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venerdì 1 luglio 2016

MATERA. HA GONFIATO PER 10 ANNI LO STIPENDIO, CONDANNATO DALLA CORTE DEI CONTI

DIPENDENTE DELLA PROVINCIA HA PERCEPITO 282MILA EURO PIÙ DEL DOVUTO


TUTTI I NOMI DEGLI ALTRI CONDANNATI E DEGLI ASSOLTI

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 1.7.16
 
Aveva trovato un sistema per gonfiarsi gli stipendi mensili che non era stato scoperto per ben 10 anni tanto da “percepire” in più in un decennio 282.670 euro. Per questo la Corte dei conti, Sezione giurisdizionale per la Basilicata, ha condannato Damiano Cristalli, dipendente dell'Ufficio stipendi della Provincia di Matera, a risarcire il danno prodotto all'ente, 282.670 euro. La stessa Corte ha condannato in via sussidiaria, per omesso controllo sull'operato del Cristalli, altri dipendenti e dirigenti, Enrico Luigi De Capua, Francesco Menzella, Rosaria D’Arecca, Carmela Paolicelli, Giuseppe Grillo e Rocco Menzano a risarcire 9.422,33 euro ciascuno. Condanna per aver corrisposto le somme in base a una documentazione falsa, e in formato elettronico invece che in forma cartacea, per le banche tesoriere, Banca Popolare dell’Emilia Romagna, a 9.611,40; Unicredit Banca, 48.042; e Monte dei Paschi di Siena nella misura di 111.581 euro. La stessa Corte, infine, ha assolto gli altri dipendenti Angelo Di Palma, Carmela Gerardi, Marietta Feraco, Michele Pizzolla e Tommaso Tortorelli Tommaso. Il fatto prese origine il 16 giugno 2014 quando Carmela Gerardi, segretario generale della Provincia, ed il presidente Franco Stella, vennero a conoscenza di accreditamenti sul conto corrente del Cristalli, superiori allo stipendio spettante. Da qui verifiche sugli emolumenti di tutto il personale. Così, risultò che lo stipendio di maggio 2014 del Cristalli ammontava a 852 euro ma l'accredito era di 6.352. Non risultavano anomalie per gli altri dipendenti. Seguì un esposto ai carabinieri e la verificava delle retribuzioni erogate nel decennio 2004-2014. E venne fuori un presunto danno erariale per indebite erogazioni a favore del Cristalli per 282.670 euro. Da qui l'intervento della Procura contabile nei confronti del diretto beneficiario degli indebiti esborsi e nei confronti dei responsabili del Servizio personale Feraco, Pizzolla e Tortorelli e dei dipendenti dell’Ufficio mandati D’Arecca, Paolicelli, Grillo e Menzano, nonché, nei confronti degli istituti di credito “tesorieri”, ai quali contestava la responsabilità in via sussidiaria del danno, per omessi controlli. Con successivo invito furono anche chiamati in causa De Capua, Menzella , Di Palma e Gerardi, tutti dirigenti. Si arrivava, pertanto, al giudizio che, nonostante le tesi contrarie degli avvocati difensori, si è concluso con le citate sentenze di condanne e di assoluzione emesse dalla Corte contabile.

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