L'ASSOCIAZIONE LIBERA ORGANIZZERÀ UN'INIZIATIVA DOPO LE ELEZIONI
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 24.5.15
MONTALBANO JONICO – “Libera
organizzerà dopo le elezioni una iniziativa sull'omicidio di Nicola
Macculi. Quel delitto è stato troppo presto dimenticato. Non
possiamo permetterlo”. Lo ha rivelato alla Gazzetta il
vicepresidente nazionale dell'associazione antimafia, don Marcello
Cozzi, cui il nostro giornale ha chiesto del perchè del silenzio
steso su uno degli assassini irrisolti del Metapontino. Assassinio
scoperto il 7 marzo di 9 anni fa. Un efferato fatto di cronaca
archiviato dalla giustizia come commesso da ignoti e rimosso dalla
coscienza collettiva. Chi ha ucciso, davanti alla sua casa di
campagna, in contrada Bertilaccio, l'agricoltore di
45 anni, incensurato, padre di due figli ancora oggi minori, è in
libertà. Una ferita nella coscienza collettiva. Solo il nostro
giornale, ad ogni ricorrenza, ha tenuto acceso il ricordo. Così,
abbiamo sentito il dovere di intervistare, sul caso, don Cozzi. Che
ha dichiarato: “Libera si è già occupata della vicenda. Ne
abbiamo parlato, abbiamo fatto un focus specifico ed il delitto è
nel nostro libro “Storie a metà”. Ed abbiamo posto domande:
Dopo quanto tempo è stata chiusa l'inchiesta? All'inizio chi ha
indagato? E stata mai fatta una indagine approfondita? Tuttavia, è
vero. La storia di Macculi è stata dimenticata troppo presto. Così,
le vittime vengono uccise tre volte. La prima quando qualcuno toglie
loro al vita. La seconda quando chi sa o ha visto non parla,
l'omertà. La terza quando ci si dimentica di chi è morto per mano
altrui. Noi non dobbiamo dimenticare. Per questo assicuro una
iniziativa pubblica di Libera sull'omicidio, a Montalbano Jonico,
dopo le amministrative”. Sin qui don Cozzi. Macculi
fu rinvenuto senza vita alle 15 del 9 marzo 2006 nei pressi della
strada di accesso alla sua casa rurale. Morì dissanguato per la
rottura dell’arteria femorale sinistra. Il fucile che lo aveva
ucciso aveva sparato una cartuccia a pallettoni usata per la caccia
al cinghiale. L’assassino sarebbe stato scoperto dopo che con
liquido infiammabile aveva dato fuoco ad un furgone parcheggiato nel
piazzale della casa rurale. Macculi da qualche notte dormiva lì.
Avrebbe scoperto chi lo minacciava, l’avrebbe inseguito, avrebbe
sparato col suo fucile un colpo andato a vuoto ma sarebbe stato
raggiunto da quello esploso da chi che stava inseguendo. Morì,
secondo l’autopsia, dopo 7 ore dalla mezzanotte del 7 marzo 2006.
SI CONTINUANO AD ATTENDERE RISPOSTE DAL 7 MARZO 2006
UN ASSORDANTE SILENZIO AVVOLGE UN DELITTO SENZA COLPEVOLI
MONTALBANO JONICO
– Quanto silenzio sull'omicidio di Nicola Macculi. Chissa perchè
nessuno vuole parlare di un delitto rimasto senza colpevoli. Il 7
marzo scorso, in occasione della nona ricorrenza del fatto di
cronaca, ponemmo una domanda: chi prenderà l'impegno di continuare a
tener viva nella comunità del centro del Metapontino la fiammella
per tentare di far luce su uno dei delitti irrisolti della
Basilicata, quello di Nicola Macculi, avvenuto 9 anni fa? E
continuammo: Sarà una parrocchia? Una scuola? Un sindacato? Una
associazione della società civile? Un partito politico? Niente. Non
seguì alcuna risposta. Solo su facebook ci furono persone che
ringraziarono la Gazzetta per la sua azione affinchè quell'omicidio
non venisse dimenticato. Ora pare che Libera, con il suo
vicepresidente nazionale, don Marcello Cozzi, voglia riprendere le
file di un impegno atteso dal 7 marzo 2006.
uno di tanto omicidi lucani, uno dei troppi misteri di questa terra che, evidentemente , è "retta" da gente MOLTO POCO PER BENE.......... e l'ultimo gladiatore in carica ne è la prova vivente e vigente.... purttroppo i lucani ancora non sono in grado di farsi rappresentare da brava gente........... e i misteri sono destinati ad aumentere..... e a rimanere impuniti....... purtroppo......
RispondiEliminaVito Antonio Baglivo