venerdì 9 gennaio 2015

TARANTO FA “SLITTARE” TEMPA ROSSA

PETROLIO. GLI INTERESSI SULL'“ORO NERO”

SI ALLUNGANO DI ALMENO UN ALTRO ANNO GLI INTERVENTI SUL CENTRO OLI DELLA TOTAL

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 9.1.15



La Total rinvierà di almeno un anno parte degli interventi previsti nel progetto Tempa Rossa”. L'annuncio shock è stato dato dal presidente della Regione, Marcello Pittella, nel mentre la Basilicata è ancora attraversata da proteste in più aree contro il cosiddetto “proliferare” di trivelle. Così, il petrolio, “oro nero”, per alcuni, della Basilicata appare sempre meno... oro. Sembrerebbe proprio di si anche in considerazione del dimezzarsi del costo del greggio sui mercati internazionali. Ma quale parte di Tempa Rossa sarà rinviata da Total? Quella relativa alle opere di connessione del centro oli in costruzione a Corleto Perticara con la condotta Eni che da Viggiano porta il greggio a Taranto e poi a quelle previste proprio nella città pugliese. Lì il progetto prevede la costruzione di nuovi depositi, dell'allungamento di un molo, e delle relative condotte per imbarcare il greggio già lavorato a Corleto sulle petroliere per il trasporto via mare. Facile intuire che, nel caso, il rinvio dipende non dal calo dei prezzi al barile del petrolio ma dalle forti contestazioni in sede pugliese contro la parte terminale di Tempa Rossa. Ovviamente, Total ed Eni non si azzardano ad investire per la realizzazione di opere che sono oggetto di protesta non solo popolare ma anche istituzionale. Pur su il “famigerato”, per alcuni, articolo 38 del Decreto sblocca Italia considera questo genere di opere di interesse strategico nazionale e, quindi, di competenza, da un punto di vista autorizzativo, del Governo bypassando il mondo istituzionale locale. Ovvio, che se in Puglia vincesse la linea contraria, tutto Tempa Rossa andrebbe ripensato. Ma Pittella ha precisato: “Nessuna interferenza da parte nostra, nel più profondo rispetto dell'autonomia istituzionale, con le decisioni in merito che assumerà la Puglia”. Aggiungendo: “Pur se i tecnici hanno asserito che la realizzazione dei depositi previsti nel progetto porterebbe ad una riduzione dell'inquinamento a Taranto”. Insomma, nessun timore da parte lucana dallo stop parziale di Tempa Rossa. Progetto lo ricordiamo in fase di realizzazione in Basilicata per le opere di infrastrutturazione relative al Centro oli di Corleto Perticara. Opere in cui sono impegnati all'incirca 1000 lavoratori, di cui il 70% lucani, 200 assunti nelle ultime settimane. E siamo al venir meno dell'interesse delle Compagnie nel mentre si protesta contro le trivelle nel Vulture, nel Lagonegrese, e nel Metapontino. Il fortissimo calo del costo del greggio, addirittura, potrebbe far venire meno anche l'interesse dello stesso Governo nazionale a cui la “bolletta energetica” con gli approvvigionamenti esteri fa meno paura. Pittella, a proposito, ha confermato la linea: “La nostra posizione sulla questione è chiarissima. Nessuna nuova concessione fuori dagli accordi del 1998 con l'Eni e del 2006 con la Total. E no a trivellare Jonio e Tirreno. Le richieste che stanno arrivando alla discussione in queste settimane sono relative ad istanze del passato, di un paio di anni fa”. Così, il raffreddarsi del prezzo al barile potrebbe raffreddare in Basilicata il clima rovente tra la maggioranza della Regione, con capofila lo stesso Pittella, e i “quattro comitatini” ed i partiti nettamente schierati contro le estrazioni petrolifere. Si vedrà.
 

BARILE SOTTO I 52 DOLLARI

CALO DI ROYALTIES

Il costo del barile è sotto i 52 dollari. E diminuiscono in Basilicata le illusioni di royalties e Ires”. Lo ha sostenuto, dopo il dimezzamento del prezzo del greggio, l'associazione antinucleare ed antitrivelle Noscorie Trisaia. Per gli ambientalisti “legare il destino di una regione alle illusioni di compensazioni e royalties soggette all’andamento in borsa di un minerale, è stata la peggior scelta economica e politica che gli ultimi “governatori” lucani abbiano potuto fare per un’azienda pubblica come la Regione. In 15 anni tutti sanno che le amministrazioni regionali hanno parlato quasi esclusivamente di petrolio come forma di sviluppo, trascurando nell’egual misura le economie locali. Quante decine di milioni di euro ha perso la Basilicata nel giro di 30 giorni con il petrolio scambiato sotto i 52 dollari al barile, precisamente dal 4 dicembre scorso?”. Allora? “Il mondo esalterà il cibo italiano all’expo 2015. Sarebbe stato molto meglio quotare in borsa i nostri formaggi, le nostre fragole o i nostri peperoni. Siamo sicuri che gli azionisti investirebbero tranquillamente sull’agroalimentare di qualità. I benefit dei bidoni di catrame che invece gli amministratori della Basilicata vantano ancora nei Consigli regionali di via Anzio valgono in modo esponenziale sempre di meno (Fonte: borsa internazionale)”. Così, Noscorie Trisaia, dopo aver disegnato un quadro a tinte fosche, ha concluso: “In una normale azienda privata la politica economica degli ultimi “governatori” lucani sarebbe stata bocciata sul nascere. Come sarebbe bocciata l'idea di una Basilicata “ramo di azienda” diviso tra Puglia e Calabria come ipotizzato nei disegni di legge sulle macroregioni”. 
 

LA SCHEDA

A REGIME L'IMPIANTO PRODURRA' CIRCA 50MILA BARILI DI PETROLIO

Tempa Rossa – è riportato sul sito internet di Total Italia - è un giacimento petrolifero situato nell'alta valle del Sauro, in Basilicata. Il progetto si estende sul territorio di Corleto Perticara. Cinque pozzi si trovano sul territorio del centro lucano, mentre il sesto si trova a Gorgoglione. L'area dove verrà realizzato il centro di stoccaggio Gpl è a Guardia Perticara. A regime l'impianto avrà una capacità produttiva giornaliera di circa 50.000 barili di petrolio, 230.000 m³ di gas naturale, 240 tonnellate di Gpl e 80 tonnellate di zolfo. Il progetto prevede la messa in produzione di 8 pozzi; la costruzione di un centro di trattamento oli; la costruzione di un centro di stoccaggio Gpl; la costruzione o modifica di infrastrutture di servizio. Il giacimento Tempa Rossa beneficia della vicinanza di infrastrutture esistenti, distanti 8 km. Così, il gas sarà convogliato alla rete Snam e il petrolio trasportato tramite condotta interrata fino all'oleodotto “Viggiano – Taranto”. Oleodotto, con un diametro di 51 cm e lungo 136 km (di cui 96 in Basilicata), che collega le installazioni petrolifere della Val d'Agri alla raffineria di Taranto, suo terminale di esportazione”.

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