IL SERBATOIO E LE TUBATURE MAGNOX
INTERVISTA ESCLUSIVA AL DIRETTORE INFRASTRUTTURE
DELL'AGENZIA NAZIONALE DOPO L'ALLARME DI ARPAB E REGIONE BASILICATA
SULLO SFORAMENTO NEL SITO DI ROTONDELLA DEI VALORI DI ALCUNI
INQUINANTI CHIMICI NEI POZZETTI DI CONTROLLO: “VERIFICHEREMO I DATI
ARPAB E LI CONFRONTEREMO COI NOSTRI, CHE RECENTEMENTE, NON AVEVANO
RILEVATO ANOMALIE. ALLA TRISAIA, INTANTO, DOPO L'ACCERTAMENTO
DELL'INQUINAMENTO DELLE ACQUE DI FALDA SCOPERTO NEL 2015, ABBIAMO
REALIZZATO IL PIANO DI CARATTERIZZAZIONE CON LA PREDISPOSIZIONE DEI
POZZI BARRIERA E ULTIMATO L'IMPIANTO PER LA DEPURAZIONE. ABBIAMO
ANCHE ELIMINATO CIRCA 200 METRI DELLA TUBAZIONE ESTERNA DELL'IMPIANTO
MAGNOX. RIMANE DA ELIMINARE IL SERBATOIO. MA PER FAR QUESTO
CHIEDEREMO L'INTERVENTO DEL MINISTERO DELLE ATTIVITÀ PRODUTTIVE”
“Noi siamo in regola con le indicazioni che sono state decise dalla Conferenza di servizio tenuta nel Comune di Rotondella sulla questione dell'inquinamento da sostanze chimiche non radioattive delle acque di falda della Trisaia dove insiste il nostro centro di ricerche”.
ENEA: PROGETTO DI MESSA IN SICUREZZA OPERATIVA TRISAIA ROTONDELLA
Lo ha detto al nostro blog in questa intervista
esclusiva Marco Citterio, responsabile delle infrastrutture di Enea,
dopo l'allarme, e le relative preoccupazioni insorte nElla
popolazione dell'intero Metapontino, lanciato ieri da ArpaB e
Regione. L'Agenzia regionale di protezione dell'ambiente, infatti, ha
accertato lo sforamento dei valori soglia di alcuni inquinanti
chimici nell'acqua di alcuni dei pozzi realizzati nel sito ed attorno
al sito. Addirittura, in alcuni di essi, i valori della cancerogena
Trielina sarebbero il doppio di quelli considerati normali. Ingegner
Citterio, Come stanno le cose?
ENEA: PROGETTO DI MESSA IN SICUREZZA OPERATIVA TRISAIA ROTONDELLA
“Verificheremo i dati dell'Arpab, che fa dei prelievi di controllo, e li confronteremo coi nostri. Noi non abbiamo rilevato recentemente sforamenti nei piezometri esterni al sito. Internemente facciamo i rilievi periodicamente e quando emungiamo l'acqua che, tramite autobotti, viene portata in impianti di smaltimento autorizzati esterni. Cosa che avrà fine quanto prima”.
Perche?
“Perchè abbiamo già realizzato l'inpianto Misop (Messa in sicurezza operativa) che ci permetterà la depurazione dagli inquinanti chimici delle acque di falda in loco. Inizieremo, così, la seconda fase dell’opera di bonifica. Al momento sono in atto i collaudi funzionali per procedere alla richiesta dell’autorizzazione allo scarico nel corpo recettore. La tempistica prevista è di circa tre settimane”.
ENEA: PROGETTO DI MESSA IN SICUREZZA OPERATIVA TRISAIA ROTONDELLA
Già. Ma la conferenza di servizio, se non vado errato, decise anche di eliminare quella che è stata considerata, sinora, la fonte dell'inquinamento, vale a dire i resti esterni dell'impianto nucleare Magnox, chiuso da anni, ed interno all'area di vostra pertinenza. Avete eliminato la condotta che dal serbatoio portava i reflui al sito Sogin?
“Questo è avvenuto per la gran parte, 200 metri. Ne rimangono da eliminare all'incirca altri 20, quelli al confine tra noi e Sogin. Stiamo studiando il percorso preciso della condotta. Il manufatto ed il terreno circostante, però, lo preciso, non presentavano né inquinamento radiottivo nè chimico. I tubi sono ancora da smaltire ma non presentano particolari criticità. Abbiamo già ottenuto, tutttavia, l'autorizzazione all'interramento dello scavo con lo stesso materiale scavato”.
Il serbatoio, però, è ancora lì?
“Si. C'è qualche problema. Il contenitore è diviso in due da un setto. Da una parte c'è acqua piovana; dall'altra acqua con sul fondo fanghi. La prima non presenta inquinanti di nessun genere. Sui secondi abbiamo rilevato una lieve radioattività. Il manufatto, perciò, va trattato come un rifiuto radioattivo. Il compito spetterebbe ai titolari della licenza Magnox, vale a dire Combustibili Nucleari, una società che esiste solo sulla carta. Abbiamo cominciato ad interloquire con Isin (Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione). Oltretutto, una volta rimosso il sebatoio con tutte le misure del caso, dove andrebbe a finire visto che manca il Deposito nazionale delle scorie radiaottive? Allo stato non potrebbe che restare lì dove si trova adesso. La Sogin, per legge, non può accettare al suo interno scorie provenienti da altri siti. Pur se noi viviamo, praticamente, nello stesso recinto. E' nostra intenzione, pertanto, chiedere un parere in merito anche al Ministero delle attività produttive. Della situazione del serbatoio abbiamo informato la Procura della Repubblica di Potenza che, come è noto, nell'aprile 2018 aprì una inchiesta sulla vicenda assegnandoci – ha consluso Citterio - un cronoprogramma di risoluzione dei problemi accertati”.
Intanto, mercoledì prossimo, confronto tra Enea, Arpab, Regione Basilicata, Comune di Rotondella, al tavolo dela trasparenza, a Potenza, su convocazione dell'assessore all'ambiente Gianni Rosa.
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