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| VINCENZO DE MARE |
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| UN RITAGLIO DEI TANTI ARTICOLI SCRITTI PER LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO |
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| I RUDERI DELL'EX CENTRALE DELLA LATTE RUGIADA SPA |
SCANZANO JONICO (MT) - Trentadue anni. Tanti nel sono passati da quel torrido 26 luglio del 1993 in cui fu assassinato vincenzo De mare, autotrasportatore della Latte Rugiada spa e proprietario di un podere nella contrada Terzo Caracciolo. Proprio quello dove l’assassino lo colpì con due fucilate, al capo ed al petto. Un delitto irrisolto. Uno dei tanti senza colpevoli del Metapontino. Un fascicolo chiuso nel tribunale di Matera come “delitto commesso da ignoti”.
In tanti, dopo un così lungo tempo, hanno dimenticato. Non i figli Davide e Daniela. Non il sottoscritto che ha seguito, passo dopo passo, l’evolversi di una inchiesta chiusa senza scoprire gli autori dell’efferato crimine. Una sconfitta per lo Stato che non può permettere ad un omicida, ed ai suoi eventuali complici, di vivere da uomo libero nella società. Ma chissà. La speranza è l’ultima a morire. La speranza di dare un volto ed un nome a chi tolse la vita ad un marito e padre di due figli, allora minori.
Vincenzo fu ucciso mentre stava arando col suo trattore con due colpi di fucile sparati a distanza ravvicinata. I carabinieri accusarono un pensionato. Che fu scagionato. La Polizia, quindi, indagò sui traffici di rifiuti Nord-Sud. E fu nuova archiviazione. Il caso fu riaperto dalla Direzione Distrettuale Antimafia nel 2005. Cinque persone, colletti bianchi e malavitosi, furono indagate. Un delitto di mafia legato al traffico dei rifiuti sporchi. De Mare, secondo la ricostruzione della DDA di Basilicata, si oppose e venne ucciso. Ma fu un’altra archiviazione. Infine, l'accusa di false dichiarazioni al pubblico ministero contro un agricoltore condannato in primo grado ma con reato prescritto in appello. Allora?
Chi potrà riannodare i fili di quelle inchieste finite nel nulla? Chi potrà far riaprire questo “Cold case”? La speranza è che si giunga, finalmente, alla verità.
Lo Stato riprenda ad indagare.

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