CARABINIERI A SCANZANO JONICO. OPERAZIONE CENTOUNO |
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 26.2.19
SCANZANO JONICO – Le due lunghe notti del centro del Metapontino. Alle 3.30 del 4 ottobre 2018 scattò un blitz contro quello che i magistrati inquirenti definirono il “Clan Schettino”. A coordinare l'operazione “Rusca” la Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Potenza diretta dal procuratore Francesco Curcio. In poche ore tra Scanzano Jonico, Tursi, Nova Siri, Policoro e Montalbano Jonico, furono effettuate decine di perquisizioni domiciliari da parte di 170 carabinieri, 70 poliziotti, 70 finanzieri. Al centro dell'indagine traffici di droga, estorsioni, attentati incendiari dolosi notturni, reati che sarebbero stati commessi negli ultimi otto anni nell'intero Metapontino ma, in particolare, a Scanzano Jonico. Le perquisizioni erano finalizzate, in 25 casi, anche alla notifica di ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip del tribunale di Potenza, Lucio Setola. Il blitz, tuttavia, fu attuato anche a Nova Siri, Policoro, Tursi e Montalbano Jonico. Esso, infatti, riguardò non solo il “Clan Schettino” ma anche altri due sodalizi considerati dalla Dda criminali, il “Gruppo Russo”, di Tursi, ed il “Gruppo Donadio”, di Montalbano Jonico. Ma non era finita. Il 4 febbraio scorso l'altra lunga notte di Scanzano Jonico quando scattò, dalle 3.30, l'altra Operazione condotta dalla Procura antimafia, quella denominata “Centouno”. Vennero eseguite 21 ordinanze di custodia cautelare a carico di altrettanti altri affiliati al “Clan Schettino” accusati di operare tra Scanzano Jonico e Policoro. Ad eseguire le misure cautelari emesse dal Gip Rosa Maria Verrastro furono i carabinieri del Comando provinciale di Matera e del Ros, della Compagnia e del Nucleo operativo e radiomobile di Policoro.
IN TREDICI GIORNI TRE ATTACCHI MALAVITOSI CONTRO AZIENDE AGRICOLE
SCANZANO JONICO – Una
città martoriata. In 13 giorni sono stati tre gli attacchi criminali
notturni contro altrettante aziende agricole. Il più grave, come
entità dei danni economici, quello portato dai “soliti ignoti”
contro il magazzino dell'azienda di Leonardo De Pascalis. Attorno
alle 0.30 del 13 febbraio scorso, un incendio doloso distrusse oltre
2000 bins, i cassoni di plastica usati per la raccolta di frutta ed
ortaggi, e danneggiò alcune celle frigo. Un danno da 300mila euro
circa. “Vogliamo conoscere chi ha fatto questo – dichiarò alla
Gazzetta il 18 febbraio scorso la figlia di Aldo, Rossana,
consigliera comunale del Pd -. C'è rabbia contro chi agisce di
notte. E l'arrivo del buio è pesante da sopportare. Ci rendiamo
conto che chi vuole colpire può farlo facilmente su questo nostro
vasto territorio. Io credo che la cosa più giusta da fare qui da noi
sia un sistema di videosorveglianza pubblico efficiente”. Nella
notte del 21 febbraio, poi, il secondo attacco. I malavitosi
praticarono squarci su alcuni tunnel di plastica di copertura delle
pregiate coltivazioni di fragole di un imprenditore del posto. Nel
tagliare i tendoni fu danneggiato anche l'impianto di irrigazione. Il
produttore interessato presentò denuncia alle forze dell'ordine ma
non volle rilasciare dichiarazioni. Nella notte di ieri, infine,
l'altro attacco di quella che è stata definita la mafia dei
fragoleti con i numerosi tunnel in plastica dell'impianto di Filippo
Corvaglia squarciati dai malavitosi. Sui tre fatti di cronaca
indagano i carabinieri della Compagnia di Policoro. Nessuno degli
imprenditori colpiti ha dichiarato di aver ricevuto minacce,
richieste estorsive, offerta di “protezione”.
Nessun commento:
Posta un commento