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L'ISPETTORE POZZESSERE NEL CORSO DI UN SUO INTERVENTO PUBBLICO NELL'IMMEDIATEZZA DEL'ATTO INTIMIDATORIO NEI SUOI CONFRONTI. SULLO SFONDO DON MARCELLO COZZI, DI LIBERA |
IL MEZZO DELL'ISPETTORE DI POLIZIA FU DATO ALLE
FIAMME NELLA NOTTE DEL 5 OTTOBRE 2012. E IERI LA CORTE D’APPELLO A
POTENZA, NELL’UDIENZA DI SECONDO GRADO NEI CONFRONTI DI MICHELE
PUCE E DOMENICO MARINO, RITENUTI RESPONSABILI DELL'ATTO INTIMIDATORIO
IN PRIMO GRADO, SONO STATI CONDANNATI RISPETTIVAMENTE A 2 ANNI E 6
MESI E 2 ANNI. NE HA DATO NOTIZIA L'AVVOCATO DIFENSORE DI POZZESSERE,
ANTONIETTA SETTEMBRINO, CHE HA DICHIARATO: “UN CHIARO E FORTE
MESSAGGIO CHE L’AUTORITÀ GIUDIZIARIA HA DATO ALLA CRIMINALITÀ
ORGANIZZATA DEL METAPONTINO ED UNA RISPOSTA CHE TUTTE LE VITTIME DI
INTIMIDAZIONI ASPETTAVANO”.
IL COMUNICATO STAMPA DELL'AVVOCATO SETTEMBRINO
Si è tenuta ieri 17 luglio, in Corte d’Appello a
Potenza l’udienza di secondo grado nei confronti di Puce Michele e
Marino Domenico ritenuti responsabili in primo grado dell’incendio
appiccato la notte del 5 ottobre 2012 all’auto dell’Ispettore di
Polizia Cosimo Pozzessere, davanti la propria abitazione.
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L'AUTO INCENDIATA DELL'ISPETTORE POZZESSERE |
Un vero e proprio atto intimidatorio avvenuto durante
la notte e che provocò non poco sgomento nella comunità di Policoro
perché verificatosi in un periodo segnato da una serie di incendi
dolosi.
In primo grado Puce era stato condannato a 1 anno e 3
mesi e Marino a 1 anno.
Il Procuratore Generale con appello incidentale ha
chiesto ed ottenuto dalla Corte d’Appello di Potenza, l’aumento
delle pene per i due che sono state raddoppiate: 2 anni e 6 mesi per
Puce e 2 anni per Marino.
Il difensore della parte lesa, l’avv. Antonietta
Settembrino dichiara: “Un chiaro e forte messaggio che
questa volta Ml’autorità giudiziaria ha dato alla criminalità
organizzata del Metapontino ed una risposta che tutte le vittime di
intimidazioni aspettavano”.
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L'AVVOCATO ANTONIETTA SETTEMBRINO |
I MIEI DUE ARTICOLI DEL 7 OTTOBRE 2012
LA
GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 7.10.2012
POLICORO. IN FIAMME L’AUTO
DI UN POLIZIOTTO. ESCALATION DI VIOLENZA NEL METAPONTINO
FILIPPO MELE
POLICORO – L’auto di un poliziotto in servizio al
Commissariato di Scanzano Jonico, Cosimo Pozzessere, è stata
incendiata alle 23.10 di venerdì scorso. Il mezzo, una Mercedes
station wagon, era parcheggiata davanti al cancello di casa, nella
zona Lido. Pozzessere, assistente capo della Digos, era in casa con
la moglie e le due figlie minorenni. Una deflagrazione ha sbalzato
una delle ragazze dal letto. Affacciatasi alla finestra, l’immagine
sconvolgente dell’auto avvolta dalle fiamme. Una scena da film di
mafia o di ‘ndrangheta. L’agente della Digos, tuttavia, ha avuto
la prontezza d’animo di spostare l’altra auto della famiglia, una
utilitaria, prima che venisse anch’essa incendiata. Sul posto sono
arrivati i Vigili del fuoco del locale Distaccamento che hanno spento
il rogo. Ma la Mercedes è andata quasi completamente distrutta.
Immediatamente sono anche arrivati i colleghi dell’assistente capo,
coordinati dal vicequestore Roberto Cirelli, che hanno iniziato le
attività di competenza. Ad incoraggiare Pozzesserre anche il
questore Pasquale Errico, giunto nella notte da Matera. Contrariato
ma determinato l’agente colpito a cui sono arrivati messaggi di
solidarietà da parte di gente comune, di esponenti delle forze
dell’ordine e del mondo politico. Ieri, attorno alle 11.30, davanti
alla sua casa, c’era una piccola folla. “Eravamo a letto – ha
raccontato il poliziotto - quando abbiamo sentito un forte boato.
Sono costernato per l’accaduto. Certo faccio il poliziotto ma
questo gesto significa che la criminalità ha alzato il tiro.
Considero questo rogo un attacco dimostrativo fatto davanti alla mia
casa, alla mia famiglia, in un orario da considerare insolito per
simili atti. Lavoro a Scanzano dal 1994, prima alla “giudiziaria”
e poi all’ufficio politico. Sono sicuro che i miei colleghi faranno
di tutto per individuare il colpevole. Io sono convinto che si tratta
di qualcosa collegato al mio lavoro”. E ne sono convinti anche gli
investigatori. Le prime indagini avrebbero escluso collegamenti con
gli ultimi incendi dolosi avvenuti nei giorni scorsi in zona, a
Scanzano, Marconia, Tursi, e con l’agguato all’imprenditore
Davide Pascale. Si tratterebbe di un attacco isolato compiuto da
qualcuno che ha deliberatamente utilizzato l’escalation di violenza
che ha colpito l’arco jonico lucano per vendicarsi dell’integerrimo
uomo di Stato come è considerato Pozzessere.
LA
GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 7.10.2012
L’ESCALATION
INARRESTABILE DELLA CRIMINALITà. IN 20 GIORNI SEI FATTI DI CRONACA
NERA NEL METAPONTINO
BERNALDA
– Escalation inarrestabile della criminalità nel Metapontino. Con
l’incendio dell’auto di un vigile urbano di Bernalda siamo a 6
fatti di cronaca nera in meno di 20 giorni. Da Bernalda a Policoro la
distanza è breve. Alle 23.10 di venerdì l’incendio dell’auto
del poliziotto del Commissariato di Scanzano Jonico, Cosimo
Pozzessere. Ma non è finita. Andando a ritroso ecco l’agguato con
fucile calibro 12 a canne mozze a Davide Pascale, a Policoro, martedì
scorso. L’uomo è scampato alla morte per miracolo. Poi i tre
incendi che hanno colpito altrettante attività legate
all’agricoltura: il 18 settembre alla Pan Agri di Scanzano Jonico;
il 3 ottobre alla Op Terre del Sud di Tursi; il 2 ottobre all’azienda
Mazzotta di Marconia. Fatti di cronaca nera ancora senza alcun
colpevole. (fi. me.)
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