sabato 4 novembre 2023

TUTTE LE SCORIE NUCLEARI D’ITALIA. ALL’ITREC DI ROTONDELLA, NELLA PICCOLA BASILICATA, SONO CONTENUTI 3.857 MC, IL 12,38% SU SCALA NAZIONALE, QUARTO POSTO ASSOLUTO

L’ULTIMO INVENTARIO DELL’ISIN (ISPETTORATO NAZIONALE PER LA SICUREZZA NUCLEARE E LA RADIOPROTEZIONE) È AGGIORNATO AL 31 DICEMBRE 2022. NEL LAZIO LA QUANTITÀ MAGGIORE. MA I RIFIUTI RADIOTTIVI SONO IN VARIE EX CENTRALI E EX SITI ATOMICI. A QUANDO IL DUN (DEPOSITO UNICO NAZIONALE)? DI SEGUITO LA NOTIZIA INTEGRALE 


FOTO GREENME.IT


LA PISCINA DELL'ITREC CON LE BARRE DI ELK RIVER RAFFREDDATE H24

FONTE METEOWEB.IT

RIFIUTI RADIOATTIVI: 31.159 METRI CUBI IN ITALIA, NEL LAZIO LA QUANTITÀ MAGGIORE

DI FILOMENA FOTIA

Ammontano a 31.159,1 mc i rifiuti radioattivi detenuti in Italia, presso depositi temporanei, al 31 dicembre 2022: rispetto al 2021, si registrano 653,4 m in meno. Un calo dovuto non alla minore produzione di rifiuti “civili” – medici e industriali – bensì alle attività di trattamento e condizionamento dei rifiuti radioattivi che hanno comportato una riduzione del volume.

La regione che detiene la quantità maggiore di rifiuti radioattivi è il Lazio, con 9.591 mc (30,78% del totale nazionale), seguita da Lombardia (6.462 mc, pari al 20,74%), Piemonte (5.923 mc, 19,01% del totale), Basilicata (3.857 mc, 12,38%), Campania (2.495 mc, 8,01%), Emilia Romagna (1.167 mc, 3,74%) e Toscana (1.038 mc, 3,33%). In coda la Puglia, con 625 mc di rifiuti radioattivi detenuti e una percentuale, sul totale, del 2,01%.

Cresce la quantità in Lombardia (+ 352 mc), Piemonte (+ 99 mc), Basilicata (+ 25 mc), Campania (+ 5 mc) e Toscana (+ 4 mc); diminuisce, al contrario, in Emilia Romagna (- 713 mc) e Lazio (- 435 mc). Stabile la Puglia.

In totale, si tratta di rifiuti radioattivi la cui attività totale è pari a 2.726.353,9 GBq (- 59.040 GBq rispetto al 2021).

Le sorgenti radioattive dismesse, ovvero quelle sigillate e non più utilizzate, presentano un’attività pari a 860.501,7 GBq (-22.716,5 GBq rispetto al 2021); l’attività del combustibile nucleare irraggiato, espresso in TBq, è pari a 32.425, 5 (-854,8 TBq).

Va comunque precisato che il 99% del combustibile nucleare irraggiato delle quattro centrali nucleari nazionali dismesse non si trova più in Italia: inviato in Francia e in Gran Bretagna,

dove è stato sottoposto a processo chimico per il recupero di nuovo combustibile nucleare fissile, farà presto rientro in Italia come rifiuto radioattivo vetrificato di minore volume rispetto a quello di partenza.

Rifiuti radioattivi, sorgenti radioattive dismesse e combustibile nucleare irraggiato hanno, in totale, un’attività pari a 36.012,3 TBq (-891,1 TBq).

In termini di attività totale presente sul territorio, la regione che figura al primo posto è il Piemonte (1.977.410 GBq, pari al 72,53% del totale nazionale), seguito da Campania (346.897 GBq, pari al 12,72% del totale), Basilicata (239.233 GBq, l’8,77% del totale), Lombardia (99.411 GBq, 3,65%), Lazio (56.492 GBq, 2,07%) Toscana (6.771 GBq, 0,25%), Emilia Romagna (133 GBq) e Puglia (7 GBq).

Questi dati sono contenuti nell’Inventario nazionale dei rifiuti radioattivi dell’ISIN (Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione) e sono aggiornati al 31 dicembre 2022.

Il documento viene predisposto sulla base dei dati che, annualmente, i diversi operatori, ai quali compete la responsabilità primaria della detenzione e gestione in sicurezza dei rifiuti stessi, trasmettono all’Ispettorato.

Questo è il primo rapporto che utilizza i dati trasmessi all’ISIN, ai sensi dell’art. 60 del D.Lgs. n. 101/2020, attraverso il Sistema Tracciabilità Rifiuti Materiali e Sorgenti (STRIMS), divenuto pienamente operativo dal febbraio 2022. Tutti i soggetti che effettuano attività di gestione di rifiuti radioattivi hanno, infatti, l’obbligo di registrarsi a STRIMS per la trasmissione di tutte le informazioni previste dalla legge per identificare i rifiuti radioattivi e i soggetti da cui provengono, costituendo illecito amministrativo l’inottemperanza agli obblighi previsti.

I dati contenuti nel rapporto sono riferiti ai depositi temporanei presenti sul territorio nazionale nei quali i rifiuti radioattivi, il combustibile nucleare irraggiato e le sorgenti radioattive dismesse sono, al momento, stoccati provvisoriamente in attesa di essere conferiti per la maggior parte al Deposito nazionale e in minima parte al deposito geologico, a seconda della classificazione prevista dal Decreto del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e dello Sviluppo Economico del 7 agosto 2015, per lo smaltimento inteso come confinamento definitivo e permanente degli stessi senza l’intenzione di rimuoverli successivamente.

Quali sono i motivi delle variazioni rispetto al 2021? Continuano, in molti impianti, gli aggiornamenti dovuti alle campagne di caratterizzazione radiologica dei rifiuti radioattivi presenti con tecniche e metodologie più avanzate rispetto al passato. Gli aggiornamenti sull’attività hanno comportato, in alcuni casi, la rivalutazione della classificazione dei rifiuti radioattivi e di alcune ipotesi di trattamento per alcune tipologie di rifiuti non condizionati, con conseguente riclassificazione.

In alcuni impianti è stato ricalcolato l’effetto del decadimento dell’attività, rivalutato lo stato tecnologico di condizionamento dei rifiuti, in funzione dei requisiti di conferibilità al Deposito nazionale, così come è stata rivalutata la classificazione dei manufatti che non necessitavano di condizionamento e che superavano i limiti di concentrazione di attività previsti dal Decreto Interministeriale di classificazione dei rifiuti radioattivi del 7 agosto 2015.

Presso l’impianto EUREX, situato a Saluggia (VC), si è provveduto ad una rivalutazione dello stato tecnologico di alcuni oggetti radioattivi (da rifiuti radioattivi a sorgenti dismesse).

Nel corso del 2022 sono state inoltre svolte attività di produzione e gestione rifiuti radioattivi, comprese operazioni di trattamento e condizionamento eseguite in sito (ad es. condizionamento fanghi, operazioni di cernita e overpacking rifiuti solidi, ecc.) e l’invio fuori Sito ai fini del trattamento e/o condizionamento (ad es. incenerimento resine, fusione materiali metallici, supercompattazione rifiuti solidi comprimibili).

Dalla Centrale di Caorso (PC) sono state effettuate spedizioni di rifiuti radioattivi di bassa attività all’estero, dove saranno trattati. Al contempo sono rientrate, presso la Centrale del Garigliano, 331 overpack derivanti dal trattamento di supercompattazione di rifiuti; la stessa Centrale di Sessa Aurunca (CE) ha invece inviato materiale di bassa e molto bassa attività alla fonderia svedese di Cyclife. A seguito delle attività di bonifica e/o di smantellamento, sono stati inevitabilmente prodotti nuovi rifiuti.

Per quanto riguarda il deposito CEMERAD di Statte (TA), gestito da novembre del 2015 dal Commissario Straordinario nominato dal Governo, nel 2022 non ci sono state spedizioni all’esterno e le variazioni sono dovute a caratterizzazione rifiuti e riconfezionamento di fusti in overpack.

Il rapporto ISIN contiene, inoltre, informazioni in merito a materiali e rifiuti radioattivi derivanti da attività di bonifica e stoccati in depositi locali. Si tratta di contaminazioni derivanti da eventi incidentali di fusione di sorgenti radioattive verificatesi presso installazioni industriali.

L’Inventario ne riporta l’elenco aggiornato a seguito delle ricognizioni effettuate in collaborazione con le ARPA/APPA e con le prefetture interessate, con l’indicazione della tipologia di rifiuto prodotto, l’isotopo rilevato, la stima dell’attività, della massa e del volume.

Le installazioni industriali monitorate sono attualmente 18, di cui 15 in Lombardia, 1 in Veneto e 2 in Toscana.

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