SCANZANO JONICO.
L'OMICIDIO DI VINCENZO DE MARE GRIDA ANCORA GIUSTIZIA A 22 ANNI DAI
TRAGICI FATTI
CADE IN PRESCRIZIONE IL
REATO PER LE FALSE DICHIARAZIONI RESE DAL TESTE GINO CARBONE
LA GAZZETTA DEL
MEZZOGIORNO 30.5.15
SCANZANO JONICO – La
Corte di appello di Potenza ha dichiarato il non doversi procedere
nei confronti di Gino Carbone poiché il reato a lui ascritto è
estinto per prescrizione. Carbone è un agricoltore di 62 anni,
residente nel centro del Metapontino, condannato il 22 aprile del
2014 ad un mese e dieci giorni di reclusione per false dichiarazioni
rese al pm nel corso delle indagini sull'omicidio di Vincenzo De
Mare, avvenuto il 26 luglio 1993. Il collegio, composto dal
presidente Vincenzo Autera e dai magistrati Alberto Iannuzzi e Angela
D'Amelio, ha emesso la sua sentenza al termine del processo
sull'appello presentato dallo stesso Carbone. Una sentenza così
commentata dal legale dei figli di De Mare, Davide e Daniela,
costituitesi parti civili, avv. Gianni Di Pierri: “La Corte ha
anche confermato le disposizioni civilistiche della sentenza di primo
grado ed ha condannato l'appellante alle spese. Il che significa che
ha valutato che non ci fossero i presupposti per l'assoluzione
dell'imputato. Si comprende, tuttavia, come faccia male la decisione
di prescrizione in una materia come quella di cui stiamo parlando. Il
vero problema è la lungaggine dei processi. Questa sentenza è una
sconfitta della giustizia. Ma chiederemo la riapertura delle indagini
sul delitto De Mare. Porteremo gli atti in Procura. Aspettiamo solo
il deposito delle motivazioni”. Ma proseguiranno la loro azione in
sede civile i suoi assistiti? Di Pierri: “I miei assistiti non
vogliono soldi da nessuno. Vogliono solo verità e giustizia per
l'omicidio del padre archiviato come delitto commesso da ignoti”.
Così, invece, il legale di Carbone, l'avv. Antonio Cantasano: “Il
tribunale ha accolto le mie richieste di archiviazione o di
prescrizione. La corte ha dichiarato la prescrizione. Per il mio
assistito il processo penale è finito”. Il collegio, però, poteva
anche assolvere Carbone: “Si. Sarebbe stato meglio”. Ma i
processi estinti per prescrizione sono un fallimento per la
giustizia? Cantasano: “E' una domanda da porre al ministro Andrea
Orlando”. Ricordiamo che l'omicidio De Mare è stato considerato
dagli inquirenti un delitto di mafia legato al losco e lucroso
traffico dei rifiuti sporchi Nord – Sud. L'autotrasportatore della
Latte Rugiada spa si oppose. E venne ucciso. Ma, nonostante due
inchieste, del suo, o dei suoi assassini, non si conosce il volto.
Neanche dopo 22 anni.
GIÀ DUE LE ARCHIVIAZIONI
UNA VICENDA CHE ANCORA NON TROVA IL
COLPEVOLE
Vincenzo De Mare,
autotrasportatore della Latte rugiada spa di Scanzano Jonico, fu
ucciso il 26 luglio 1993. Stava arando un suo fondo quando l’omicida
gli esplose contro 2 colpi di fucile. I carabinieri accusarono un
pensionato che fu scagionato. Il fascicolo passò alla Polizia che
indagò sui traffici di rifiuti tossici Nord – Sud. Fu
archiviazione. Il caso fu riaperto dalla Dda nel 2005. Cinque persone
furono iscritte nel registro degli indagati. La pista, quella del
delitto di mafia. Fu nuova archiviazione.
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