mercoledì 8 luglio 2015

SCANZANO JONICO. TENTATO OMICIDIO. SINISGALLI FUORI DAL COMA

OGGI UDIENZA GIP PER DECIDERE SUI FERMI FATTI A UN UOMO E UNA DONNA. SI VALUTA LA TERZA POSIZIONE

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 8.7.15


“Pierluigi Sinisgalli è uscito dal coma, è sveglio, orientato, lucido, ma è ancora in prognosi riservata. Si tratta di un paziente estremamente delicato, in terapia intensiva, da monitorare in maniera continuativa nel nostro reparto di rianimazione. Il proiettile che l'ha colpito ha intaccato, infatti, organi importanti come la milza che è stata asportata dall'equipe chirurgica diretta dal primario chirurgo Vincenzo Sassone nel corso di un lungo intervento durato circa 4 ore subito dopo il ferimento”. E' il bollettino medico rilasciato attorno alle 13 di ieri dal dottor Francesco Dimona, direttore sanitario dell'ospedale di Policoro e primario del reparto in cui è ricoverato il titolare e gestore del locale notturno Club 106 di Scanzano Jonico, 37 anni, ferito attorno alle 0.15 della notte tra sabato e domenica scorsi da un colpo di pistola sparato, pare, a distanza ravvicinata. La pallottola che ha colpito Sinisgalli poteva avere, tuttavia, effetti ancora più devastanti di quelli che, sia pure da considerare gravissimi, ha ottenuto. Gli accertamenti della Polizia scientifica e quelli medici hanno accertato, infatti, che l'unico proiettile che ha raggiunto Sinisgalli, con foro d'entrata nella parte anteriore sinistra del torace, poteva colpire il cuore se avesse avuto una direzione orizzontale o dal basso verso l'alto invece che dall'alto verso il basso. Per il 37enne di Scanzano Jonico non ci sarebbe stato scampo. Egli, tuttavia, seppure non più in coma farmacologico, non può dirsi del tutto fuori dal pericolo di vita. E questo sino a quando non sarà sciolta la prognosi. Non si sa, al momento, se egli, una volta svegliatosi, sia stato già sentito dagli investigatori e dagli inquirenti che conducono le indagini sul tentato omicidio. La sua sarà la testimonianza diretta che farà piena luce sulla vicenda che ha scosso, ancora una volta, l'opinione pubblica di Scanzano Jonico. Una città col fiato sospeso anche per le risultanze a cui giungerà la magistratura. Si indaga ancora, in particolare, sul ruolo delle tre persone che la Polizia di Stato ritiene coinvolte, con ruoli diversi l'una dall'altra, e sul movente. In merito alla causa alla base del fatto di sangue, da quanto è trapelato, al momento, si ritiene che sarebbe stata una richiesta di qualche centinaio di euro non soddisfatta. Soldi che uno dei tre aggressori, quello che ha sparato, sosteneva di avanzare dalla vittima. I magistrati, altresì, debbono anche decidere sul fermo dei tre soggetti (due dei quali eseguiti e in attesa di convalida per la quale oggi compariranno davanti al Gip) che avrebbero confermato agli investigatori di essere le persone riprese dalle telecamere di sorveglianza. E sullle responsabilità del terzo componete del gruppo. Si sarebbe anche chiarito chi dei tre materialmente abbia fatto fuoco. Ormai è noto, a proposito, che si tratta di due uomini e di una donna, tutti della zona. Uno, il presunto sparatore, sarebbe in stretti legami di parentela con un noto pregiudicato. Più defilati sarebbero i ruoli degli altri due in una vicenda considerata come una situazione sfuggita di mano. Insomma, dopo le risultanze investigative, si attendono quelle giudiziarie sul sanguinario gesto criminale. A seguire l'inchiesta, coordinata direttamente in loco, tra Scanzano Jonico e Policoro, è stato il pubblico ministero del Tribunale di Matera, Annafranca Ventricelli. Sul campo hanno lavorato gli uomini del Commissariato di pubblica sicurezza di Policoro, coadiuvati da personale della Squadra mobile e della Sezione scientifica giunti apposta da Matera. Molte le ore trascorse ad ascoltare testimoni, raccogliere prove concrete a carico delle persone ritenute da subito indiziate di delitto. E' stato il dirigente del Commissariato di Pisticci, il commissario capo Gianni Albano, in assenza del suo collega Roberto Cirelli, infortunato, ad aver portato a conclusione la complessa attività di indagine, rintracciando le tre persone ritenute responsabili. Di tutta l'attività sarà reso conto all'opinione pubblica appena l'autorità giudiziaria condividerà i risultati dell'attività investigativa.

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