lunedì 6 novembre 2023

NUCLEARE. IL CIMITERO DELLE SCORIE D'ITALIA A TRINO (VERCELLI)? LO VOGLIONO IN PIEMONTE ANCHE GLI… AMERICANI

IL DIBATTITO IN CORSO RIGUARDA DA VICINO ANCHE LA BASILICATA. LA NOSTRA REGIONE DA TEMPO HA DICHIARATO “VADE RETRO, DEPOSITO UNICO NAZIONALE”. DI SEGUITO LA NOTIZIA INTEGRALE


CENTRALE ENRICO FERMI (TRINO). IL REATTORE (FOTO SOGIN SPA)

DECOMMISSIONING CENTRALE DI TRINO (FOTO SOGIN SPA)

DECOMMISSIONING CENTRALE DI TRINO (FOTO SOGIN SPA)

FONTE LASTAMPA.IT

NUCLEARE, GLI AMERICANI VOGLIONO CREARE A TRINO UN DEPOSITO DI SCORIE RADIOATTIVE

E’ LA STESSA SOCIETÀ CHE 60 ANNI FA PORTÒ IL REATTORE ALLA CENTRALE ENRICO FERMI

DI ROBERTO MAGGIO

Negli anni Sessanta aveva fornito il reattore alla centrale nucleare Enrico Fermi. Dopo più di mezzo secolo la società americana Westinghouse torna ad affacciarsi sul territorio di Trino con un’ipotesi destinata a far discutere, e non poco: utilizzare il sito trinese come deposito temporaneo per i rifiuti radioattivi italiani riprocessati all’estero. Di questo si è parlato nella recente audizione che si è svolta alla Commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera dei Deputati, durante la quale sono state avanzate due possibilità per il territorio di Trino. Entrambe sono state proposte dall’azienda statunitense che opera nel campo dell’energia nucleare. La prima ipotesi illustrata a Roma è quella di trasformare l’area radiologica della Fermi in un deposito temporaneo per stoccare 8 «cask»: contenitori, con dentro rifiuti ad oggi situati nei due centri di riprocessamento di La Hague, in Francia, e a Sellafield, nel Regno Unito. Si tratta di materiale radioattivo di proprietà di Sogin partito negli anni scorsi dall’Italia per essere riprocessato all’estero: oggi le scorie sono state vetrificate, e la convenzione sottoscritta all’epoca tra Italia, Francia e Inghilterra prevedeva il loro ritorno sul territorio italiano, nel Deposito Nazionale Unico. Ma il Dnu ad oggi non c’è, e una collocazione a queste scorie - che Francia e Inghilterra non vogliono tenersi più - va data.

Westinghouse, in audizione alla Camera, ha evidenziato la possibilità di ospitare i cask nell’area del sito trinese «assieme ad altri rifiuti ad alta attività, generati durante i lavori di smantellamento della Enrico Fermi». Secondo il gruppo di Trino di Legambiente, che ha sollevato il caso, «gli 8 cask dovrebbero contenere tutti i rifiuti radioattivi ad alta attività: sia quelli nazionali, sia quelli italiani oggi all’estero». Il luogo prescelto dalla società americana sarebbe l’edificio di contenimento della centrale di Trino, da svuotare per fare spazio ai contenitori.

La seconda possibilità annunciata da Westinghouse è di «costruire un nuovo deposito temporaneo dedicato», sempre per accogliere il carico di rifiuti riprocessati in Francia e Regno Unito. «Questa è la proposta che riduce al minimo i rischi generali di progetto, di carico, trasporto e licensing - ha dichiarato la società in audizione - per una soluzione temporanea basata su Trino». Inoltre Westinghouse «garantisce una sicura e veloce implementazione del progetto, grazie alla propria esperienza e conoscenza specifica dell’impianto di Trino, del suo decommissioning e della realizzazione di depositi temporanei di rifiuti radioattivi». Ad oggi sono già presenti nel sito trinese 1.511 metri cubi di scorie radioattive, ospitate in depositi temporanei.

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