CORTE
DEI CONTI. I FATTI RISALGONO AL 2003. TECNICO E DIPENDENTE DELLA
PROVINCIA DI POTENZA
LA
GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 26.2.15
La
Corte dei conti, Sezione seconda giurisdizionale centrale, ha
respinto gli appelli di Luigi Zirpoli, Rosa Lovaglio e Domenico
Antonio Santoro, contro la sentenza della Sezione della corte
contabile della Basilicata emessa il 10 marzo 2008. Sentenza relativa
a pagamenti gonfiati delle trascrizioni di espropri avvenuti negli
anni 2003 e 2004. Zirpoli era, all'epoca dei fatti, dipendente della
Provincia di Potenza. Lovaglio, tecnico convenzionato dello stesso
ente. Santoro era il responsabile dell'Unità di edilizia civile e
patrimonio. “Pertanto – si legge nel dispositivo - per
l'infondatezza di loro appelli, è stata confermata la condanna di
Zirpoli e Lovaglio, con il vincolo della solidarietà, a pagare alla
Provincia 275.740,96 euro più rivalutazione monetaria ed interessi.
Santoro,
invece, risarcirà un danno di 13.787,05 euro. Il
geometra Zirpoli dovrà versare all'ente altri 1.300 euro per aver
trattenuto, dopo il pensionamento del 1° febbraio 2005, il personal
computer assegnatogli in ufficio”. Fu la Procura regionale il 26
giugno 2007 a chiamare in giudizio Zirpoli, Lovaglio e Santoro,
chiedendone la condanna per 275.740,96 e per 1.300 euro. Il primo
importo venne chiesto per l’80% a Zirpoli e Lovaglio e per il 20% a
Santoro. I 1.300 euro vennero contestati solo a Zirpoli. La Procura
evidenziò che, a seguito di segnalazione di Santoro, erano state
effettuate indagini dalla Guardia di Finanza sulle spese sostenute
per la trascrizione degli atti di esproprio nel biennio 2003 / 2004.
Da tali indagini emerse che erano state prelevate dalle casse somme
maggiori rispetto a quelle necessarie per la trascrizione con un
danno di circa 275.000 euro. “Il danno – è riportato in sentenza
- venne imputato al comportamento truffaldino posto in essere dal
dipendente Zirpoli e dal tecnico convenzionato Lovaglio, nonché alla
omissione di vigilanza del dirigente dell’area Santoro”. La tesi
accusatoria venne fatta propria dalla Sezione regionale della
Basilicata che addebitò a Santoro una quota di danno pari al 5% e
lo condannò a pagare 13.787,05 euro in via sussidiaria. La stessa
Sezione condannò Zirpoli e Lovaglio, in solido, al risarcimento
dell’intero danno di euro 275.740,96. Condannò, inoltre, Zirpoli
al risarcire all'ente intermedio i 1.300 euro del pc. Il tutto con
rivalutazione monetaria e interessi. Contro la sentenza i tre
condannati proposero altrettanti appelli respinti, però, dalla
Sezione seconda giurisdizionale centrale presieduta da Stefano
Imperiali.
DOPO 15 ANNI
LA
GIUSTIZIA “LUMACA”
Quando
si dice che la magistratura, in Italia, sia oltremodo lentissima. Nel
caso in specie trattiamo della magistratura contabile. Vi sembran
pochi, per esempio, circa 15 anni dal verificarsi di un ”fatto”
per la definizione di un giudizio? La sentenza definitiva di appello
di cui ci occupiamo oggi, quella sulle trascrizioni di espropri
gonfiati alla Provincia di Potenza, riguarda eventi verificatisi nel
biennio 2003 – 2004 da cui scaturirono indagini che fecero emergere
un danno erariale di circa 275.000 euro. Spesso, per la “lontananza”
delle questione trattate, abbiamo enormi difficoltà ad indicare
ruoli e compiti dei soggetti interessati. Tanto da essere costretti a
precisare, nei vari casi, che si tratta del tecnico, del dirigente,
del direttore generale, del sindaco, dell'assessore, del consigliere
provinciale o regionale, in carica all' “EPOCA DEI FATTI”. Fatti,
e personaggi, a volte, dimenticati dall'opinione pubblica pur se, al
loro esplodere, fecero, magari, enorme scalpore. Si, sono veramente
troppi, anche per la Corte dei conti, 15 anni per definire in
giudizio.
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