CRIMINALITA'. LE
ROTTE CALABRO – LUCANE. OPERAZIONE GENTLEMAN. DA CASSANO ALLO JONIO
AL METAPONTINO. GLI INTERESSI DEL CLAN DEGLI ZINGARI, UN TRAFFICO DI
DROGA DAL SUD AMERICA E DALL'ALBANIA. I LUCANI COINVOLTI. DUE FERMI
ESEGUITI A POLICORO, GIAMBATTISTA SERIO, 38 ANNI, E GIACOMO
SOLIMANDO, 50, E UNO A BERNALDA, ARBEN ZELA, 32
SETTIMANA CRUCIALE
DOPO GLI ARRESTI DI 33 PERSONE IN CALABRIA TRA CUI TRE LUCANI
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 23.2.15
Settimana
importante per delineare il ruolo di arrestati ed indagati lucani
nella Operazione Gentleman, scattata il 16 febbraio scorso a Cassano
alla Jonio contro il clan degli zingari, una delle 'ndrine calabresi.
Con addentellati nel Metapontino. Da una parte gli uomini della
Guardia di finanza della Compagnia del centro jonico consegneranno
alla Procura di Matera i reperti acquisiti nel corso delle
perquisizioni condotte in casa degli arrestati. Dall'altra i
difensori si recheranno al tribunale di Catanzaro per acquisire gli
atti dell'inchiesta. Ma andiamo con ordine. Gli inquirenti che hanno
condotto le indagini, tra cui il pm di Matera Alessandra Susca, hanno
scoperto un traffico di droga che dal Sud America e dall'Albania
giungeva fino in Calabria con molti carichi che attraversavano la
Statale 106. Alcuni intercettati dai finanzieri di Policoro.
Trentatre persone, pertanto, sono state destinatarie di fermi su
ordine della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. Tra
questi fermi, due sono stati eseguiti a Policoro, quello di
Giambattista Serio, 38 anni, e di Giacomo Solimando, 50 anni,
fratello di Filippo, nato nel centro jonico ma residente a Corigliano
Calabro. Filippo Solimando e Luigi Abbruzzese, per i magistrati,
avrebbero soggiogate la “locale” di Corigliano e la ‘ndrina
degli zingari di Cassano allo Ionio. Il terzo arresto eseguito nel
Metapontino è stato quello di Arben Zela, 32 anni, avvenuto a
Bernalda. Per quest'ultimo, però, il gip, Rosa Bia, dopo
l'interrogatorio di garanzia, ha convalidato il suo arresto ma ne ha
ordinato la remissione in libertà. Non altrettanto per Serio e
Solimando, detenuti a Matera. E tra gli indagati vi è Gerardo
Schettino, di Scanzano Jonico, ex carabiniere, detenuto a Santa Maria
di Capua Vetere per una sentenza passata in giudicato. Quale il ruolo
nella “Gentleman” dei “lucani” considerando Filippo Solimando
“calabrese”? Intanto va precisato che l'indagine di Catanzaro ha
avuto origine da Policoro. E' stata la Guardia di finanza del centro
ionico a bloccare molti carichi di droga destinati alla 'drina di
Cassano. Sono stati proprio quei sequestri a far allargare il raggio
sino alla Calabria. Così, oggi, probabilmente, i “baschi gialli”
di Policoro consegneranno alla Procura di Matera per ulteriori
accertamenti i reperti sequestrati a casa di Solimando e Serio. Si
tratta di documenti prelevati nell'abitazione del primo e di reperti
archeologici, armi e munizioni, acquisiti a casa del secondo.
LE INDAGINI
PERQUISIZIONI DIOMICILIARI
Nel corso delle
esecuzioni dei provvedimenti di fermo con le accuse di traffico di
armi e droga eseguiti nel Metapontino nell'ambito dell'Operazione
gentleman gli uomini della Guardia di finanza del centro jonico hanno
eseguito anche contemporaneamente perquisizioni domiciliari. Così,
sono stati rinvenuti una pistola in dotazione dell'esercito
americano; una pistola a forma di penna; una rivoltella calibro 32,
carica e, quindi, pronta all'uso. Le tre armi, sequestrate, avevano
la matricola abrasa. Acquisito anche svariato munizionamento (calibro
32, 7.65, 3.57 magnum, 38 SPL e calibro 12 per fucile); una carabina;
88 grammi di cocaina custodita in barattoli di vernice; quattro
bilancini di precisione. Poi, il capitolo “reperti archeologici”.
Rinvenuti svariati reperti risalenti al V secolo avanti Cristo, in
metallo ed in terracotta, tra i quali spicca un'anfora in ceramica
con decorazioni dipinte a mano. Sequestrata, infine, copiosa
documentazione attestante l'attività dell’organizzazione in cui
erano inseriti i soggetti destinatari del provvedimento restrittivo.
COCAINA ED
EROINA DALL'EST EUROPEO
La Gazzetta del
mezzogiorno lo aveva scritto a più riprese: “La droga dell'Est
sequestrata dalla Guardia di finanza sulla Statale 106 Jonica è
della 'ndrangheta”. Gli investigatori, in occasione di quei
sequestri, ovvio, non si lasciavano sfuggire indicazioni precise. Ma
sono stati proprio quei sequestri il principio dell'Operazione
gentleman che sette giorni fa ha dato un duro colpo, secondo le forze
dell'ordine e la magistratura, al clan degli zingari di Cassano allo
Jonio ed alla 'ndrina di Corigliano Calabro. “Sugli scudi –
scrisse la Gazzetta il 9 maggio dello scorso anno – la Guardia di
finanza della Compagnia di Policoro nello stop alla droga che
dall’Est viaggia verso la Calabria. Dall’11 febbraio scorso sino
a due giorni fa, le Fiamme gialle, sempre sulla 106 Jonica e sempre
con l’ausilio di unità cinofile, hanno sequestrato, in quattro
distinte operazioni, 4 kg di cocaina e 37 di eroina per un valore di
mercato di 5.800.000 euro. Sono stati arrestati, altresì, 4
narcotrafficanti, di cui 3 stranieri, e sequestrati 4 veicoli
opportunamente trasformati. Ma di chi è la droga che viaggia dalla
Puglia alla Calabria? Da questo fronte delle indagini non trapela
nulla. Ma sono molte le piste che portano alla ‘ndrangheta. Di
sicuro c’è longa manus della criminalità organizzata dietro alla
movimentazione di ingenti quantitativi di stupefacenti”. Ipotesi
ora confermata dalla magistratura. Con la conferma anche dei
“controllori” di stanza nel Metapontino su viaggi e traffici. Il
7 maggio 2014, l'ultimo sequestro di un ingente quantitativo di
eroina, ben 21 kg divisi in 40 panetti che un corriere di nazionalità
albanese doveva consegnare in Calabria. Ma non aveva fatto i conti
con la Guardia di finanza di Policoro che era diventata un autentico
spauracchio per i trafficanti.
I COMMENTI.
IL SINDACO DI SCANZANO J., IACOBELLIS, E DON COZZI DI LIBERA
STORIA DI UNA INFILTRAZIONE DENUNCIATA
DA TEMPO
“ 'Ndrangheta
e Metapontino? L'avevamo già detto”. Così, all'unisono, pur se
intervistati separatamente, il sindaco di Scanzano Jonico, Salvatore
Iacobellis (Pd), e don Marcello Cozzi (vicepresidente nazionale di
Libera). Iacobellis è il primo cittadino del comune da anni al
centro di attacchi incendiari notturni ad imprese
dell'agroalimentare, dell'edilizia e del commercio, condotti con il
modus operandi del racket delle estorsioni: “Ho già detto nel 1998
che la 'ndrangheta è interessata al Metapontino. Oggi i dati
investigativi provenienti dalla Calabria con l'Operazione gentleman
confermano la mia ipotesi. Il connubio tra i capi dei clan calabresi
e personaggi dell'arco jonico lucano è dimostrato nei fatti. Almeno
nella ricostruzione fatta dagli inquirenti. Gli esponenti della
malavita locale in rapporto con quelli della 'ndrangheta sono oggi
sotto gli occhi di tutti”. Questo sul versante calabrese. Su quello
pugliese, invece, il sindaco ha ricordato l'inchiesta “Neve
tarantina” in cui la Direzione distrettuale antimafia di Lecce ha
messo sotto accusa malavitosi di Scanzano Jonico in connubio con la
Sacra Corona unita. Insomma, il Metapontino terra di conquista per le
cosche delle regioni vicine. Così, don Cozzi: “Mi stupisco che ci
sia qualcuno che si stupisca della recente operazione condotta dalla
Dda di Catanzaro che coinvolge, con le cosche della 'ndrangheta di
Cassano Allo Jonio, esponenti del Metapontino. Tra Calabria e
Basilicata non possiamo immaginare l'esistenza di un confine
geografico che blocchi i traffici. Non c'è nessun confine. Sono 50
anni che parliamo di rapporti stretti tra mala calabrese e lucana. Ci
preoccupa, tuttavia, che ci siano stati arrestati ed indagati di
Policoro e Scanzano Jonico nella “Gentleman”. La gente del posto
dovrebbe parlare. Invece sta zitta per paura. Io spero che la Procura
di Matera si renda conto che è ora di finirla con la storia dei
quattro ladri di galline e dei fuocherelli notturni. Si indaghi a
fondo sugli incendi dolosi e si mettano sotto controllo quanti sono
stati rimessi in libertà dopo condanne per 416 bis”.