martedì 16 dicembre 2014

SONO DA TRE ANNI SENZ'ACQUA

SCANZANO JONICO. LA COPPIA IN FITTO NEL CASELLO DELLE FERROVIE DELLO STATO, IN VIA NENNI

LA VICENDA DEI CONIUGI IANNELLO E TRIPODI DENUNCIATA DAL FIGLIO DOMENICO

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 16.12.14

SCANZANO JONICO - “Nessuno si interessa al problema dei miei genitori, ultraottantenni, malati, che alle soglie del 2015, nel centro della città, sono da 3 anni senza acqua potabile nel casello delle Ferrovie dello Stato, in via Nenni 16, in cui sono in fitto. Ed una sentenza della magistratura, che obbliga al ripristino dell'erogazione idrica, non è stata applicata” Lo ha detto Domenico Iannello, figlio di Francesco, 83 anni, e di Francesca Tripodi, 80, i protagonisti, loro malgrado, della storia. Storia già finita sulla Gazzetta, il 24 marzo scorso, e su Rai 3 Basilicata. “Viviamo qui – disse Francesca – da 43 anni. Tre anni fa, Ferrovie dello Stato ci fece sapere che la bolletta dell'acqua era altissima. Ma la pagò. Non così la successiva. Noi avevamo avvisato che c'erano perdite lungo la condotta che parte, da 1 km, dal Palazzaccio. Ma non presero provvedimenti. Ci portarono, invece, un bombolone dicendoci che era per 2 mesi e che non avremmo pagato n'è l'acqua dell'autobotte né la corrente per la pompa. Sono passati 3 anni e l'acqua se non la paghiamo, a 1,80 euro al metro cubo, più 72 euro a viaggio, 2 - 3 al mese, non ce la porta nessuno. Ed il bombolone è sempre lì. D'estate puzza. Per noi si tratta di un disagio notevole”. Ma c'è di più. Il figlio, aprì, per conto dei genitori, una vertenza giudiziaria contro Ferrovie dello Stato spa che, per contratto, deve fornire il servizio idrico: “I miei hanno avuto ragione con sentenza passata in giudicato. La società ha pagato le spese legali ma non ha ottemperato all'obbligo di allacciare il casello alla rete. E mio padre e mia madre hanno denunciato all'autorità giudiziaria la mancata esecuzione della sentenza”. Sentenza, forse, eseguita dal marzo scorso ad oggi? “No – ha precisato il nostro interlocutore. Il tribunale di Matera, però, ha inviato qui l'ufficiale giudiziario per riaprire il contatore. Ma ci si è resi conto che la condotta è fatiscente. L'acqua non sarebbe mai arrivata a destinazione. Da qui la fissazione da parte del magistrato, il 21 gennaio prossimo, della comparsa delle parti per un incidente di esecuzione”. La questione, quindi, è solo, a questo punto, legale? Iannello ha scosso la testa: “No. “Ferrovie” è un ente pubblico. Potrebbe chiedere ad Acquedotto lucano un nuovo allaccio per ottemperare all'ordine del magistrato. La vecchia condotta è inservibile. Ne serve una nuova”. Accadrà?




PROGRAMMA “A CONTI FATTI”

UN CONTENZIOSO LEGALE DI CUI SI E' PARLATO STAMANE IN TELEVISIONE SU RAI 1

SCANZANO JONICO – La storia d'altri tempi della famiglia Iannello, vivere senz'acqua potabile in casa pur abitando in centro città, per un contenzioso legale con una spa come Ferrovie dello Stato, è finita stamane, su Rai Uno, nel programma “A conti fatti”. Preceduto da un servizio girato nel casello in cui vivono Francesco e Francesca Iannello, a firma di Giuseppe Di Tommaso, collaboratore Rai Rocco Corsano, è stato Domenico Iannello, il figlio della anziana coppia, a raccontare le peripezie vissute, per questo problema, da suo padre e sua madre. Non ci hanno fatto una bella figura la Basilicata, Scanzano Jonico, le stesse Ferrovie dello Stato, davanti al proscenio dell'opinione pubblica nazionale.

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