SOLO LA CALABRIA HA FATTO PEGGIO. LA BOCCIATURA ARRIVA DALL’UNDICESIMA EDIZONE DEL RAPPORTO “LE PERFORMANCE IN SANITA’”, REDATTO DALL’AUTOREVOLE CREA (CENTRO PER LA RICERCA ECONOMICA APPLICATA IN SANITÀ). DI SEGUITO LA NOTIZIA INTEGRALE
FONTE ANSA.IT
BASILICATA BOCCIATA PER I SERVIZI SOCIO-SANITARI OFFERTI
DIFFUSO IL RAPPORTO DEL CREA. SOLO LA CALABRIA HA FATTO PEGGIO
POTENZA, 21 GIU - C'è anche la Basilicata, con Sicilia, Puglia, Sardegna, Campania e Calabria tra le sei regioni italiane "bocciate" dall'undicesima edizione del rapporto "Le Performance Regionali" del Crea sanità, Centro per la ricerca economica applicata in sanità, che definisce le politiche sanitarie e sociali, con la finalità ultima di promuovere miglioramenti nelle opportunità di tutela socio-sanitaria offerte.
L'indice generato dalla Basilicata (ritenuto il 100 per
cento il massimo raggiungibile) è del 30 per cento, avanti solo alla Calabria,
che chiude la graduatoria italiana capeggiata dal Veneto (59 per cento).
La valutazione - che è stata diffusa stamani - viene fuori
dal monitoraggio di oltre 100 esperti raggruppati in istituzioni, management
aziendale, professioni sanitarie, utenti, industria medicale, che hanno ideato
un sistema di monitoraggio dinamico degli effetti dell'autonomia differenziata
per verificare se con essa non si generino arretramenti regionali.
Sono analizzate sei dimensioni: appropriatezza, equità,
sociale, esiti, economico-finanziaria, innovazione (a loro volta divisi in 18
indicatori) secondo la nuova impostazione di ammodernamento dell'assistenza che
punta sul territorio e sulla domiciliarità, come prescritto dal Pnrr e dal
Decreto 77/2022 di riordino dell'assistenza territoriale e che si affianca al
Nuovo sistema di garanzia per il controllo dei livelli essenziali di assistenza.
Nel dettaglio, per la Basilicata, sui 18 indicatori solo quattro si presentano
con un colore verde, ossia con un tasso migliore della media nazionale, e
riguardano la spesa sanitaria pubblica pro capite standardizzata, la quota di
persone deboli o a rischio con interventi per l'integrazione sociale, il tasso
di difficoltà all'accesso ad alcuni servizi e il tasso di anziani trattati in
assistenza domiciliare.
Generalmente otto valori sono in peggioramento rispetto al
rapporto del 2019, e cinque in miglioramento; gli altri cinque non hanno subito
oscillazioni.
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