venerdì 9 febbraio 2024

CAPITANERIA DI PORTO DI TARANTO. TUTTI I NUMERI DELL’OPERAZIONE “SPINNAKER” CONDOTTA ANCHE NELLO JONIO ANTISTANTE IL METAPONTINO

TRA GLI INTERVENTI DI RILIEVO IL RECUPERO DI CIRCA 200 KG DI BIANCHETTO O NOVELLAME E DI UNA GROSSA RETE DA PESCA DI LUNGA OLTRE 500 METRI DI USO VIETATO. DI SEGUITO LA NOTIZIA INTEGRALE CON TUTTE LE OPERAZIONI CONDOTTE DAGLI UOMINI DELLA CAPITANERIA DI PORTO 


FONTE CAPITANERIA DI PORTO DI TARANTO

CONTRASTO ALLA PESCA ILLEGALE SULLE COSTE TARANTINE E LUCANE

I NUMERI DELLA CAPITANERIA DI PORTO DI TARANTO

Si è conclusa in data odierna l’operazione complessa di controllo pesca “SpINNaker” (INN, acronimo di Pesca Illegale Non dichiarata e Non regolamenta), svoltasi in questi primi mesi del 2024 su tutto il territorio nazionale, che ha visto in campo donne e uomini della Guardia Costiera impegnati in controlli sulla filiera ittica, sia a terra che in mare.

L’obiettivo principale è stato quello di prevenire, individuare e contrastare qualunque forma di illegalità che possa pregiudicare in maniera significativa gli stock ittici e alterare il principio di leale concorrenza sul mercato a causa di comportamenti disonesti, che possano indebolire anche la capacità del cittadino di autodeterminarsi correttamente nella scelta del prodotto ittico.

Massima attenzione è stata rivolta al contrasto della pesca illecita del c.d. “bianchetto” (o “novellame di pesce azzurro”), che in questo periodo dell’anno viene inesorabilmente perpetrata lungo tutta la costa Jonica da parte di persone senza scrupoli.

La pesca del novellame, infatti, crea danni enormi all’ecosistema marino in quanto la cattura di pesci così piccoli non permette alle varie specie di raggiungere l'età adulta, andando ad alterare il precario equilibrio della relativa risorsa ittica, già messa a dura prova dalla pressione antropica.

Varie le fattispecie illecite contestate, che vanno dall’introduzione in commercio di prodotti ittici sottomisura provenienti da zone di cattura non consentite, alla contraffazione delle indicazioni geografiche.

Preceduta da una mirata attività di intelligence investigativa, l’operazione, ha visto impegnati nel complesso oltre cinquanta militari, due motovedette e due gommoni della Guardia Costiera tarantina, che hanno perlustrato diuturnamente l’intera fascia marittimo/costiera.

Tra gli interventi di maggior rilievo, quello messo a segno alla foce del fiume Agri (comune di Policoro) nella mattinata del 7 febbraio scorso, dove una squadra composta da 8 militari della Guardia Costiera e 2 agenti del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Policoro, ha sorpreso una decina di piccoli barchini intenti allo sbarco a terra del “bianchetto”.

Sebbene tali pescatori di frodo alla vista dei militari abbiano fatto rapidamente perdere le loro tracce lungo i bassi fondali interni del fiume, sono stati tuttavia recuperati diversi fusti con all’interno un totale di circa 200 Kg di novellame nonché una grossa rete da pesca di lunghezza complessiva di oltre 500 metri, dotata di maglie finissime, il cui utilizzo risulta assolutamente vietato.

Questi i dati fatti pertanto registrare dagli uomini della Capitaneria di Porto di Taranto, che si ricorda operano lungo tutto il litorale che va dal Comune di Nova Siri (MT) a quello di Manduria (TA), con l’ausilio del personale in servizio presso i dipendenti Uffici Locali Marittimi di Maruggio e Policoro:

60 controlli complessivi effettuati;

20 ispezioni agli esercizi commerciali;

9 illeciti amministrativi contestati;

6 attrezzi da pesca sequestrati, (reti da pesca non autorizzate e/o conformi, per una

lunghezza complessiva oltre il chilometro);

12.000 euro per sanzioni pecuniarie contestate;

300 Kg. di prodotto ittico sequestrato.

I controlli continueranno incessanti per la tutela dei cittadini e per la salvaguardia del bene mare, al contempo, ribadendo il dovuto consiglio di pretendere all’atto dell’acquisto di qualsiasi singola partita di pescato ogni utile notizia sulla provenienza di quel prodotto commercializzato per il quale dovranno essere immediatamente resi disponibili e visibili tutte le informazioni sulla relativa tracciabilità.

Ciò a tutela non solo della propria salute, ma anche e soprattutto al fine di non alimentare ulteriormente, attraverso l’acquisto di partite di pescato illecite, la filiera ecocriminale di somministrazione al pubblico di prodotti ittici che costituisce una delle criticità sistemiche di questo territorio e che incide sullo sviluppo dello stesso indotto “legale” di commercializzazione e vendita.

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