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GUARDIA DI FINANZA. LA COMPAGNIA "PISTONE" DI POLICORO |
LA GAZZETTA DEL
MEZZOGIORNO 21.3.19
POLICORO – La Guardia di
finanza della Compagnia “Pistone” ha scoperto un “diplomificio”
attivo in uno dei centri del Metapontino. Duemilacinquecento euro
l'anno bastavano per assicurarsi le presenze necessarie di frequenza
scolastica per accedere agli esami di Stato ed ottenere, se le
condizioni di preparazione lo consentivano, l'agognato “pezzo di
carta”. Così, al termine del lavoro scaturito da una specifica
attività informatica ed investigativa delle Fiamme gialle,
coordinate dal capitano Marco Cappetta, sono stati notificati avvisi
di conclusione delle indagini a ventuno tra dirigenti
scolastici ed insegnanti con le accuse di falso materiale ed
ideologico ed occultamento di registri pubblici. Il tutto
avveniva in una struttura privata specializzata. All’esito delle
investigazioni, è stato accertato come dietro alla facciata di un
Istituto tecnologico paritario si celasse un’attività d’impresa
propensa a favorire il conseguimento di diplomi di maturità in
carenza della prevista frequenza degli alunni. Le indagini si sono
concentrate sugli studenti che proprio durante l'orario delle lezioni
risultavano contemporaneamente lavoratori dipendenti, addirittura “a
tempo pieno”, con impieghi di lavoro incompatibili con quelli
scolastici anche per la ragguardevole distanza dei luoghi di
residenza (province di Cosenza, Bari, Pescara, Padova). L’attività
ispettiva, inoltre, ha comportato il sequestro di registri di classe,
registri dei professori e documentazione a corredo, relativamente
agli anni scolastici dal 2013 al 2017. Lo studio di questi documenti
ha fatto emergere l’esistenza di un vero e proprio diplomificio
presso il quale, con minima frequenza, a fronte di un corrispettivo
di 2.500 euro l'anno, era possibile sostenere l’esame di Stato per
conseguire un diploma da geometra. In particolare, i finanzieri di
Policoro hanno appurato come, attraverso la falsa annotazione delle
presenze, da parte dei professori e dei gestori pro tempore
dell’Istituto, si sia consentito a quindici iscritti di affrontare
l’esame e conseguire il titolo di studio senza la necessaria
frequentazione delle aule durante le regolari ore di lezione
previste. Alle società che gestivano l’istituto, inoltre, sono
stati contestati amministrativamente ricavi non dichiarati per
355.000 euro. Nessuna accusa, infine, è stata rivolta agli studenti
“assenteisti”. Per diventare geometri, infatti, essi hanno
superato il relativo esame condotto anche con docenti esterni
all'Istituto in questione.
COSA
NON SI FAREBBE PER IL “PEZZO DI CARTA”
POLICORO – Cosa non si
farebbe per il “pezzo di carta”. Nel caso scoperto dalla Guardia
di finanza del centro jonico, con dirigenti scolastici e docenti
pronti ad attestare la frequenza a studenti che, magari, erano al
lavoro a Padova o Pescara, dietro il versamento di 2500 euro l'anno,
si trattava di un diploma da geometra. In altri casi di altri titoli
di studio. Tutti necessari, però, a trovare un lavoro od a
progredire di livello per i già occupati. E' rimasto nella cronaca
giudiziaria, ad esempio, un “maxi processo”, proprio per “diplomi
facili”, svoltosi nel 2016 nel tribunale di Potenza. Si dovette
procedere ad un allestimento apposito dell'aula in cui si svolgeva il
dibattimento poichè essa era affollata da un centinaia di persone.
Erano ben 182, infatti, tra imputati e relativi avvocati, i
protagonisti del processo in questione. Vien da pensare che, forse,
le indagini portate a termine dalle forze dell'ordine in materia di
“diplomifici” sono solo la punta dell'iceberg.