sabato 18 luglio 2020

POLICORO. L'INCENDIO DELL'AUTO DI POZZESSERE. PENE RADDOPPIATE PER I RESPONSABILI

L'ISPETTORE POZZESSERE NEL CORSO DI UN SUO INTERVENTO PUBBLICO NELL'IMMEDIATEZZA DEL'ATTO INTIMIDATORIO NEI SUOI CONFRONTI. SULLO SFONDO DON MARCELLO COZZI, DI LIBERA

IL MEZZO DELL'ISPETTORE DI POLIZIA FU DATO ALLE FIAMME NELLA NOTTE DEL 5 OTTOBRE 2012. E IERI LA CORTE D’APPELLO A POTENZA, NELL’UDIENZA DI SECONDO GRADO NEI CONFRONTI DI MICHELE PUCE E DOMENICO MARINO, RITENUTI RESPONSABILI DELL'ATTO INTIMIDATORIO IN PRIMO GRADO, SONO STATI CONDANNATI RISPETTIVAMENTE A 2 ANNI E 6 MESI E 2 ANNI. NE HA DATO NOTIZIA L'AVVOCATO DIFENSORE DI POZZESSERE, ANTONIETTA SETTEMBRINO, CHE HA DICHIARATO: “UN CHIARO E FORTE MESSAGGIO CHE L’AUTORITÀ GIUDIZIARIA HA DATO ALLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA DEL METAPONTINO ED UNA RISPOSTA CHE TUTTE LE VITTIME DI INTIMIDAZIONI ASPETTAVANO”.


IL COMUNICATO STAMPA DELL'AVVOCATO SETTEMBRINO
 
Si è tenuta ieri 17 luglio, in Corte d’Appello a Potenza l’udienza di secondo grado nei confronti di Puce Michele e Marino Domenico ritenuti responsabili in primo grado dell’incendio appiccato la notte del 5 ottobre 2012 all’auto dell’Ispettore di Polizia Cosimo Pozzessere, davanti la propria abitazione.

L'AUTO INCENDIATA DELL'ISPETTORE POZZESSERE

Un vero e proprio atto intimidatorio avvenuto durante la notte e che provocò non poco sgomento nella comunità di Policoro perché verificatosi in un periodo segnato da una serie di incendi dolosi.
In primo grado Puce era stato condannato a 1 anno e 3 mesi e Marino a 1 anno.
Il Procuratore Generale con appello incidentale ha chiesto ed ottenuto dalla Corte d’Appello di Potenza, l’aumento delle pene per i due che sono state raddoppiate: 2 anni e 6 mesi per Puce e 2 anni per Marino.
Il difensore della parte lesa, l’avv. Antonietta Settembrino dichiara: “Un chiaro e forte messaggio che questa volta Ml’autorità giudiziaria ha dato alla criminalità organizzata del Metapontino ed una risposta che tutte le vittime di intimidazioni aspettavano”.
 
L'AVVOCATO ANTONIETTA SETTEMBRINO


I MIEI DUE ARTICOLI DEL 7 OTTOBRE 2012 

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 7.10.2012

POLICORO. IN FIAMME L’AUTO DI UN POLIZIOTTO. ESCALATION DI VIOLENZA NEL METAPONTINO

FILIPPO MELE

POLICORO – L’auto di un poliziotto in servizio al Commissariato di Scanzano Jonico, Cosimo Pozzessere, è stata incendiata alle 23.10 di venerdì scorso. Il mezzo, una Mercedes station wagon, era parcheggiata davanti al cancello di casa, nella zona Lido. Pozzessere, assistente capo della Digos, era in casa con la moglie e le due figlie minorenni. Una deflagrazione ha sbalzato una delle ragazze dal letto. Affacciatasi alla finestra, l’immagine sconvolgente dell’auto avvolta dalle fiamme. Una scena da film di mafia o di ‘ndrangheta. L’agente della Digos, tuttavia, ha avuto la prontezza d’animo di spostare l’altra auto della famiglia, una utilitaria, prima che venisse anch’essa incendiata. Sul posto sono arrivati i Vigili del fuoco del locale Distaccamento che hanno spento il rogo. Ma la Mercedes è andata quasi completamente distrutta. Immediatamente sono anche arrivati i colleghi dell’assistente capo, coordinati dal vicequestore Roberto Cirelli, che hanno iniziato le attività di competenza. Ad incoraggiare Pozzesserre anche il questore Pasquale Errico, giunto nella notte da Matera. Contrariato ma determinato l’agente colpito a cui sono arrivati messaggi di solidarietà da parte di gente comune, di esponenti delle forze dell’ordine e del mondo politico. Ieri, attorno alle 11.30, davanti alla sua casa, c’era una piccola folla. “Eravamo a letto – ha raccontato il poliziotto - quando abbiamo sentito un forte boato. Sono costernato per l’accaduto. Certo faccio il poliziotto ma questo gesto significa che la criminalità ha alzato il tiro. Considero questo rogo un attacco dimostrativo fatto davanti alla mia casa, alla mia famiglia, in un orario da considerare insolito per simili atti. Lavoro a Scanzano dal 1994, prima alla “giudiziaria” e poi all’ufficio politico. Sono sicuro che i miei colleghi faranno di tutto per individuare il colpevole. Io sono convinto che si tratta di qualcosa collegato al mio lavoro”. E ne sono convinti anche gli investigatori. Le prime indagini avrebbero escluso collegamenti con gli ultimi incendi dolosi avvenuti nei giorni scorsi in zona, a Scanzano, Marconia, Tursi, e con l’agguato all’imprenditore Davide Pascale. Si tratterebbe di un attacco isolato compiuto da qualcuno che ha deliberatamente utilizzato l’escalation di violenza che ha colpito l’arco jonico lucano per vendicarsi dell’integerrimo uomo di Stato come è considerato Pozzessere.


LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 7.10.2012

L’ESCALATION INARRESTABILE DELLA CRIMINALITà. IN 20 GIORNI SEI FATTI DI CRONACA NERA NEL METAPONTINO

BERNALDA – Escalation inarrestabile della criminalità nel Metapontino. Con l’incendio dell’auto di un vigile urbano di Bernalda siamo a 6 fatti di cronaca nera in meno di 20 giorni. Da Bernalda a Policoro la distanza è breve. Alle 23.10 di venerdì l’incendio dell’auto del poliziotto del Commissariato di Scanzano Jonico, Cosimo Pozzessere. Ma non è finita. Andando a ritroso ecco l’agguato con fucile calibro 12 a canne mozze a Davide Pascale, a Policoro, martedì scorso. L’uomo è scampato alla morte per miracolo. Poi i tre incendi che hanno colpito altrettante attività legate all’agricoltura: il 18 settembre alla Pan Agri di Scanzano Jonico; il 3 ottobre alla Op Terre del Sud di Tursi; il 2 ottobre all’azienda Mazzotta di Marconia. Fatti di cronaca nera ancora senza alcun colpevole. (fi. me.)

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