PRESIDENTE VITO BARDI ED
ASSESSORE FRANCESCO FANELLI RISPONDETE ALLA NOSTRA DOMANDA. IN TUTTA ITALIA, ED
ANCHE IN BASILICATA, VENGONO UTILIZZATI SPECIALISTI PENSIONATI. PERCHÉ LA
RICHIESTA DI TRE IMPORTANTI MEDICI COME AIELLO, GIANNASIO E VENTURA NON È STATA
ACCOLTA? DI SEGUITO LA NOTIZIA, CON DOCUMENTI
LUIGI AIELLO, PRIMARIO OCULISTA |
PAOLO GIANNASIO, PRIMARIO CHIRURGO, A DX |
FRANCESCO VENTURA, PRIMARIO UROLOGO |
Come le ciliegie. Una tira l’altra. Solo che, nel caso, si tratta di medici che hanno chiesto alla Azienda sanitaria di Matera (Asm) di poter prestare le loro attività professionali, (GRATIS!), pur dopo essere andati in pensione. Dopo il nostro articolo sulla richiesta di Francesco Ventura, già primario urologo in ospedali di Basilicata e Puglia, sono venuti fuori i casi analoghi di Luigi Aiello, già numero 1 di oculistica al Giovanni Paolo II° di Policoro, e di Paolo Giannasio, anche lui numero 1 di chirurgia generale tra Tinchi e Policoro. Tutti e tre disponibili, con tanto di pec ufficiale, a lavorare gratuitamente per la Asm. Badate bene che si tratta di medici ancora in attività professionale privata con consulenze pagate come di dovere da cliniche private convenzionate di Puglia e Calabria. Ciononostante si erano messi a disposizione della sanità pubblica lucana. Per abbattere le liste di attesa e per bloccare quota parte della emigrazione sanitaria fuori regione.
Allora? Perché questo ostracismo da parte dell’Azienda di Matera? Eppure ci pare che in Italia casi del genere sono come manna dal cielo per le derelitte casse del Sistema sanitario e, soprattutto, per le notissime carenze di specialisti. Proprio nelle disciplini citate. Allora?
Tocca al presidente della Regione, Vito Bardi, e all’assessore regionale alla sanità, Francesco Fanelli, rispondere ai nostri interrogativi.
Lo chiediamo noi a nome di tre professionisti citati e, soprattutto, a nome dei pazienti costretti sempre di più ad attendere lunghissime liste di attesa, a pagare di tasca propria per prestazioni convenzionate ed a trasferirsi fuori regione per poter rispondere ai loro sacrosanto diritto alla salute.
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