lunedì 2 ottobre 2023

L'INDAGINE SULLA MAXITRUFFA SUL FOTOVOLTAICO IN BASILICATA. SEQUESTRO NEI CONFRONTI DI PIETRO NINIVAGGI, UOMO DI AFFARI ORIGINARIO DI ALTAMURA (BA), ED ALTRE 60 PERSONE

TRA LORO ANCHE DUE IMPRENDITORI RUSSI, IGOR AKHMEROV ED ANDREY SELEZNEV. TUTTI GLI IMPIANTI SOTTO “GIUDIZIO” SONO NEL MATERANO. I CONTORNI DELL’INCHIESTA SECONDO LA SEGUENTE NOTIZIA DIFFUSA DA ILFATTOQUOTIDIANO.IT 

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FONTE ILFATTOQUOTIDIANO.IT

CRONACA

MAXI-TRUFFA SUL FOTOVOLTAICO IN BASILICATA: 61 INDAGATI. C’È ANCHE UN UOMO D’AFFARI RUSSO

DI VINCENZO BISBIGLIA

2 OTTOBRE 2023

Una maxi-truffa da 100 milioni di euro nel settore del fotovoltaico in Basilicata. Fondi governativi ottenuti, secondo gli investigatori, attraverso un sistema di 49 società fittizie in realtà riconducibili tutte a un unico imprenditore, con la presenza nella lista dei presunti prestanome pure di un impresario russo. Sono queste le accuse che hanno portato il Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Roma a eseguire un sequestro nei confronti dell’uomo d’affari pugliese Pietro Ninivaggi e di altre 60 persone.

Tra questi c’è anche Igor Akhmerov, legale rappresentante della società Ens Solar Five Srl dal 12 maggio 2010 al 6 agosto 2012 e già coinvolto una decina d’anni fa in un’inchiesta simile portata avanti dalla Procura di Milano ma poi completamente assolto, in primo e in secondo grado, con formula piena. Akhmerov, si legge negli atti, è risultato “responsabile del danno erariale” di circa 1 milione di euro (983.392 euro) ma alle verifiche della Gdf risulta nullatenente. L’altro cittadino russo coinvolto nella vicenda è Andrey Seleznev, anche lui “nullatenente”.

L’inchiesta è stata portata avanti dalla Procura di Bolzano che ha acquisito gli atti per competenza della Procura di Matera, mentre il sequestro è stato richiesto dalla Procura della Corte dei Conti di Roma. I pm procedono, a vario titolo, per i reati di truffa ai danni dello Stato e indebita percezione di erogazioni pubbliche. Per i pm, le aziende della galassia Ninivaggi avrebbero ottenuto in totale dal Gestore dei Servizi Energetici ben 99.096.751 euro, aggirando l’iter autorizzativo. Gli impianti, tutti installati nella provincia di Matera, sarebbero dovuti essere sottoposti a Aur (Autorizzazione unica regionale) invece, spacchettandoli e assegnandone piccole porzioni a ciascuna azienda, è bastato presentare una Dia (Dichiarazione di inizio attività) presso ciascun comune.

In questo modo, secondo gli investigatori, le imprese riconducibili all’imprenditore pugliese hanno accorciato i tempi ed hanno potuto accedere agli incentivi previsti dal quarto conto e dal quinto conto energia. Alcuni di questi impianti si apprende dalla richiesta di sequestro, erano anche uno attaccato all’altro, non rispettando nemmeno il criterio della distanza di almeno 500 metri tra i palchi fotovoltaici. A Pietro Ninivaggi e ai suoi familiari sono stati sequestrati conti correnti, immobili e auto di lusso. L’imprenditore originario di Altamura (Bari) pochi mesi fa aveva dichiarato pubblicamente di essere disponibile a pagare la quota di debito pubblico spettante a lui e alla sua famiglia per circa 281.400 euro.

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