lunedì 2 giugno 2025

LA FESTA DELLA REPUBBLICA DEI GIOVANI E PER I GIOVANI. L’INTERVENTO DI SANYA BONELLI, STUDENTESSA DEL LICEO CLASSICO FERMI DI POLICORO (MT), PORTAVOCE NAZIONALE DEGLI STUDENTI ITALIANI, ALLA CELEBRAZIONE UFFICIALE DI MATERA: “IL 2 GIUGNO È UN INVITO A NON RIMANERE INDIFFERENTI; È UN INVITO ALLA PARTECIPAZIONE ATTIVA A COSTRUIRE IL NOSTRO PRESENTE; UN INVITO AD ESSERE CITTADINI DELLA REPUBBLICA, COMUNITÀ DI VALORI”

 

FOTO TG3 BASILICATA
FESTA DELLA REPUBBLICA – MATERA

INTERVENTO RAPPRESENTANTE DELLA CONSULTA PROVINCIALE STUDENTESCA, SANYA BONELLI

Buongiorno a tutti e tutte, da parte della consulta provinciale studentesca di Matera. Saluto l’ufficio scolastico provinciale qui presente nella figura della dottoressa Cancelliere e le autorità civili, religiose militari che oggi sono qui per celebrare una delle commemorazioni più importanti del nostro Paese, la data che ha cambiato le sorti del nostro Paese, di noi cittadini italiani. Saluto e ringrazio gli studenti e le studentesse della provincia di Matera, è un onore poter essere qui e portare come sempre la vostra voce. Oggi la vostra presenza testimonia ciò che questa giornata rappresenta: la festa della repubblica, l’emblema della democrazia.
Il 2 giugno 1946 si tenne il referendum istituzionale con il quale gli italiani vennero chiamati alle urne per decidere la forma di Stato del proprio Paese. Dopo anni di soprusi, monarchia, due guerre mondiali e dittatura, agli italiani furono date su una scheda due opzioni: monarchia o repubblica. La seconda, una parola nuova che sembrava poter rappresentare al meglio la libertà che gli italiani si erano conquistati con il sangue nel corso dei secoli. E scelsero proprio quella parola, quell’atteggiamento, con orgoglio, con cura, con l’impegno di essere cittadini attivi. Il 2 giugno 1946 nasce l’Italia che conosciamo oggi, nasce la Repubblica la forma di governo che diede all’Italia una voce nuova, alimentata dall’impegno e dalla cura di ogni italiano .
Quel giorno il popolo italiano dimostrò a tutti il potere della scelta, del proprio voto: gli italiani decisero di andare a votare, decisero per il proprio presente, regalandoci il futuro di cui godiamo oggi .
L’Italia infatti, se ci pensiamo, prima del 1861 era stata unita solamente ai tempi dell’impero romano e una repubblica che comprendesse tutto il territorio italiano si può individuare solo ai tempi dell’antica Roma. Eppure già nell’ ottocento, ancor prima dell’unità nazionale, un intellettuale, Foscolo cercava celebrando le neoclassiche Grazie, il massimo esempio di armonia e bellezza, di stimolare nel lettore l’importanza dell’impegno civile, partecipazione attiva; sperava già in un’Italia unita, libera in cui il cittadino potesse essere parte integrante della comunità;
Alfieri scriveva nel Misogallo del 1799 della volontà di un’Italia “virtuosa, magnanima, libera e una” e di come tutto ciò riguardasse non un individuo ma una comunità, perché era una cosa pubblica. insomma prima ancora dell’unità d’Italia, con il desiderio di un’unità nazionale nasce anche il desiderio di vederla fiorire promuovendo la partecipazione dell’impegno civile, della cosa pubblica. Non la monarchia, monos, il governo di uno, non l’oligarchia, oligos il governo di pochi ma la repubblica, fondata sulla democrazia, dal greco antico: δῆμος, “popolo” e κράτος”potere” “potere al popolo”, come è espresso nell’art.1 della nostra costituzione, un posto in cui essere diversi non è un difetto ma una ricchezza come ci ricorda l’art.3 .
La “res publica” la cosa pubblica, non è un’astrazione ma il modello più pratico di politica, “cura della polis”; la repubblica donataci è fatta di impegno, di voci, di ascolto, di partecipazione attiva, la cosa pubblica è fatta di cittadini perché solo così può esistere. Cicerone celebrava la repubblica scrivendo “est igitur  res publica res populi”, letteralmente “ la cosa pubblica è cosa del popolo” analizzando chi è il popolo della res publica, chi è la cellula madre che dà vita al suo corpo, defininendolo non una semplice aggregazione di uomini ma una società organizzata che ha per fondamento l’osservanza della giustizia, la comunanza d’interessi, il rispetto verso l’altro.
In parole semplici, noi cittadini di questa repubblica, non siamo cittadini comuni, siamo cittadini perché abbiamo dei valori.
Non scegliamo come ammette Hobbes di unirci per necessità, per l’utile, per paura, noi cittadini di una res publica, siamo uniti da un’inclinazione al vivere insieme, gli italiani che hanno votato per la repubblica hanno votato per la comunità, per l’uguaglianza, non per essere oggetti passivi del governo ma per esserne i soggetti pensanti
Ecco cosa significa ciò che siamo: significa avere la responsabilità della vita dell’altro, della cura per la comunità e della partecipazione attiva, dell’educazione alla cittadinanza,  solo così possiamo dire di essere una repubblica; siamo noi la linfa vitale di essa e gli italiani che andarono a votare il 2 giugno del 1946 ne sono l’esempio più concreto. Proprio La Basilicata fu consapevole di questo cambiamento, divenendo dopo l’Abruzzo, la seconda regione republicana del meridione. Abbiamo quindi oggi una grande responsabilità, come lucani, come italiani. 

Res publica: di tutti e tutte. La nostra grande conquista: le donne andarono a votare. Da quel due giugno non si parlò di uomini e donne, ma di cittadini italiani, pronti e chiamati ad impegnarsi per costruire la cosa pubblica. Non si parlò neanche  di partiti ma sempre e solo di cittadini italiani  quando si scrisse la costituzione che avrebbe rappresentato la repubblica tanto voluta
Ma allora arriviamo a noi: cosa significa celebrare oggi il due giugno, la festa della repubblica italiana?
Spesso ci dimentichiamo l’importanza della nostra storia, di un voto, di una scelta, del significato di cosa pubblica perché ormai sono abitudine, ma come presentano le teorie filosofiche di Hume, vivere per abitudine non porta che a uno scetticismo della realtà, a una conoscenza ed esperienza superficiale di essa, e celebrare il due giugno ci permette di non cadere nella banalità dell’abitudine, ma di celebrare sempre il valore per cui i nostri predecessori hanno lottato. In un mondo di conflitti, di disuguaglianza sociale, di disparità di genere, spetta a noi proteggere ciò che ci è stato donato di più caro. In un mondo di astensionismo, in cui votare è ritenuto inutile, in cui scegliere diventa un privilegio di pochi, dobbiamo saper proteggere la nostra repubblica dalle tirannie della vita quotidiana. La più grande minaccia per la repubblica è il disinteresse politico, è la nostra inerzia nei confronti di ciò che accade intorno a noi, è l’indifferenza. Celebrare la festa della repubblica allora è un invito a non rimanere indifferenti, inerti, è un invito alla partecipazione attiva a costruire il nostro presente, un invito a scegliere, ad andare a votare, un invito ad essere cittadini della repubblica, comunità di valori.  Significa tutelare la libertà, l’identità del nostro Paese, aver cura del nostro essere cittadini, del nostro essere italiani, ma soprattutto della nostra democrazia.
Cari miei coetanei, cari adulti, res publica res populi est: solo noi abbiamo il potere di migliorare coltivando o distruggere disinteressandoci ciò che di più prezioso abbiamo. Non abbiate paura di scegliere di essere la cosa pubblica. E in un momento così cruciale della storia, vi posso garantire che noi giovani non vogliamo rimanere inerti, ci impegneremo a vivere l’Italia, a vivere la democrazia, a costruire un futuro di valori di libertà, uguaglianza, legalità e forte partecipazione civica, con la guida di voi adulti, e siamo pronti ad essere educati ed educare alla cosa pubblica perché sappiamo che solo la consapevolezza, solo l’informazione può cessare qualsiasi dipendenza, qualsiasi strumentalizzazione. Come i cittadini italiani del 2 giugno 1946, saremo protagonisti della cosa pubblica, non lasciando sulla carta quelle parole che sanciscono la repubblica nella costituzione. Alla repubblica italiana, a noi cittadini italiani, liberi di scegliere, i migliori auguri per un’Italia viva e democratica.

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