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FONTE UFFICIO STAMPA CONSIGLIO REGIONALE
BARDI TRACCIA LE LINEE PROGRAMMATICHE PER IL FUTURO
“Con rinnovato impegno ci
accingiamo, maggioranza e opposizione, membri di questo Consiglio regionale, a
fare del nostro meglio perché la politica faccia la sua parte e riconquisti
dignità, significato e reputazione che le sono propri. Come ricordavo nel mio
breve intervento nel precedente Consiglio, citando le parole di Papa Francesco
al G7, la grandezza della politica si mostra quando, in momenti difficili, si
opera sulla base di grandi principi e pensando al bene comune a lungo termine.
Ed è compito di tutti noi che un più vasto elettorato riscopra la funzione
nevralgica della politica e veda in essa la più qualificata espressione dei
diritti di cittadinanza e partecipazione”.
È quanto ha dichiarato il presidente della giunta regionale, Vito Bardi, nel
corso del Consiglio regionale, dopo aver presentato la Giunta regionale e aver
preso parte ai lavori dell’aula legati alla surroga dei consiglieri con
l'ingresso Galella, Leone, Picerno e Fanelli.
“Abbiamo il privilegio di vivere in una terra straordinaria dal punto di vista
paesaggistico, una terra ricca di storia e di cultura, con tante produzioni di
qualità che però, non da oggi, non è più la terra di elezione per molti
giovani. E non si tratta – ha aggiunto Bardi – solo del problema del lavoro,
molto meno grave rispetto al passato, si tratta più in generale dell’assoluta
necessità di determinare le condizioni per una maggiore integrazione con il
resto del Paese sotto il profilo della raggiungibilità e di attivare processi
di rigenerazione sociale oltre che urbanistica, di vitalità sociale che
modifichi la sensazione, in molti casi prevalente, che la Basilicata sia una
terra per vecchi. Si tratta di temi che riguardano l’Italia e ancor più il
Mezzogiorno ma che in Basilicata sono particolarmente acuiti dalla modesta
consistenza demografica. Qui da noi, per molti dei nostri paesi, bastano poche
decine di famiglie che se ne vanno per mettere definitivamente in crisi la
sostenibilità di attività commerciali ed economiche, la tenuta sociale di tante
comunità.
A fronte di questa realtà, più che nota a ciascuno di noi, la politica non può
dare la sola sensazione di speculare su questi grandi temi sbandierandoli in
campagna elettorale, riempiendosi la bocca come se facesse ora una grande
scoperta, ripiegandosi poi in prassi di mera gestione delle risorse, in una
visione manutentiva dell’esistente.
La Basilicata non può arrendersi a queste tendenze al declino. L’ho detto più
volte e lo ribadisco anche oggi, dobbiamo insieme innalzare il tono del
dibattito, creare occasioni di confronto anche all’esterno di questo palazzo,
cercare di inserirci nel dibattito nazionale e non solo, approfondire meglio e
di più i grandi temi della rigenerazione sociale ed economica.
Cambiando forse anche il paradigma su cui per molti anni ci siamo soffermati,
chiedendoci piuttosto a chi può interessare un territorio così vasto e così poco
popolato, a quali attività economiche – posto che in molte realtà territoriali
nazionali c’è una saturazione di spazi adibiti ad attività produttive; a come
sfruttare risorse oggi ancora sottoutilizzate, penso al patrimonio boschivo ad
esempio o a colture un tempo presenti e oggi scomparse e di cui si avverte
nuovamente la necessità, come pure ho avuto occasione di apprendere in
confronti su questo terreno.
Penso ai fattori di convenienza economica nel vivere in Basilicata dove il
costo della vita è più basso che altrove, alle opportunità generate dalla
società digitale con il lavoro a distanza che, in alcuni ambiti, potrebbe
limitare l’esigenza di emigrare o offrire l’opportunità di rientrare offrendo
migliori condizioni di vita; sempre che la percezione, soprattutto nelle
componenti giovanili, non sia quella di vivere in realtà stagnanti, prive di
stimoli.
La cura dell’habitat, della qualità urbanistica, l’offerta di servizi
culturali, di sport, di tempo libero e di svago sono oggi parte integrante di
un sistema di aspettative di qualità della vita cui occorre dar risposte. La
società cambia e le vecchie ricette non bastano. Si tratta di sfide di non
facile soluzione, di cambiamenti culturali e di comprensione delle dinamiche
della società odierna che chiamano tutti noi e soprattutto quanti hanno
responsabilità nelle dimensioni locali, gli amministratori pubblici, a pensare
in modo nuovo e ad orientare progettualità e spesa pubblica tenendo conto di
queste nuove esigenze e guardando ad un territorio che vada oltre i confini
comunali, cercando su base territoriale, di concerto con i sindaci dei comuni
viciniori, di creare le condizioni per migliorare le condizione di vita dei
residenti. In questa prospettiva abbiamo proposto le nuove strategie territoriali,
cercando di superare il modello delle strategie nazionali per le aree interne
(denominate Snai), peraltro dotate di scarse risorse, e lanciato una proposta
tesa a ricucire le economie di relazioni con le cittadine lucane, con i poli
gravitazionali della vita economica e sociale dei diversi territori. Non solo,
ma mettendo di fatto a loro disposizione tutte le risorse disponibili da varie
fonti finanziarie, a partire dal PNRR sino all’Accordo di coesione, affinché
ciascuna realtà territoriale, di fatto coincidenti con quelle delle ex comunità
montane, delinei una rinnovata strategia di sviluppo locale. Si tratta di
immaginare una articolazione territoriale di una unitaria idea di sviluppo
locale dove ciascuno possa concorrere offrendo servizi di interesse
intercomunale; dove il finanziamento di singole opere, singoli interventi si
collochi in un disegno più vasto di sviluppo del territorio a partire dal
rafforzamento della dotazione di servizi essenziali (sanitari, di istruzione,
mobilità, sport) sino alle infrastrutture e servizi destinati ai settori
produttivi”.
Ricordando l’esperienza della pandemia, il presidente ha sottolineato che “Le
politiche di ripresa e resilienza stanno certamente sostenendo il rilancio
dell’economia, ma si tratta di un ciclo destinato a finire in gran parte nel
2026. Occorre, dunque, in questa fase curare l’attuazione degli interventi,
evitare il più possibile il definanziamento di progetti, monitorare e aiutare a
conseguire gli obiettivi del Pnrr. Questione che ci impone di fare uno sforzo
per rafforzare le competenze e capacità amministrative. Questione che rinvia a
un tema altrettanto cruciale in una economia a forte traino pubblico:
l’ammodernamento della pubblica amministrazione, il rafforzamento delle
competenze oltre che degli organici. La stagione dei concorsi e del
reclutamento di personale è in pieno svolgimento così come lo sforzo per
riorganizzare enti e società pubbliche.
In questo scenario non è dunque un caso che la nostra coalizione si è posta tra
i temi da affrontare quello di una maggiore qualificazione, formazione e
aggiornamento dei quadri della pubblica amministrazione sino ad ipotizzare la
nascita di una scuola ad hoc, percorso in verità che avevamo tentato nel
periodo in cui Brunetta era Ministro della pubblica amministrazione e che oggi
va ripreso e verificato nelle sue possibili soluzioni.
La crescita di efficienza e di produttività del comparto pubblico è infatti una
condizione imprescindibile per le politiche di sviluppo regionale.
Al contempo occorre considerare che questo massiccio intervento pubblico che ha
concorso a sostenere il Pil regionale, andrà declinando nella seconda parte
della legislatura. Di qui l’esigenza fondamentale di spendere bene e presto le
risorse disponibili e di dotarci di quelle condizioni in grado di sostenere
anche tempi ordinari”.
Bardi ha evidenziato la necessità di portare il dibattito sul tema della
sanità, che affligge diverse regioni, su un piano realistico. “La spesa
sanitaria va riportata sotto controllo senza danneggiare gli utenti e vanno
attuate, così come ci siamo impegnati a fare, tutte le azioni per verificare
con maggiore attenzione le principali voci di costo a partire dalle verifiche
sulla congruenza della spesa farmaceutica, ai costi di sistema, nel mentre un
rinnovato impegno si andrà dispiegando per rimuovere le principali criticità
riscontrate, dalle liste d’attesa all’emigrazione passiva, per potenziare la
qualità e quantità dell’offerta di servizi socio assistenziali tenendo conto
che è in piena fase di svolgimento l’attuazione del processo di strutturazione
dei presidi di medicina territoriale avviato con il Pnrr. Il programma di
coalizione prevede l’articolazione di un disegno di riorganizzazione con un
sistema di hub e spoke, lo sviluppo significativo della telemedicina, il
rafforzamento dei presidi territoriali e azioni specifiche per l'attrazione di
medici e operatori sanitari. Più in generale, sulle politiche per la persona la
coalizione intende valorizzare il Programma Basilicata care con azioni mirate
al sostegno alla natalità, alla genitorialità, alla parità di genere, agli
anziani non autosufficienti, al welfare aziendale e allo smart working, oltre
alla copertura di esami specialistici tramite le farmacie”.
“Le sfide che occorre affrontare sono diverse, ma proprio per questo è bene
richiamare il nostro punto di partenza, il Piano strategico regionale, con cui
abbiamo voluto formulare una analisi aggiornata per ripensare i termini della
questione lucana, per individuare i fattori che ostacolano il pieno sviluppo
della nostra regione, ponendoci alcuni obiettivi di breve e medio periodo.
Ma proprio partendo da quel Piano, atto di programmazione varato con legge, che
abbiamo rivolto la nostra attenzione dando priorità e valenza strategica alla piena
valorizzazione innanzitutto delle nostre risorse endogene, quelle idriche ed
energetiche innanzitutto.
Senza questa spinta e sollecitazione non ci saremmo ripiegati sul risanamento
dell’Acquedotto lucano e sul varo di un piano industriale votato alla quasi
unanimità dai partecipanti all’assemblea; non avremmo attenzionato
adeguatamente i percorsi di riforma a partire da quello dell’Ente irrigazione,
né riaperto con la Regione Puglia un confronto più intenso su come far
coesistere solidarietà tra territori e tutela di interessi regionali.
Sull’autonomia differenziata non mi sottrarrò al confronto, una prospettiva che
ho sostenuto precisandone le condizioni, e dunque con tutti i se e i ma che
innovazioni così importanti comportano, affinché il principio di maggiore
autonomia e responsabilità non venga umiliato da mancate garanzie di un quadro
di riequilibrio più generale che attengono alla disponibilità paritetica di
servizi essenziali dal nord al sud del Paese. Che vi fossero anche nella nostra
coalizione diversità di vedute sul tema dell’autonomia differenziata era già
chiaro prima delle elezioni. Affronteremo la questione laicamente fiduciosi che
la maggioranza dei consiglieri comprenda le ragioni di questo processo di
riforma”.
La lettura degli indicatori economici ci dice che la nostra regione ha
registrato in questi anni una crescita e, in molti casi, è in condizioni
migliori rispetto al resto del Mezzogiorno, ma siamo ancora lontani da quella
Basilicata che desideriamo. Da quel recupero di efficienza e di efficacia che
dobbiamo auspicare per distinguerci tra le regioni meridionali.
C’è tutta una vitalità sociale da risollecitare. Avvertiamo tutti la necessità
che i diversi corpi sociali, gli ordini professionali, le Università, i centri
di ricerca di cui disponiamo contribuiscano più attivamente a riflessioni sullo
sviluppo e le prospettive della nostra regione.
Un tema nevralgico per lo sviluppo regionale resta quello delle infrastrutture,
una questione da sempre cruciale per le sorti della nostra regione, occorre che
vi sia un confronto che ci aiuti a concentrare le risorse disponibili su
progetti sfidanti, su quelle opere che ci avvicinino alle grandi arterie,
all’alta velocità e che aiutino a ricucire il territorio. La galleria sotto
Tolve per avvicinare le due città capoluogo può costituire un esempio, il
finanziamento delle fasi progettuali della transcollinare Murgia – Pollino va
in questa direzione, il sostegno a progettualità che avvicinino ulteriormente
la Val d’Agri al Vallo di Diano, anche in previsione di un ulteriore raccordo
con l’Alta velocità ferroviaria, testimoniano questo sforzo. Insomma, occorrerà
ripiegarsi sul tema delle infrastrutture aggiornando la nostra scala di
priorità sulla base delle strategie nazionali e delle principali esigenze di
raccordo est ovest infra-regionali e interregionali. Questo non significa
trascurare il grande tema della manutenzione del nostro sistema viario né
tantomeno quello di una rinnovata riflessione in tema di trasporti, su cui
siamo impegnati a varare un nuovo piano che tenga conto delle effettive
esigenze.
Si tratta, inoltre, di pensare a un utilizzo più massiccio delle opportunità
offerte dalle tecnologie digitali nel mondo dei trasporti, per evitare sprechi
e rendere più efficiente il sistema. Così come occorre, e abbiamo convenuto nel
nostro programma di coalizione, ampliare e rafforzare il sistema degli eliporti
che, al di là dei maliziosi e propagandistici fraintendimenti, possono
costituire una ulteriore opportunità per far fronte alle emergenze sanitarie,
rendere più tempestivo l’intervento della protezione civile, e in prospettiva,
avvalendosi di elicotteri di ultima generazione essere di utilità anche per il
mondo industriale e del turismo. Più in generale lo sviluppo di relazioni con
questo mondo industriale potrebbe aprire anche ulteriori prospettive. In questo
disegno è compreso, evidentemente l’avio-superficie di Pisticci il cui
completamento finalmente è prossimo ad esser conseguito e che implica una
rinnovata attenzione per quanto attiene il percorso da fare per garantirne il
funzionamento e la gestione”.
“Molte delle nostre energie – ha proseguito – sono state profuse nella
valorizzazione di alcune delle nostre risorse strategiche, a cominciare da
quelle energetiche. Ed è dato oggettivo che abbiamo già dato prova di una
capacità di iniziativa regionale in tema di energia quando abbiamo opzionato
200 milioni di metri cubi di gas per i fabbisogni energetici delle famiglie
lucane, con gli accordi sottoscritti nel 2021. Accordi i cui effetti nel corso
di quest’anno sono stati depotenziati dalla liberalizzazione del mercato
dell’energia, ma che entro l’anno daranno nuovamente i benefici attesi con il
passaggio all’erogazione diretta da parte della Regione. Nel mentre siamo
impegnati nell’incoraggiare l’autoproduzione di energia, a partire dai non
metanizzati. Questo disegno ancora da completare ci vede chiamati a
implementare le comunità energetiche e altre iniziative per generare benefici e
vantaggi anche per il sistema imprenditoriale rafforzando in tal modo i fattori
di attrattività territoriali.
Così come non sfugge agli addetti ai lavori l’enorme lavoro che si sta
compiendo per ridare chiarezza e certezze giuridiche nelle nostre aree
industriali intervenendo anche qui su antichi nodi, e cercando al contempo di
incoraggiare l’insediamento di nuove attività industriali nel potentino come
nel materano”.
Un passaggio cruciale dell’intervento ha riguardato la questione industriale,
in particolare Stallentis, dove il presidente ha sottolineato come non sia
mancato il protagonismo regionale per porre in ambito nazionale la necessità di
una strategia unitaria per governare in qualche modo un processo di
ristrutturazione industriale che va ben oltre le nostre sole possibilità
negoziali. “Possibilità che ci vede in campo sia per gli strumenti messi a
punto con il riconoscimento di ‘area di crisi complessa’ sia per condividere
con Stellantis modalità di supporto a garanzie dei lavoratori e del lavoro. Più
in generale, il nostro impegno è rivolto al rafforzamento del sistema
imprenditoriale anche sfruttando le opportunità derivanti dalle zone economiche
speciali, le Zes. Opportunità che prevede una negoziazione in sede comunitaria
per rivedere il sistema che regola l’intensità degli aiuti per le grandi
imprese e che oggi, a causa di discutibili indicatori statistici, ci vede
penalizzati rispetto alla Puglia e alla Campania. Si tratta di una questione
assai rilevante che merita uno specifico impegno. Mentre sul versante delle
imprese, abbiamo destinato negli ultimi anni oltre 830 milioni di euro per
sostenere quelle locali e prevediamo ulteriori 90 milioni per i Contratti di
sviluppo. Diversi sono gli strumenti e le misure disponibili per sostenere e
rafforzare il tessuto delle piccole e medie imprese. Si tratta di un ambito al
quale vogliamo dare nuovo impulso anche prevedendo la messa a punto di nuovi
strumenti finanziari per facilitare l’accesso ai capitali, fattore
indubbiamente critico del nostro sistema economico. Al contempo la nostra attenzione
sarà particolarmente rivolta ad aumentare l’occupazione femminile e giovanile,
sostenendo l’autoimprenditorialità e il consolidamento delle start-up”.
Bardi ha dedicato spazio anche alla valorizzazione delle risorse endogene, a
cominciare da quella idrica, che ha spinto il governo regionale “a dedicare
un'attenzione specifica al risanamento finanziario dell'Acquedotto Lucano e
alla sua autosufficienza energetica. Abbiamo così garantito la stabilità
finanziaria dell’ente di gestione per i prossimi anni, con risultati concreti
come la riduzione delle bollette dell’acqua per molte famiglie. Al contempo un
percorso di efficientamento delle reti di distribuzione è altresì iniziato
grazie alle risorse del Pnrr e del React EU. La crisi idrica di questa estate
ha dimostrato quanta necessità abbiamo di un sistema più efficiente. I tempi di
attuazione degli interventi purtroppo non sono fulminei e gli eventi delle
scorse settimane hanno chiaramente evidenziato il risultato di decennali
ritardi nell’ammodernamento e manutenzione delle nostre infrastrutture e reti.
È del tutto evidente che proprio la condizione ai limiti dell’emergenza che
abbiamo appena vissuto impone una messa a punto del sistema di governance e dei
rapporti tra Basilicata e Puglia. Negoziato chiaramente in corso che punta a
riformulare i termini di questo rapporto in chiave per un verso solidale ma al
contempo attenta alle esigenze regionali. Inoltre, stiamo seguendo con
particolare attenzione il superamento dell’Eipli e l’entrata a regime di Acque
del sud spa, non assistendo passivamente ai processi in corso ma determinando
da parte nostra una strategia tesa ad esercitare e avere un ruolo nel futuro
dell’ente, di fondamentale importanza per la gestione delle grandi
infrastrutture idriche. Il dialogo con il governo per un verso, la
disponibilità di un Piano industriale messo a punto dall’Acquedotto lucano per
altro verso, e un intenso lavoro per l’individuazione di partnership
industriali che ci consentano di concorrere alla prossima gara, delineano i
diversi fronti su cui è orientata l’azione del governo regionale. Altrettanta
attenzione verrà posta per un utilizzo ottimale degli invasi e per lo sviluppo
dell’energia idroelettrica, che rappresenta un potenziale significativo per il
futuro energetico della nostra regione”.
“Le risorse naturali costituiscono il principale asset di cui siamo dotati e il
paesaggio lucano costituisce un patrimonio inestimabile che riflette la nostra
identità e la nostra storia. Abbiamo finalmente disponibile il lavoro
propedeutico al nuovo Piano Paesaggistico, con il quale intendiamo preservare
questi valori ambientali e identitari. Sarà compito di questa legislatura
dotare finalmente la Regione del Piano.
La tutela dell’ambiente ci impone altresì di contrastare con più efficacia il
dissesto idrogeologico e garantire una manutenzione attenta del territorio:
consistenti risorse derivanti anche dall’Accordo di coesione puntano a questo
obiettivo.
L’ambiente è un bene pubblico indisponibile e la sua tutela è una priorità per
la nostra coalizione. Avvertiamo dunque la necessità di dotarci di strumenti
idonei e, come coalizione, ci siamo impegnati a mettere a punto una proposta di
Piano regionale sul dissesto idrogeologico al fine di avere una strategia più
puntuale per la protezione del nostro territorio dalle vulnerabilità che lo
minacciano piuttosto che inseguire le emergenze.
Altro capitolo fondamentale delle nostre politiche è rivolto al mondo agricolo.
L’agricoltura è un pilastro della nostra economia e della nostra società. La
nostra strategia mira a rafforzare i distretti e le filiere agro-alimentari e a
promuovere la sostenibilità ambientale. Intendiamo proseguire in questa
direzione e porre sempre più attenzione ai bisogni ed alle necessità del mondo
rurale, mondo peraltro particolarmente attento alle innovazioni tecnologiche e
ai processi di modernizzazione. Non pochi sono i risultati conseguiti nelle
produzioni enogastronomiche di qualità e nel settore ortofrutticolo. Obiettivo
di questa legislatura è continuare a supportare il settore recependo i nuovi
bisogni e adeguando gli strumenti di sostegno alle nuove necessità. Al contempo
proseguirà l’azione tesa a favorire i nuovi insediamenti e le imprese
giovanili, la multifunzionalità e le attività complementari come quelle
agrituristiche. Più in generale si tratta di curare i fattori che determinano
la diversità e qualità delle produzioni e accompagnare i nostri produttori
nelle attività di commercializzazione.
Il paesaggio agrario e quello forestale costituiscono anch’essi degli asset
fondamentali. La valorizzazione di questi punti di forza non può non costituire
parte integrante delle nostre politiche di sviluppo. In particolare,
raccogliendo una sollecitazione suggerita dal Piano strategico ci proponiamo di
affrontare compiutamente il tema della valorizzazione del patrimonio forestale
valutando le diverse opzioni per dare una svolta produttiva a questo
potenziale.
Nella società della comunicazione abbiamo imparato che i fattori intangibili
dell’economia sono rilevanti quanto quelli tangibili. Il tema della reputazione
e dunque dell’immagine innanzitutto esterna, prima che interna, di una Regione
ha evidenti risvolti sia sull'attrattività economica che sulla percezione
positiva di una comunità. In questo contesto, la promozione turistica e
culturale, insieme a una maggiore efficienza amministrativa, svolge un ruolo
fondamentale. Matera, capitale europea della cultura, ha contribuito a
promuovere un'immagine legata non solo alla qualità dei luoghi ma anche alla vitalità
culturale. In questa prospettiva, per quanto riguarda Matera, il nostro
obiettivo è quello di rilanciarla come centro di produzione e non solo di
consumo culturale e quale motore dell'industria culturale e creativa.
In particolare, è stata proposta al Ministero una “ZES cultura” da includere
nel Piano strategico nazionale delle zone economiche speciali, estendendo i
benefici alle industrie culturali e creative per rilanciare Matera e la
Basilicata come laboratori di innovazione e produzione culturale. Inoltre, si
mira ad attrarre nuove istituzioni come l'ISIA, Istituto di Design.
Ma questo disegno di un nuovo protagonismo che parta dalla cultura riguarda
tutto il territorio regionale. Abbiamo già sottolineato come la qualità della
vita sia oggi considerata con riferimento all’offerta culturale, e a quella di
svago e di tempo libero. In questa ottica intendiamo sostenere il protagonismo
di quelle cittadine che intendono candidarsi a ruoli guida nella cultura, nelle
arti, nello sport. Occorre infatti sostenere questo protagonismo consapevoli
delle ricadute sociali ed economiche che queste iniziative possono determinare.
Il rilancio delle città e delle loro vocazioni culturali può anche favorire il
protagonismo giovanile, punto di riferimento di tutte le politiche regionali.
La promozione di nuove produzioni, grandi eventi, e la valorizzazione delle
iniziative di maggior pregio e degli “attrattori di nuova generazione”
realizzati negli ultimi vent’anni sono tappe di un processo di rigenerazione
sociale ed economica che va proseguito. La capacità di comunicare con nuovi
linguaggi la Basilicata e i suoi valori, come fatto egregiamente anche in
questi ultimi anni, basti considerare i riconoscimenti e i risultati conseguiti
nel settore turistico, è un impegno e un obiettivo da proseguire e consolidare.
Nel programma di coalizione, la cultura e l’economia della cultura sono
centrali per valorizzare le energie e la progettualità presenti, puntando a
diventare un riferimento nazionale e internazionale nell'industria culturale e
creativa.
Ma la vitalità sociale e culturale è, come noto, innanzitutto frutto della
qualità dell’offerta di istruzione, di presidi scientifici nelle scienze umane
come nelle scienze dure. Il programma di coalizione punta a rafforzare il ruolo
dell'Università e dei centri di ricerca. Il sostegno all'Università è
imprescindibile, ed è in questa prospettiva che andremo potenziando la
residenzialità e i servizi per gli studenti con l’obiettivo di attrarre nuove
iscrizioni affiancando un'offerta formativa adeguata e sempre più articolata,
come fatto con la Facoltà di medicina.
Risorse per gli studentati sono già allocate nell’Accordo di coesione e
garanzia per il massimo del sostegno possibile alle borse di studio. Al
contempo siamo chiamati a supportare l’università per rafforzare le attività di
orientamento e dei career services per l'introduzione degli studenti nel mondo
del lavoro.
Più in generale ci siamo dati il compito di consolidare e potenziare le
collaborazioni culturali, economiche e scientifiche, sostenendo attività di
ricerca, studi e progetti, convegni nazionali e internazionali. Inoltre, ci si
impegnerà a potenziare i centri di ricerca, valutando la fattibilità di nuove
iniziative con l’Istituto Chimico farmaceutico militare e il CNR di Tito.
Un'attenzione particolare intendiamo peraltro rivolgere agli archivi e al
sistema bibliotecario, e in questo orizzonte intendiamo procedere alla
regionalizzazione della Biblioteca di Matera, coinvolgendo nella gestione
l’Unibas. Al contempo intendiamo sostenere le biblioteche comunali che svolgono
concretamente attività di animazione sociale e culturale.
I processi di transizione economica e sociale, la ristrutturazione industriale
e la carenza di opportunità aumentano i rischi di marginalizzazione sociale e
povertà. Il governo regionale intende rinnovare l'impegno a sostegno delle
categorie più deboli, affrontando la problematica del precariato, riducendo i
costi delle bollette e favorendo le organizzazioni no profit.
In collaborazione con il sistema di assistenza sociale, i centri per l'impiego
e il Terzo settore, si intende sviluppare un nuovo piano di contrasto alla
povertà. Si vuole definire una nuova strategia di contrasto alle dipendenze
(alcol, droghe, ludopatia, problemi alimentari) e ai fenomeni di violenza
psicologica (bullismo, mobbing, stalking), oltre alla prevenzione della
violenza fisica e verbale.
Un'attenzione particolare sarà rivolta alle famiglie con persone disabili
(programma “dopo di noi”) e ai processi di integrazione e inclusione, con
specifiche misure di accoglienza e lotta al razzismo.
Il programma di coalizione prevede la definizione di un Piano di contrasto ai
fenomeni di marginalizzazione sociale e alla povertà, mettendo a punto azioni e
misure mirate.
Già in questa sintesi spero siano emerse con chiarezza l’enorme lavoro a cui ci
accingiamo: sanare antiche ferite, lenire i fattori di disagio, innescare nuovi
processi di sviluppo, anticipare le fasi successive a questa stagione di
rilevanti investimenti pubblici.
Per affrontare al meglio queste sfide opportunità avvertiamo la necessità di
avvalerci del portato delle innovazioni tecnologiche e in primis dei processi
di digitalizzazione. Un percorso solo in parte realizzato e che vede ancora
porzioni di territorio non servite adeguatamente. Completare il sistema di
infrastrutture digitali assume pertanto una priorità. Così come il
rafforzamento dei sistemi di cybersecurity, diventati una nuova frontiera nella
società della comunicazione. L’obiettivo della transizione digitale ha offerto
nuove opportunità per favorire questo processo di innovazione. Il PNRR prevede
infatti rilevanti interventi sia per la digitalizzazione dei servizi della P.A.
sia per le imprese. Questa sfida impone anche un rafforzamento degli uffici
regionali dedicati a questi importanti processi di innovazione e la diffusione
di una cultura digitale sempre più avanzata anche tenuto conto dell’irruzione
dell’intelligenza artificiale e del profondo impatto che questa tecnologia
comporterà nella vita sociale ed economica nei prossimi anni.
A ciascuno di noi spetta di vivere il proprio tempo. Il nostro è un tempo che i
filosofi hanno definito “interessante”, proprio perché ricco di turbolenze e di
profondi cambiamenti. Un tempo complicato, direbbe qualcuno, che prevede
processi di adattamento e risposte veloci come forse mai richiesto alle
precedenti generazioni. Un tempo dove le lezioni del passato hanno una
efficacia relativa, essendo mutati drasticamente i termini di riferimento, i
fattori di contesto. Un tempo gravido di insidie, come dimostrano le guerre in
corso, di sofferenza e di dolore che mentre noi parliamo bruciano sulla pelle
di tanti uomini e donne, anche a poche centinaia di chilometri da noi. Una
realtà che non dobbiamo dimenticare e che ci sollecita solidarietà e
compassione ma altresì positive azioni perché sia la cultura della pace a
prevalere. Ma anche una realtà più vicina a noi, con persone che vivono in
condizioni di precarietà e di forte disagio, che interpellano la nostra
coscienza e la nostra azione politica.
Ma anche un tempo ricco di opportunità, dove a nessuno è impedito di fare il
bene possibile, individualmente come socialmente, dove noi – in quanto politici
– siamo chiamati ad esprimere il meglio di noi stessi per essere all’altezza
delle aspettative e delle speranze che sempre, felicemente, covano in ogni
generazione.
E dare fiducia e speranza facendo le cose, dimostrando che qualcosa di importante e significativo può esser fatto a vantaggio di tutti, credo che sia l’auspicio che nutre ciascuno di noi”.
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