DIPENDENTE
DELLA PROVINCIA HA PERCEPITO 282MILA EURO PIÙ DEL DOVUTO
TUTTI
I NOMI DEGLI ALTRI CONDANNATI E DEGLI ASSOLTI
LA
GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 1.7.16
Aveva
trovato un sistema per gonfiarsi gli stipendi mensili che non era
stato scoperto per ben 10 anni tanto da “percepire” in più in un
decennio 282.670 euro. Per questo la Corte dei conti, Sezione
giurisdizionale per la Basilicata, ha condannato Damiano Cristalli,
dipendente dell'Ufficio stipendi della Provincia di Matera, a
risarcire il danno prodotto all'ente, 282.670
euro. La stessa Corte ha condannato in
via sussidiaria, per omesso controllo sull'operato del Cristalli,
altri dipendenti e dirigenti, Enrico Luigi De
Capua, Francesco Menzella, Rosaria D’Arecca, Carmela Paolicelli,
Giuseppe Grillo e Rocco Menzano a risarcire 9.422,33 euro ciascuno.
Condanna per aver corrisposto le somme in base a una documentazione
falsa, e in formato elettronico invece che in forma cartacea, per le
banche tesoriere, Banca Popolare dell’Emilia Romagna, a 9.611,40;
Unicredit Banca, 48.042; e Monte dei Paschi di Siena nella misura di
111.581 euro. La
stessa Corte, infine, ha assolto gli altri dipendenti Angelo Di
Palma, Carmela Gerardi, Marietta Feraco, Michele Pizzolla e Tommaso
Tortorelli Tommaso. Il fatto prese origine il 16 giugno 2014 quando
Carmela Gerardi, segretario generale della Provincia, ed il
presidente Franco Stella, vennero a conoscenza di accreditamenti sul
conto corrente del Cristalli, superiori allo stipendio spettante. Da
qui verifiche sugli emolumenti di tutto il personale. Così, risultò
che lo stipendio di maggio 2014 del Cristalli ammontava a 852 euro ma
l'accredito era di 6.352. Non risultavano anomalie per gli altri
dipendenti. Seguì un esposto ai carabinieri e la verificava delle
retribuzioni erogate nel decennio 2004-2014. E venne fuori un
presunto danno erariale per indebite erogazioni a favore del
Cristalli per 282.670 euro. Da qui l'intervento della Procura
contabile nei confronti del diretto beneficiario degli indebiti
esborsi e nei confronti dei responsabili del Servizio personale
Feraco, Pizzolla e Tortorelli e dei dipendenti dell’Ufficio mandati
D’Arecca, Paolicelli, Grillo e Menzano, nonché, nei confronti
degli istituti di credito “tesorieri”, ai quali contestava la
responsabilità in via sussidiaria del danno, per omessi controlli.
Con successivo invito furono anche chiamati in causa De Capua,
Menzella , Di Palma e Gerardi, tutti dirigenti. Si arrivava,
pertanto, al giudizio che, nonostante le tesi contrarie degli
avvocati difensori, si è concluso con le citate sentenze di condanne
e di assoluzione emesse dalla Corte contabile.
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