DECISIONE ASSUNTA DALLA
PREFETTURA SU PROPOSTA DELLA CURIA ARCIVESCOVILE
LA GAZZETTA DEL
MEZZOGIORNO 30.1.17
SCANZANO JONICO – “Non siamo razzisti ma vogliamo
che la nostra chiesa rimanga così. Poi, perchè emarginare in
periferia chi arriverà? Non sarebbe meglio accogliere gli ospiti nel
centro citta'?” Sono alcune delle dichiarazioni rilasciate ieri da
un gruppo di manifestanti della frazione di Terzo Cavone riunitisi
per protesta davanti alla parrocchia di San Giulio. Proprio quella in
cui saranno accolti 12 rifugiati, 3 donne con i loro bambini, in
locali attualmente in fase di ristrutturazione. E Terzo Cavone, lo
ricordiamo, è divenuta famosa perchè il Governo, nel novembre 2003,
voleva ubicarvi il cimitero atomico d'Italia. La decisione di far
arrivare qui il gruppo di migranti è stata assunta in Prefettura, a
Matera, su proposta della curia arcivescovile che ha messo a
disposizione, appunto, ambienti annessi alla struttura ecclesiastica.
Da qui la protesta di circa 30 persone proprio mentre il parroco, don
Antonio Polidoro, stava celebrando la messa. Alla recinzione, alcuni
striscioni: “Giù le mani dalla nostra chiesa”, “Non siamo il
tappeto di nessuno”, “Ridateci la nostra dignità”. Ma ecco
altre dichiarazioni rilasciateci nel mentre sul posto arrivavano una
pattuglia della Polizia di Stato e due di carabinieri. “Succede che
la comunità di quest'area – ha detto Donato Ventimiglia – è
maltrattata dall'amministrazione comunale che l'ha usato come un
tappeto. Ha preso accordi sottobanco con la curia di Matera cedendo
questi locali della comunità trasformati in un albergo, un
condominio. A noi poco importa chi verrà ma non vogliamo che la
chiesa venga toccata. I locali annessi servono ai nostri bambini per
fare il catechismo ed altre attività. Anche il prete ci è stato
tolto. Lo abbiamo in comune con Scanzano. Noi vogliamo che la
parrocchia di San Giulio torni come quella di prima quando avevamo un
parroco nostro che viveva qui e faceva attività con noi”. Poi, in
coro: “Non siamo contro i profughi. Un cittadino di Terzo Cavone ha
messo a disposizione tre appartamenti. Perchè non prendono quelli?
La nostra battaglia è a difesa di questa struttura, l'unica cosa che
ci è rimasta. Noi siamo cattolici e siamo per l'accoglienza di
tutti”. “Ma se qui arriveranno rifugiati – ha concluso
Salvatore Negro – occuperemo i locali. Non siamo razzisti. Anzi,
siamo per l'integrazione non per l'emarginazione. Perchè non
ospitare le persone in arrivo a Scanzano centro?”
IL PARROCO DON ANTONIO POLIDORO: “OBBEDIAMO A PAPA
FRANCESCO. L'ACCOGLIENZA È VANGELO”
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La chiesa di Terzo Cavone |
SCANZANO JONICO – “La protesta dei miei fratelli
mi dispiace. Ma noi obbediamo a Papa Francesco. L'accoglienza è
Vangelo”. Lo ha detto don Antonio Polidoro, il parroco delle due
parrocchie del centro del Metapontino, a commento della
manifestazione attuata ieri da alcuni residenti di Terzo Cavone, la
frazione dove arriveranno 12 rifugiati, 3 madri con i loro bambini.
“La chiesa di San Giulio – ha spiegato il nostro interlocutore –
rimarrà come è oggi. Così, i locali annessi. In tre appartamenti
ristrutturati accoglieremo minori indifesi e senza voce. Un'opera di
carità. Ai bambini del posto non verrà tolto nulla. Ma il bene fa
sempre bene”. Perchè non fare accoglienza nel centro del paese?
Don Polidoro: “Perchè la chiesa madre sarà ristrutturata. Gli
ospiti, poi, saranno assistiti da personale specializzato e da
volontari. Se c'è chi è contrario, infatti, c'è tanta parte della
comunità che è favorevole al progetto. Mi spiace la minaccia di
occupazione dei locali ma non dico nulla che possa offendere quanti
protestano e capisco le loro perplessità. Noi siamo chiesa di
carità”.
IL SINDACO RAFFAELLO RIPOLI: “HO CHIESTO DONNE E
BAMBINI ED HA DECISO IL PREFETTO”
SCANZANO JONICO – “Alla manifestazione di ieri
ero assente perchè non invitato. Ma oggi convocherò il Comitato di
Terzo Cavone per discutere dell'arrivo dei 12 rifugiati per venerdì”.
Lo ha detto il sindaco Raffaello Ripoli tirato in ballo dai
manifestanti “per aver accettato un accordo con la Curia con cui si
trasforma la chiesa di San Giulio in albergo”. Ecco la replica: “Il
Comune è stato convocato in prefettura per la redistribuzione dei
migranti in quei centri che non avevano ancora quote. Al prefetto
dissi che non potevo accettare perchè non abbiamo né forze
dell'ordine né strutture adatte. Mi fu spiegato che la Curia si era
attivata tramite il parroco don Antonio Polidoro. Dopo 7 giorni nuovo
incontro a Matera, presente don Antonio, con il progetto di
accogliere 12 migranti in locali annessi a San Giulio. Il prefetto mi
assicurò che così eravamo okay. Chiesi di avere donne e bambini e
la richiesta fu accettata. Altrimenti, la prefettura avrebbe agito
d'autorità requisendo locali e disponendo l'accoglienza di più
profughi. Venerdì – ha concluso Ripoli – incontrerò chi
protesta”.