venerdì 9 gennaio 2015

CHE FINE FARANNO LE NAVI AFFONDATE CON I CARICHI DI SCORIE NUCLEARI?

POLICORO. LE ASSOCIAZIONI MEDITERRANEO NO TRIV E NOSCORIE TRISAIA ILLUSTRANO LE OSSERVAZIONI CONTRARIE A 16 ISTANZE

DENUNCIATO IL PERICOLO DI RICERCHE PETROLIFERE CON LA TECNICA AIR GUN




LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 9.1.15

POLICORO – No alle ricerche di petrolio nei fondali del golfo di Taranto. Lo hanno esplicitato presentando alla stampa le osservazioni contrarie a 16 istanze di ricerca, ad una di permesso di prospezione e ad una di concessione, prodotte da compagnie petrolifere, esponenti delle associazioni Mediterraneo no triv e Noscorie Trisaia. “Osservazioni – ha spiegato Felice Santarcangelo – supportate da dati scientifici e dal principio di precauzione. Se tutte le istanze presentate al Ministero dell'ambiente fossero accolte il 60% del golfo ne verrebbe sconvolto. Lo scandalo, però, è che alle nostre osservazioni il ministero ci fa rispondere dalle stesse Compagnie. Dove sta la terzietà dell'istituzione?” L'esponente di Noscorie, poi, ha elencato i motivi per cui la tecnica di ricerca con air gun (letteralmente “arma ad aria compressa”), indicata dalle Compagnie come metodo per “scovare” giacimenti, rischierebbe di sconvolgere il mare: “L'air gun provocherebbe problemi agli ecosistemi animali e vegetali; danneggerebbe irrimediabilmente i giacimenti archeologici da cui sono venuti fuori i Bronzi di Riace; distruggerebbe la pesca; e, non ultimo, “smuoverebbe” i contenuti delle circa 74 navi a perdere affondate nel nostro mare tra gli anni '80 e '90”. “Navi cariche di rifiuti radioattivi o tossici – ha aggiunto Giovanna Bellizzi (Med no triv) – su cui hanno indagato molte procure tra cui quella di Matera, quando era diretta dal compianto Nicola Maria Pace. Il dato venuto fuori dalle indagini e dalle audizioni di Pace alla Commissione parlamentare sul ciclo dei rifiuti è che queste navi ci sono e che non sono state trovate solo perchè non sono state cercate. Cosa provocherebbe l'air gun sui fusti ammassati nelle stive di queste carrette del mare?” Insomma, troppi rischi nel permettere di scandagliare lo Jonio. Ancora Bellizzi: “Anche per l'economia. Pesca e turismo sarebbero danneggiati irrimediabilmente dalle trivelle in mezzo al mare”. E' toccato, infine, al geologo Vincenzo Laschera spiegare tecnicamente il funzionamento dell'air gun: “Si sparano dalle navi bombe di aria compressa che esplodono alla superficie dei fondali emettendo un suono enorme di 230 decibel in grado di distruggere le uova della fauna marina oltre che siti archeologici e tutto quanto l'onda sonora che penetra nel suolo alla ricerca del giacimento incontra lungo la sua progressione”.



LE RICHIESTE DI FELICE SANTARCANGELO E GIOVANNA BELLIZZI

“PRIMA MISURIAMO LA SITUAZIONE ECOLOGICA”

POLICORO - “Prima di permettere una sola attività di ricerca petrolifera nello Jonio noi abbiamo chiesto nelle nostre osservazioni il calcolo del Punto bianco ambientale”. Lo hanno detto in conferenza stampa gli esponenti di Med no triv e di Noscorie Trisaia. Di cosa si tratta? “Della misurazione – hanno detto Felice Santarcangelo e Giovanna Bellizzi – di tutto quel che riguarda la flora, la fauna, la matrice ambientale del mare”. Il motivo della misura del “Punto” è stato così spiegato: “Se non abbiamo una cognizione precisa della situazione ecologica preesistente come possiamo dimostrare, eventualmente, i danni provocati dalla ricerche petrolifere attuate con la tecnica air gun? Solo confrontando i parametri scientifici precedenti e quelli seguenti alle attività di ricerca si potranno valutare le differenze. Anche se noi ci opporremo con ogni mezzo alle trivelle nello Jonio”.

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