MA A CHI VIENE EROGATO IL SUSSIDIO? E DA CHI? COME SI OTTIENE? A CHI PRESENTARE DOMANDA? LE RISPOSTE SONO LEGGIBILI NELLA NOTIZIA INTEGRALE
FONDI PER ANZIANI E PERSONE CON DISABILITÀ
PROPOSTA DELL'ASSESSORE REGIONALE COSIMO LATRONICO APPROVATA DALLA GIUNTA: "ASSEGNI DI CURA E VOUCHER PER CIRCA 8 MILIONI DI EURO. PUNTIAMO A REALIZZARE UNA FORMA DI ASSISTENZA SOCIALE DOMICILIARE INDIRETTA FAVORENDO LA PERMANENZA DELLA PERSONA NEL PROPRIO CONTESTO SOCIALE E AFFETTIVO"
Assegni di cura e voucher sono le forme tramite le quali è possibile concretizzare la misura in sostegno di anziani non autosufficienti e di persone con disabilità, approvata dalla Giunta Bardi su proposta dell’assessore alla Salute, Politiche per la Persona e Pnrr, Cosimo Latronico. “Puntiamo a realizzare una forma di assistenza sociale domiciliare indiretta favorendo la permanenza della persona nel proprio contesto sociale ed affettivo – ha dichiarato l’assessore -. La misura, vuole essere un contributo per la retribuzione del lavoro di cura svolto da operatori e familiari e un sussidio per l’acquisto di servizi forniti da imprese del settore dell’assistenza sociale non residenziale. Oltre all’aspetto meramente economico, il contributo vuole valorizzare la figura del caregiver familiare promuovendo una migliore qualità della vita della persona assistita”.
L’impiego della specifica quota assegnata alla Regione Basilicata è pari a complessivi 8,6 milioni di euro circa di cui al Fondo Non Autosufficienza (Fna) per il triennio 2022-2024, assegnato con DPCM 3 ottobre 2022. Nello specifico, saranno riconosciuti assegni di cura e voucher del valore variabile tra 300 e 500 euro erogabili per una durata di 12 mesi, prorogabili salvo la verifica di disponibilità finanziaria da parte dell’Ambito Socio-Territoriale che ne costituisce il soggetto attuatore.
“Il sussidio – ha aggiunto Latronico – viene erogato sulla base di una valutazione multidimensionale, dal Comune di residenza del richiedente a seguito di apposita domanda presentata dalla persona assistita, o da un suo familiare o dal caregiver di riferimento. Esso, non ha la pretesa di soddisfare le complesse esigenze delle persone con bisogni importanti di assistenza, ma vuole essere una forma integrativa di sostegno ad assistiti e famiglie nell’ottica del potenziamento della domiciliarità e della riduzione dei ricoveri in strutture residenziali”.
FONTE AGENZIA STAMPA GIUNTA REGIONALE
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