PETROLIO. GLI
INTERESSI SULL'“ORO NERO”
SI ALLUNGANO DI
ALMENO UN ALTRO ANNO GLI INTERVENTI SUL CENTRO OLI DELLA TOTAL
LA
GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 9.1.15
“La
Total rinvierà di almeno un anno parte degli interventi previsti nel
progetto Tempa Rossa”. L'annuncio shock è stato dato dal
presidente della Regione, Marcello Pittella, nel mentre la Basilicata
è ancora attraversata da proteste in più aree contro il cosiddetto
“proliferare” di trivelle. Così, il petrolio, “oro nero”,
per alcuni, della Basilicata appare sempre meno... oro. Sembrerebbe
proprio di si anche in considerazione del dimezzarsi del costo del
greggio sui mercati internazionali. Ma quale parte di Tempa Rossa
sarà rinviata da Total? Quella relativa alle opere di connessione
del centro oli in costruzione a Corleto Perticara con la condotta Eni
che da Viggiano porta il greggio a Taranto e poi a quelle previste
proprio nella città pugliese. Lì il progetto prevede la costruzione
di nuovi depositi, dell'allungamento di un molo, e delle relative
condotte per imbarcare il greggio già lavorato a Corleto sulle
petroliere per il trasporto via mare. Facile intuire che, nel caso,
il rinvio dipende non dal calo dei prezzi al barile del petrolio ma
dalle forti contestazioni in sede pugliese contro la parte terminale
di Tempa Rossa. Ovviamente, Total ed Eni non si azzardano ad
investire per la realizzazione di opere che sono oggetto di protesta
non solo popolare ma anche istituzionale. Pur su il “famigerato”,
per alcuni, articolo 38 del Decreto sblocca Italia considera questo
genere di opere di interesse strategico nazionale e, quindi, di
competenza, da un punto di vista autorizzativo, del Governo
bypassando il mondo istituzionale locale. Ovvio, che se in Puglia
vincesse la linea contraria, tutto Tempa Rossa andrebbe ripensato. Ma
Pittella ha precisato: “Nessuna interferenza da parte nostra, nel
più profondo rispetto dell'autonomia istituzionale, con le decisioni
in merito che assumerà la Puglia”. Aggiungendo: “Pur se i
tecnici hanno asserito che la realizzazione dei depositi previsti nel
progetto porterebbe ad una riduzione dell'inquinamento a Taranto”.
Insomma, nessun timore da parte lucana dallo stop parziale di Tempa
Rossa. Progetto lo ricordiamo in fase di realizzazione in Basilicata
per le opere di infrastrutturazione relative al Centro oli di Corleto
Perticara. Opere in cui sono impegnati all'incirca 1000 lavoratori,
di cui il 70% lucani, 200 assunti nelle ultime settimane. E siamo al
venir meno dell'interesse delle Compagnie nel mentre si protesta
contro le trivelle nel Vulture, nel Lagonegrese, e nel Metapontino.
Il fortissimo calo del costo del greggio, addirittura, potrebbe far
venire meno anche l'interesse dello stesso Governo nazionale a cui la
“bolletta energetica” con gli approvvigionamenti esteri fa meno
paura. Pittella, a proposito, ha confermato la linea: “La nostra
posizione sulla questione è chiarissima. Nessuna nuova concessione
fuori dagli accordi del 1998 con l'Eni e del 2006 con la Total. E no
a trivellare Jonio e Tirreno. Le richieste che stanno arrivando alla
discussione in queste settimane sono relative ad istanze del passato,
di un paio di anni fa”. Così, il raffreddarsi del prezzo al barile
potrebbe raffreddare in Basilicata il clima rovente tra la
maggioranza della Regione, con capofila lo stesso Pittella, e i
“quattro comitatini” ed i partiti nettamente schierati contro le
estrazioni petrolifere. Si vedrà.
BARILE SOTTO I 52 DOLLARI
CALO DI ROYALTIES
“Il
costo del barile è sotto i 52 dollari. E diminuiscono in Basilicata
le illusioni di royalties e Ires”. Lo ha sostenuto, dopo il
dimezzamento del prezzo del greggio, l'associazione antinucleare ed
antitrivelle Noscorie Trisaia. Per gli ambientalisti “legare il
destino di una regione alle illusioni di compensazioni e royalties
soggette all’andamento in borsa di un minerale, è stata la peggior
scelta economica e politica che gli ultimi “governatori” lucani
abbiano potuto fare per un’azienda pubblica come la Regione. In 15
anni tutti sanno che le amministrazioni regionali hanno parlato quasi
esclusivamente di petrolio come forma di sviluppo, trascurando
nell’egual misura le economie locali. Quante decine di milioni di
euro ha perso la Basilicata nel giro di 30 giorni con il petrolio
scambiato sotto i 52 dollari al barile, precisamente dal 4 dicembre
scorso?”. Allora? “Il mondo esalterà il cibo italiano all’expo
2015. Sarebbe stato molto meglio quotare in borsa i nostri formaggi,
le nostre fragole o i nostri peperoni. Siamo sicuri che gli azionisti
investirebbero tranquillamente sull’agroalimentare di qualità. I
benefit dei bidoni di catrame che invece gli amministratori della
Basilicata vantano ancora nei Consigli regionali di via Anzio valgono
in modo esponenziale sempre di meno (Fonte: borsa internazionale)”.
Così, Noscorie Trisaia, dopo aver disegnato un quadro a tinte
fosche, ha concluso: “In una normale azienda privata la politica
economica degli ultimi “governatori” lucani sarebbe stata
bocciata sul nascere. Come sarebbe bocciata l'idea di una Basilicata
“ramo di azienda” diviso tra Puglia e Calabria come ipotizzato
nei disegni di legge sulle macroregioni”.
LA SCHEDA
A REGIME L'IMPIANTO PRODURRA' CIRCA
50MILA BARILI DI PETROLIO
“Tempa
Rossa – è riportato sul sito internet di Total Italia - è un
giacimento petrolifero situato nell'alta valle del Sauro, in
Basilicata. Il progetto si estende sul territorio di Corleto
Perticara. Cinque pozzi si trovano sul territorio del centro lucano,
mentre il sesto si trova a Gorgoglione. L'area dove verrà realizzato
il centro di stoccaggio Gpl è a Guardia Perticara. A regime
l'impianto avrà una capacità produttiva giornaliera di circa 50.000
barili di petrolio, 230.000 m³ di gas naturale, 240 tonnellate di
Gpl e 80 tonnellate di zolfo. Il progetto prevede la messa in
produzione di 8 pozzi; la costruzione di un centro di trattamento
oli; la costruzione di un centro di stoccaggio Gpl; la costruzione o
modifica di infrastrutture di servizio. Il giacimento Tempa Rossa
beneficia della vicinanza di infrastrutture esistenti, distanti 8 km.
Così, il gas sarà convogliato alla rete Snam e il petrolio
trasportato tramite condotta interrata fino all'oleodotto “Viggiano
– Taranto”. Oleodotto, con un diametro di 51 cm e lungo 136 km
(di cui 96 in Basilicata), che collega le installazioni petrolifere
della Val d'Agri alla raffineria di Taranto, suo terminale di
esportazione”.
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