IL GHETTO DE LA FELANDINA |
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 28.2.19
METAPONTO - “Noi potremmo arrivare anche subito con mille uomini e sgombrare tutto ma sono sicura che non risolveremmo il problema. Dopo due minuti i capannoni abbandonati sarebbero occupati di nuovo. La questione de La Felandina è di difficile soluzione. La situazione, però, è alla nostra attenzione. E la Regione sta pensando di dare un alloggio ad un centinaio di questi lavoratori stagionali africani nella Città della pace in costruzione a Scanzano Jonico”. Lo ha detto il prefetto di Matera, Antonella Bellomo, dopo che il nostro giornale ha documentato le condizioni di vita, assolutamente inumane e fuori da ogni logica sanitaria e di sicurezza, in cui sopravvivono più di 400 braccianti sudanesi, nigeriani, ivoriani, tra loro anche donne, occupati, sia pure in modo saltuario, nelle campagne. Di fatto, i capannoni dismessi, anzi mai entrati in funzione, di quel consorzio che doveva significare il rilancio produttivo ed occupazionale del Metapontino, alla confluenza della Statale Basentana con la Jonica, sono stati trasformati in una baraccopoli-ghetto. Ma ecco ancora la rappresentante del Governo nel Materano: “La situazione è complicata. Qui c'era un Consorzio di imprese che ha avuto contributi economici. Poi, un'inchiesta penale della Guardia di finanza ha fatto emergere irregolarità per cui c'è stata una sentenza di condanna che ha sequestrato e confiscato l'area. La sentenza è stata appellata e parzialmente confermata. Stiamo cercando di capire se la confisca è divenuta esecutiva. L'area nel caso potrebbe essere presa in carico dal demanio o da qualcuno che se ne faccia carico per la bonifica e la messa in sicurezza con misure che impediscano nuovi accessi”. Come accade alcuni anni fa nell'ex stabilimento Cometa. “Si – ha confermato la nostra interlocutrice – lì facemmo degli sgomberi. I migranti, però, si fermano e tornano in zona avendo un permesso di soggiorno per occupazioni stagionali e con gli agricoltori che danno loro occupazione. Non si tratta di clandestini ma di lavoratori a tutti gli effetti”. Che fare? Bellomo: “Queste persone debbono mettersi insieme e trovarsi un alloggio considerato che hanno un lavoro. La Regione, intanto, si era impegnata per una soluzione tipo Palazzo San Gervasio per la raccolta dei pomodori. In quel caso, però, fu il Comune di Bernalda a non essere d'accordo chiedendo di ripartire i braccianti africani sull'arco ionico lucano anche se è a Metaponto che ci sono le offerte di lavoro. Il massimo ente locale, pertanto, di fronte alle difficoltà, sta pensando di poter utilizzare la struttura della Città della pace in costruzione a Scanzano Jonico per dare un alloggio ad un centinaio di queste persone. Ed anche la diocesi sta cercando uno stabile per poter ospitare 35 di questi lavoratori, magari i più fragili”.
IL GHETTO DE LA FELANDINA |
COSI' PARLARONO ARON E ISSAH: “COMA FAI A NON STARE QUI? CHI TI FITTA UNA CASA?”
METAPONTO - “Noi non stiamo sempre qui. Ci spostiamo. Tre mesi qua, altri a Nardò, nel Salento; altri ancora in Sicilia, ad esempio a Campobello. Dove c'è raccolta di frutta e ortaggi noi andiamo”. Lo dissero al cronista il 21 febbraio scorso nel ghetto de La Felandina, Aron ed Issah, i due sudanesi che ci fecero visitare l'immenso campo di baracche in legno, plastica, cartoni, ricavato all'esterno ed all'interno delle strutture di quello che doveva essere uno dei poli manifatturieri della Basilicata. E quando chiedemmo loro del perchè non si mettessero insieme per trovare un alloggio decoroso risposero così: “Ma come fai a non stare qui? Campagna è bene ma poche giornate al mese, 8-9. Dove trovi casa? Chi ti fitta casa? Qui non è vivere, senza acqua, luce, caldo, con immondizia. Ma è sola nostra possibilità”. Pochissime parole per spiegare una condizione di vita nel degrado più assoluto.