “restituiscono un quadro chiaro ed esaustivo delle dinamiche operative del sodalizio e del ruolo dei singoli affiliati”. L’inchiesta ha permesso di acquisire gravi indizi in ordine all’esistenza e alla perdurante operatività, a Melfi e in tutto il territorio del Vulture-Melfese, della consorteria mafiosa capeggiata dalle famiglie DI MURO e DELLI GATTI, capaci di consolidare la propria forza nel territorio sia mediante l’infiltrazione del tessuto economico-imprenditoriale, sia con le più tradizionali condotte violente ed intimidatorie in danno di commercianti e operatori economici del settore agricolo.
L’organizzazione criminale, “con propaggini operative anche fuori dai confini regionali” avrebbe cercato di assumere “in modo diretto ed indiretto il controllo, anche monopolistico, di attività economiche nei mercati lucano e pugliese in particolare, fra gli altri, in quello della raccolta e della rivendita della paglia e dei foraggi, impedendo il libero esercizio delle attività concorrenziali di numerosi imprenditori”21.
I dirigenti e gli organizzatori delle condotte delittuose “mantenevano e promuovevano i rapporti e i collegamenti con le cosche della ‘ndrangheta calabrese, il clan MARTORANO-STEFANUTTI e gli ambienti di criminalità organizzata e non”. Le indagini hanno anche comprovato la costante disponibilità di armi da parte del sodalizio, disvelando l’esistenza di un canale privilegiato di approvvigionamento a San Marino.
Nel potentino, oltre alle attività estorsive, le consorterie risulterebbero attive, come detto, anche nel mercato degli stupefacenti. Significativi, al riguardo, gli esiti investigativi dell’operazione conclusa nell’ottobre 2022 dai Carabinieri22 che ha fatto luce su un gruppo armato dedito allo smercio e ad “un sistematico approvvigionamento di droga”, prevalentemente cocaina ma anche hashish e marijuana, nei Comuni di Cerignola (FG) e Candela (FG). In tale ambito, sono emerse manovre estorsive poste in essere da esponenti del clan CASSOTTA, nonché coltivazione e
NOTE
19 Il ridimensionamento del clan CASSOTTA sarebbe riconducibile al progressivo indebolimento scaturito dalla sanguinosa faida e dalle incisive attività di contrasto eseguite dalle Forze di Polizia. Nel comprensorio di Rionero in Vulture, Melfi e Rapolla, inoltre, permarrebbe l’influenza del gruppo BARBETTA, federato ai DI MURO. Nel territorio di Venosa, in ragione del modus agendi manifestato, il gruppo MARTUCCI si ritiene possa ancora avere influenza nelle locali dinamiche criminali.
20 Il 1° luglio 2022, a Melfi (PZ), la Polizia di Stato e l’Arma dei carabinieri hanno eseguito l’OCC n. 3002/19 RGNR e n.59/22 RGGIP emessa, dal Tribunale di Potenza il 29 giugno 2022, a carico di 54 soggetti responsabili, a vario titolo, di concorso esterno in associazione mafiosa, reati in materia di armi e altri delitti contro il patrimonio.
21 L’attenzione della criminalità al mondo rurale era emersa, con riferimento al gruppo DELLI GATTI, già nel settembre 2019 nell’ambito dell’operazione “Guerra della paglia”.
22 Il 5 ottobre 2022 l’Arma dei carabinieri ha eseguito l’OCC n. 1113/19 RGDDA e n. 933/2019/2019 emessa, dal Tribunale di Potenza il 22 settembre 2022, a carico di 22 soggetti indiziati di associazione finalizzata al traffico illecito, detenzione e spaccio di stupefacenti, estorsione aggravata dal metodo mafioso e detenzione di armi.
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produzione di marijuana da parte del sodalizio DELLI GATTI. Gli atti investigativi descrivono altresì i ruoli svolti dai vari associati, in primis quelli dei promotori e poi quelli degli altri sodali che, in stretta collaborazione con i vertici, si occupavano sia dello smercio e della custodia della droga, sia delle transazioni economiche con gli assuntori.
La provincia di Potenza, nel semestre di riferimento, è stata interessata anche da fenomeni corruttivi che hanno riguardato privati e pubblici ufficiali appartenenti sia all’Amministrazione regionale della Basilicata, sia all’Amministrazione Comunale di Lagonegro23. Il 7 ottobre 2022, infatti, la Polizia di Stato e l’Arma hanno eseguito una misura cautelare24 a carico di 5 soggetti per i reati di indebita induzione, corruzione, concussione e peculato. Le complesse indagini hanno documentato “vicende inerenti un diffuso e sistematico mercimonio delle pubbliche funzioni ricoperte dagli indagati” oltre che “un radicato e ramificato progetto criminale in grado di orientare a fini personali politico-elettorali l’azione della Pubblica Amministrazione in sede regionale”. Il pregnante quadro indiziario ha acclarato anche illecite gestioni di appalti e di assunzioni nel settore della sanità pubblica lucana. Un pubblico ufficiale avrebbe anche vantato la possibilità di “poter ricorrere alla criminalità organizzata calabrese, ostentando a proprio vantaggio la nomea della città di Rosarno, notoriamente considerata cardine di alcune delle maggiori cosche malavitose facenti parte dell’organizzazione criminale calabrese della ‘ndrangheta”.
PROVINCIA DI MATERA
“I profili evolutivi dei fenomeni criminali di questa provincia sono ragionevolmente individuabili lungo due distinte direttrici: la prima che riguarda il capoluogo, con estensione verso i comuni limitrofi, laddove il proliferare delle attività commerciali legate a vario titolo allo sviluppo turistico del territorio attira Criminalità - sia organizzata che comune - anche dalla confinante Puglia per la commissione di reati in prevalenza legati al traffico e spaccio delle droghe ovvero a reati cd. predatori contro il patrimonio.
Sono prevedibili, altresì, tentativi d’infiltrazione anche nel tessuto economico/finanziario attraverso la progressiva commistione con le attività produttive/commerciali. La seconda con riguardo all’area della fascia Jonico/metapontina laddove, per conformazione geografica, sono già in atto infiltrazioni non solo della criminalità locale ma anche di quella calabrese e tarantina, nel florido settore agroalimentare ed in quello del turismo balneare”25.
Nella provincia di Matera e, in particolare, nell’area litoranea jonica26 compresa tra Metaponto e Nova Siri, permane la forzata convivenza tra gli storici gruppi SCARCIA e MITIDIERI-
NOTE
23 L’area lagonegrese e, in particolare, il Vallo di Diano si caratterizza per l’assenza di comprovate strutture autoctone di criminalità organizzata, con possibili infiltrazioni dei sodalizi mafiosi attivi nei vicini territori campani e calabresi.
24 OCC n. 2307/2019 RGNR e n.3064/2020 RGGIP emessa dal Tribunale di Potenza il 3 ottobre 2022.
25 Dal contributo del Questore pro tempore di Matera, Eliseo NICOLI.
26 Nell’area, l’operazione “Faust” (2021) ha consentito di acclarare l’operatività della cosca PISANO di Rosarno (RC), i cd. “diavoli di Rosarno”, nonché, in un contesto che rivela cointeressenze di sodalizi operanti nel mandamento Tirrenico, la pervasività dell’articolazione territoriale di ‘ndrangheta denominata “società di Polistena”, capeggiata storicamente da esponenti della famiglia LONGO ed anche della locale ‘ndrangheta di Anoia”. Sempre nella fascia jonica materana deve ritenersi sostanzialmente ridimensionato il gruppo SOLIMANDO-ARONE.
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LOPATRIELLO con i clan SCHETTINO, RUSSO (già RUSSO-VENA) ed altre aggregazioni minori (come il gruppo DONADIO, attivo a Montalbano Jonico), contigui ai predetti clan e dediti prevalentemente al più remunerativo spaccio di stupefacenti. In quest’ultimo ambito criminale, l’indice di espansione del consumo di droghe anche sintetiche (hashish, marijuana, eroina e cocaina) e di sostanze allucinogene/psicoattive è rappresentato dai numerosi sequestri eseguiti nel territorio.
Il vuoto di potere creatosi all’interno del clan SCHETTINO a seguito delle inchieste giudiziarie del passato sembrerebbe aver favorito il proliferare di nuovi gruppi, come documentato anche nell’indagine “Circe” (18 maggio 2022). Gli sviluppi investigativi di tale inchiesta, confluiti nell’operazione denominata “Game over”27, hanno documentato l’esistenza, nel Comune di Montescaglioso (MT), di un’articolata attività di gestione dello spaccio “in forma organizzata e continuata” gestita da un soggetto28 che “in possesso di cariche criminali conferitegli con rituali riconosciuti dalle cosche della ‘ndrangheta calabrese, svolgeva funzioni di promotore, organizzatore, finanziatore e capo dell’organizzazione malavitosa ex art.74 DPR 309/90, occupandosi direttamente di tutte le attività di gestione dei sodali ed organizzazione ed esecuzione dei delitti concernenti il programma criminale perseguito, ivi compresi l’approvvigionamento, l’occultamento, il taglio e la consegna delle sostanze stupefacenti trattate…”.
I gruppi criminali gravitanti nella zona di Montescaglioso e nella fascia Jonico metapontina “risultano ben radicati sul territorio di pertinenza e presentano peculiarità proprie, con proprie metodiche di “arruolamento” e con autonoma “capacità di infiltrazione” nel tessuto delinquenziale locale e regionale, con la partecipazione di adepti principalmente di origine lucana, autonomi rispetto alle vicine consorterie di eguale stampo della Calabria, della Campania o della Puglia, ma strettamente collegati ed in rapporti di affari criminali con le stesse”29.
A Stigliano (MT), superata la breve conflittualità con il clan SCHETTINO grazie una concordata ripartizione del territorio e ad una comune sinergia nel condurre le attività illecite, sembrerebbe ancora operativo il gruppo PASCARELLI-CALVELLO, attivo soprattutto nelle remunerative attività di spaccio di droga in diversi Comuni ricadenti nelle provincie di Matera e di Potenza30.
Nel semestre di riferimento, tuttavia, continuano a registrarsi danneggiamenti soprattutto nel settore agricolo, apparentemente riconducibili alle strategie intimidatorie messe in atto dalle consorterie31.
NOTE
27 Il 15 novembre 2022 la Polizia di Stato ha eseguito l’OCC n. 3590/2019 RGNR e n. 3605/2020 RGGIP emessa, dal Tribunale di Potenza l’11 novembre 2022, a carico di 22 soggetti ritenuti responsabili di traffico e di spaccio di sostanze stupefacenti acquistate da narcotrafficanti pugliesi e albanesi.
28 Il soggetto “aveva fatto parte nei primi anni Novanta del clan ZITO-D’ELIA, associazione di stampo mafioso che aveva dominato su Montescaglioso a seguito di una lunga e sanguinosa faida contro il clan BOZZA-di Taranto”: contributo del Questore di Matera, Eliseo NICOLÌ.
29 Come sostenuto anche dal già citato Questore di Matera nel suo contributo alla presente Relazione.
30 Il 23 settembre 2022 la Corte di Appello di Potenza ha confermato le condanne per i traffici di droga, aggravati dal metodo mafioso, del gruppo criminale a CALVELLO.
31 Il 18 luglio 2022, a Scanzano Jonico (MT), si è sviluppato un incendio, di probabile natura dolosa, in danno di un edificio il cui proprietario è risultato appartenere al clan SCHETTINO.
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Per quanto concerne le misure di prevenzione patrimoniale è da segnalare l’esecuzione da parte della DIA, il 7 luglio 2022, di un decreto di sequestro32 emesso a carico dell’amministratore unico di una società agricola che, come si rileva nel provvedimento, avrebbe tenuto nel passato “qualificati contatti con soggetti gravitanti in ambienti ‘ndranghetisti…”.
NOTE
32 N.61/2021 RGMP – n.147/2022 RCC emesso e depositato in cancelleria il 30 giugno 2022 dal Tribunale di Torino.
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