GUARDIA DI FINANZA A CACCIA DI FALSI BRACCIANTI |
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 11.11.17
POLICORO – I furbetti delle truffe in agricoltura non demordono. Ma non demordono neanche le forze dell'ordine. Così, la Guardia di finanza di Montegiordano (CS) ha scoperto un'azienda agricola inesistente ma operante nel Metapontino capace di assumere (sulla carta) nel 2014 ben 160 braccianti agricoli a tempo determinato. Il tutto per frodare l'Inps per oltre 110mila euro. A tanto ammontavano le indennità di disoccupazione, i sussidi di maternità, gli assegni familiari e le indennità di malattia illecitamente richieste dai falsi braccianti e spartiti, secondo l'accusa, con il loro altrettanto fittizio datore di lavoro. E ce ne vuole di “ingegno” per organizzare il meccanismo scoperto dalle “fiamme gialle” nel corso dell'indagine coordinata dalla Procura di Castrovillari e condotta in collaborazione con l'Inps di Rossano! Meccanismo che, partito dall'alto Jonio cosentino, si sviluppava tra Policoro e Scanzano Jonico. Qui il “fantasioso” imprenditore agricolo aveva messo su, con falsi contratti di fitto e di comodato d'uso, un'azienda con una rilevante disponibilità di fondi idonei a giustificare, con riferimento al solo 2014, l’assunzione fittizia dei 160 operai e la dichiarazione di ben 16.000 false giornate lavorative. A tale scopo erano stati predisposti fraudolentemente tutti i documenti necessari per attestare il falso impiego della manodopera in agricoltura. Così, l'azienda con sede in Basilicata assumeva, guarda caso, esclusivamente manodopera calabrese con i finti braccianti residenti in particolare a Corigliano Calabro, Cassano allo Jonio e Rossano. Lo sviluppo delle indagini, però, ha consentito di far emergere la truffa e di interrompere l’erogazione delle indennità illecitamente richieste dai falsi lavoratori. Indennità, in parte, effettuate con la compiacenza di un funzionario della stessa Inps che, utilizzando in modo fraudolento alcune banche dati telematiche, mediante accessi non autorizzati, ha forzato le procedure di controllo consentendo l’indebita erogazione di circa 24.000 euro ad alcuni “ideali” braccianti agricoli. Così, sono stati denunciati all'autorità giudiziaria per il reato di falso e truffa il titolare dell’azienda agricola, i 160 “braccianti”, il funzionario Inps. Quest’ultimo è stato segnalato anche alla Procura regionale della Calabria della Corte dei Conti per il danno erariale cagionato alla pubblica amministrazione.
LE
SCOPERTE DELLA GUARDIA DI FINANZA. QUELLE TRUFFE IN AGRICOLTURA
CONGEGNATE SULL'ASSE CALABRIA-BASILICATA
POLICORO – Non è la prima volta che le truffe in
agricoltura legate all'invenzione fittizia di aziende agricole che
assumono, altrettanto fittiziamente, falsi braccianti agricoli si
sviluppano sulla direttrice Calabria-Basilicata. O meglio, Alto Jonio
cosentino-Metapontino. Truffe ben congegnate prendendo spunto da quel
che, in passato, avveniva nella realtà con migliaia di braccianti
calabresi (veri) che ogni giorno si recavano nelle aziende (vere) dei
centri jonici lucani per la raccolta della frutta. Fenomeno oggi
ridotto nella sua portata. C'è qualcuno, però, che, utilizzando la
disponibilità di braccia nei centri calabresi e lo sviluppo del
settore primario in realtà come Policoro e Scanzano Jonico, ha
pensato di mantenere in vita il via vai di operai tra le due regioni
confinanti. Via vai che, nel caso scoperto dalla Guardia di finanza
di Montegiordano, era completamente inesistente.
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