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IL PROCURATORE FRANCESCO CURCIO (FOTO ITALPRESS.COM) |
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LA CONFERENZA STAMPA DI CATANIA (FOTO ANSA.IT) |
FONTE POLIZIA DI STATO.IT
Si è conclusa l’attività
investigativa denominata “Hello” contro lo sfruttamento sessuale dei minori
online, condotta dagli specialisti del Centro operativo per la sicurezza
cibernetica (Cosc) di Catania, in collaborazione con gli esperti del Centro
nazionale per il contrasto alla pedopornografia online (Cncpo) del Servizio
polizia postale.
Nell’operazione sono stati
impiegati complessivamente oltre 500 poliziotti, che hanno operato in 56 città
in tutta Italia eseguendo 115 perquisizioni domiciliari e informatiche al cui
esito sono state arrestate 34 persone in flagranza di reato con l’accusa di
detenzione di materiale pedopornografico, a seguito del sequestro di numerosi
dispositivi informatici contenenti decine di migliaia di file illegali.
L’indagine, coordinata dalla
Procura distrettuale di Catania (con il procuratore capo Francesco Curcio, ndr),
e sviluppata, anche con attività sotto copertura, sulla piattaforma di
messaggistica istantanea utilizzata dagli indagati, ha consentito di
individuare diversi gruppi specializzati nello scambio di materiale
pornografico minorile, con bambini abusati in età infantile ed episodi di
zooerastia (istinto sessuale che porta ad avere rapporti sessuali con animali)
con vittime minorenni.
Gli indagati sono tutti di
sesso maschile e con un’età compresa tra 21 e 59 anni.
Due di loro, oltre a detenere
migliaia di file pedopornografici, avevano immagini e video autoprodotti con
abusi sessuali su minori, vittime che sono state già identificate dagli
operatori di Polizia.
L’identificazione degli
utenti che scambiavano immagini e video di pornografia minorile, ha richiesto
un lavoro di approfondimento e analisi tecniche che hanno consentito di
superare le barriere dell’anonimato in rete.
La maggior parte degli
indagati faceva ricorso a sofisticati sistemi di crittografia e
all’archiviazione in cloud per occultare il materiale illecito, rendendo
difficile la sua individuazione.
Gli investigatori della
Polizia postale hanno ricostruito i percorsi digitali, decrittando dati
protetti e rinvenendo prove fondamentali per l’accertamento dei reati.
FONTE COMMMISSARIATODIPS.IT
Gli arrestati risiedono nelle
province di Catania, Siracusa, Agrigento, Napoli, Pescara, Foggia, Roma,
Latina, Milano, Brescia, Firenze, Reggio Calabria, Cosenza, Pordenone, Lecce,
Viterbo, Avellino, Barletta-Andria- Trani, Frosinone, Varese, Vicenza,
Cagliari.
Le perquisizioni sono state
eseguite nelle città di Agrigento, Arezzo, Avellino, Bari, Bergamo, Bologna,
Brescia, Cagliari, Caltanissetta, Caserta, Catania, Chieti, Como, Cosenza,
Cremona, Firenze, Foggia, Frosinone, Genova, Latina, Lecce, Livorno, Mantova,
Massa Carrara, Messina, Milano, Modena, Monza Brianza, Napoli, Oristano,
Palermo, Parma, Pesaro, Pescara, Pisa, Pistoia, Pordenone, Potenza, Ragusa,
Ravenna, Reggio Calabria, Rimini, Roma, Salerno, Savona, Siracusa, Sondrio, Sud
Sardegna, Taranto, Torino, Trapani, Treviso, Varese, Verona, Vicenza e Viterbo.