GIUDIZIO IMMEDIATO PER IL PROFESSIONISTA ACCUSATO DI AVER PROMESSO 50 EURO ALLA DONNA PER RIPULIRE LA VILLA AL MARE E DI ESSERLE POI SALTATO ADDOSSO ALLUNGANDO LE MANI NELLE PARTI INTIME. DI SEGUITO LA NOTIZIA INTEGRALE
FONTE LAGAZZETTADELMEZZOGIORNO.IT
IL PROCESSO
TARANTO, VIOLENZA SESSUALE SU 23ENNE: AVVOCATO FINISCE ALLA SBARRA
A LUGLIO SCORSO IL PROFESSIONISTA È FINITO AGLI ARRESTI DOMICILIARI
TARANTO - Inizierà a gennaio il processo nei confronti di un 48enne avvocato originario di Matera in attività nel foro di Taranto, finito agli arresti domiciliari a luglio con l'accusa di violenza sessuale nei confronti di una 23enne. Il pubblico ministero Marzia Castiglia ha infatti chiesto e ottenuto il giudizio immediato per il professionista accusato di aver promesso 50 euro alla donna per ripulire la villa al mare e di esserle poi saltato addosso allungando le mani nelle parti intime.
L'incubo di una 23enne è
cominciato a gennaio scorso quando, a causa delle difficoltà economiche, ha
accettato quel piccolo lavoro si è ritrovata sola nella villetta con lui che,
nonostante i tentativi della donna di respingerlo, ha abusato di lei.
È stata la vittima, poco dopo quelle ore infernali a denunciare tutto. Per
bisogno, come detto, aveva accettato quel lavoro e l’offerta dell'uomo di
accompagnarla in auto, ma già in viaggio il 48enne avrebbe cominciato a fare
discorsi incomprensibili: «Ho saputo che le ragazze di Taranto si
prostituiscono per 150 euro... io sarei disposto a pagare anche 200/250...e tu
sei d'accordo?».
La 23enne avrebbe risposto che nonostante la sua situazione difficile, mai avrebbe accettato una proposta del genere. Una volta arrivati nell'immobile da ripulire, l'uomo le ha infilato una banconota da 50 euro nel giubbotto e poi l'ha abbracciata con forza allungando le mani e provando con forza a baciarla anche tenendola contro il muro. La donna avrebbe provato respingerlo, ma la paura ha preso il sopravvento: in pieno inverno, in una zona buia e isolata del litorale, nessuno avrebbe sentito le sua grida. Quando finalmente è riuscita a liberarsi, la 23enne terrorizzata ha chiesto di essere riaccompagnata a casa: anche nel viaggio di ritorno l'uomo avrebbe provato più volte ad avere rapporti.
Quando è arrivata a casa la donna avrebbe raccontato immediatamente tutto al compagno e ai familiari: uno di loro ha così contattato l'avvocato per avere spiegazioni: il professionista, a quel punto ha chiamato i poliziotti che sono arrivati nel suo studio e hanno anche assistito all'incontro tra il parente della donna e il legale. Questi a un certo punto ha accusato un malore e chiesto un'ambulanza, ma mentre i medici lo portavano via, i poliziotti lo hanno sentito mentre diceva al parente della 23enne una frase «Vi pago e facciamo pace». Per il pm Castiglia era un chiaro tentativo di inquinare le prove. Una tesi condivisa anche dal gip Alessandra Romano che alcuni mesi fa ha firmato l'ordinanza che ha portato all'arresto del professionista.
A distanza di tempo, i la procura ha chiesto e ottenuto il giudizio immediato che consente di saltare la fase preliminare: la palla ora passa ii difensori dell'imputato, gli avvocati Calliope Murianni e Maria Rosaria Malvinni, che dovranno decidere se affrontare il dibattimento oppure chiedere il rito abbreviato che consente di ottenere, in caso di condanna, lo sconto di un terzo della pena.
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