sabato 14 marzo 2020

COVID-19. A POLICORO UNA FAMIGLIA IN ISOLAMENTO. ED UNA STUDENTESSA RIMARRA' A BOLOGNA

L'infezione da Coronavirus con gli occhi di Maria Antonia, 6 anni






I COMPLIMENTI DEL PRESIDENTE DELL'ORDINE DEI MEDICI DI MATERA, SEVERINO MONTEMURRO, PER LE DISPOSIZIONI DA NOI IMPARTITE AI PAZIENTI. UN INVITO DEGLI SPECIALISTI: “NON SOSPENDETE LA TERAPIA CONTRO LA PRESSIONE ARTERIOSA PER TIMORE DELL'INFEZIONE DA CORONAVIRUS"

E' ricco il mio diario odierno di medico di medicina generale nei giorni del Coronavirus. Eccolo. Alle 9.59, un minuto prima la fine della mia reperibilità telefonica del sabato, la chiamata di un mio assistito: “Dottore, sono rientrato il 5 marzo dalla mia sede di lavoro dove un mio collega è risultato positivo al virus. Mi hanno avvisato ieri. Io non ho avuto contatti diretti con lui ma sono rimasto nella sua stessa struttura sino al 3 marzo. Dal 5 in poi sono a casa, a Policoro, con la mia famiglia, moglie e due figli. Per tornare dalla Puglia ho viaggiato in auto con un mio collega. Io, attualmente, sto bene. Non ho febbre o disturbi respiratori. Tranne quella tosse che ho sempre, da fumatore. Cosa debbo fare?” “Devi rimanere – è stata la mia risposta – in isolamento fiduciario con il tuo nucleo familiare ancora altri 5 giorni per coprire il periodo di incubazione del Covid-19. E non fumare! Poi, così come hai chiamato me, devi contattare il pediatra per segnalare i nominativi dei tuoi figli ed il tuo collega deve chiamare il suo medico. In mancanza, collegatevi al numero verde 800996688”. A questo punto ho sentito l'ufficiale sanitario di Policoro, Maurizio Stigliano, a cui ho segnalato la situazione e concordato il da farsi come previsto dalle “Procedure per la gestione della epidemia di Covid-19” emanate dalla Azienda sanitaria di Matera. Ho compilato una scheda con i dati del paziente e l'ho inviata all'indirizzo mail covid19@asmbasilicata.it. Al mio assistito, inoltre, ho inviato via Whatsapp le 10 regole dell'isolamento fiduciario come stilate dalla Società italiana di medicina generale incoraggiando lui e la moglie sul fatto che si tratta di una misura precauzionale a tutela loro, dei loro bambini e delle altre persone. Sentirò almeno due volte al giorno, sino al 19 marzo, il mio assistito per assicurarmi delle condizioni di salute sue e dei suoi familiari.
Pochi minuti dopo, una nuova telefonata. “Pronto, dottore, mia figlia, studentessa, è sola a Bologna, posso farla rientrare? Dovrebbe arrivare in treno a Bari e poi in pullman sino a Policoro”. La mia risposta: “No, non la faccia rientrare. Sua figlia, pur se osserverà tutte le precauzioni possibili, viaggerà in ambienti in cui vi saranno altre persone a lei sconosciute. In queste condizioni è un rischio. Arrivata qui, poi, farebbe bene ad osservare un periodo di isolamento fiduciario di 14 giorni. Insomma, le sconsiglio di farla rientrare. Speriamo di superare tutti insieme l'emergenza e poi riabbracceremo i nostri cari”. Consiglio accettato.
Ed ora una nota di soddisfazione. Il presidente dell'Ordine dei medici di Matera, Severino Montemurro, messo a conoscenza delle disposizioni impartite dalla mia medicina di gruppo, la Medgroup di via Caltanissetta 49, ci ha inviato questa mail: “Cari colleghi, mi complimento per il lavoro che state svolgendo in questo momento così critico per tutti e siete un esempio anche per gli altri colleghi. Nell’auspicio che questa situazione di crisi possa rientrare il prima possibile, Vi saluto cordialmente. Il Presidente dr. Severino Montemurro”. Un pizzico di orgoglio, pur in questi frangenti, è consentito. O no?


Infine, concludo con l'appello lanciato dal prof. Claudio Ferri, past president della Società italiana dell’ipertensione arteriosa (Siia): “La presunta relazione tra forme gravi di infezione da Covid-19 e l’assunzione di alcuni tipi di farmaci antipertensivi ad oggi non è supportata da studi clinici o epidemiologici”. La raccomandazione è arrivata in riferimento a quanto pubblicato nei media sulla presunta relazione tra assunzione della terapia farmacologica antiipertensiva (Ace-inibitori, sartani) e rischio di infezione da Coronavirus, con la possibilità di sviluppare forme gravi di Covid-19. “Allo stato attuale delle conoscenze scientifiche, questa relazione rappresenta solamente una ipotesi di lavoro e di ricerca, che non deve assolutamente portare il paziente iperteso a sospendere la terapia antipertensiva – ha affermato Ferri. Come tutte le ipotesi, questa presunta relazione dovrà essere sottoposta al vaglio della ricerca clinica, che la Siia sosterrà con vigore e determinazione sia nell’ambito italiano che internazionale attraverso collaborazioni, con l’obiettivo di raccogliere dati scientificamente attendibili nel più breve tempo possibile”.

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