“Ormai tutto ciò che accade in seno all’ASM di Matera, e più in generale nella sanità lucana, viene raccontato con i toni del trionfalismo: conferenze, comunicati e roboanti dichiarazioni persino per annunciare due corsi di formazione. Ma la verità è che la notizia data è una bugia, perché i corsi OSS in ASM si sono tenuti regolarmente anche negli anni scorsi, prima delle amministrazioni di centrodestra. Presentare questo come un ‘ritorno dopo vent’anni’ è propaganda, non informazione corretta”.
Lo ha dichiarato il consigliere regionale Roberto Cifarelli (PD) dopo l’annuncio dell’ASM di Matera circa l’attivazione di due corsi per Operatore socio-sanitario (OSS) con 60 posti disponibili aggiungendo che “proprio perché i corsi si sono già svolti in passato mi sono fatto promotore di una modifica all’impostazione che solo in Basilicata continua a valere, e cioè che la formazione degli OSS sia esclusivamente in capo alle aziende sanitarie. Una visione superata e penalizzante che va definitivamente cambiata. La norma regionale, infatti, prevede espressamente non solo la possibilità per gli enti di formazione accreditati di organizzare corsi, come avviene nel resto d’Italia, ma anche il riconoscimento dei percorsi scolastici che consentono, al termine degli esami di Stato, di acquisire il titolo di OSS senza dover frequentare ulteriori corsi. È un’opportunità prevista dalla legge, ma che in Basilicata è rimasta lettera morta”.
Cifarelli ha sottolineato che “la vera questione politica è che in questi anni la Regione governata dal centrodestra non ha attivato in modo sistematico questi percorsi, costringendo centinaia di ragazzi e ragazze a rivolgersi fuori regione per ottenere il titolo di OSS, con costi aggiuntivi per le famiglie e un impoverimento del nostro territorio. In altre regioni si è scelto di aprire e diversificare l’offerta formativa, creando un sistema dinamico che risponde meglio al fabbisogno di personale socio-sanitario e produce anche nuove opportunità occupazionali. Da noi, invece, si continua a blindare l’accesso, restringendo il campo e alimentando disuguaglianze”.
“Così – ha proseguito – non solo non si soddisfa la domanda crescente di operatori socio-sanitari, figure indispensabili nella sanità di prossimità e nei servizi territoriali, ma si conferma un’impostazione miope che limita tutti: i giovani che cercano lavoro qualificato, le famiglie che attendono servizi più efficienti e una comunità che avrebbe diritto a un sistema sanitario più moderno e aperto. Limitare ciò che la legge consente significa limitare il futuro, e questo è un lusso che la Basilicata non può più permettersi”.
“Ma – ha concluso Cifarelli - i cittadini sanno bene che dietro la retorica restano i problemi strutturali di un sistema che non riesce a garantire tempi certi, percorsi chiari e risposte concrete ai bisogni delle persone. Il trionfalismo, quando è solo propaganda, diventa commedia. Proporrò all’assessore alla Salute di attivare un tavolo per superare questa anomalia tutta lucana e rendere finalmente effettive tutte le possibilità previste dalla legge”.


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