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IL COLPO DI PISTOLA INESPLOSO, LA PENNA BIRO ROSSA, IL FOGLIO A4 BIANCO |
LA GAZZETTA DEL
MEZZOGIORNO 12.2.19
SCANZANO JONICO –
“A quel
giornalista stanotte facciamo il servizio”. Nell'ordinanza del gip
del tribunale di Potenza, Rosa Maria Verrastro, sull'operazione
antimafia del 4 ottobre scorso “Centouno”, è ricostruito
l'attacco al cronista della Gazzetta, Filippo Mele. Indagati di
minaccia aggravata sono Giuseppe Schettino (figlio di Gerardo, l'ex
carabiniere che la Procura di Potenza ritiene a capo dell'omonimo
clan), il polacco Mateusz Jakub Wilk, Leonardo Rocco Iannuzziello,
Giuseppe Capece e Daniele Marone. “Il 18 settembre 2018 – si
legge nel documento - il sindaco di Scanzano rilasciava un'intervista
a Mele in cui questi auspicava l'individuazione dei responsabili
degli episodi criminosi accaduti sottolineando il clima di omertà
ingenerato nei cittadini. Le affermazioni di Mele suscitavano la
reazione di Domenico Porcelli che pubblica un post sulla pagina
Facebook “Sei di Scanzano se...”. Si apriva, così, un
(apparentemente) civile scambio di opinioni tra il giornalista che
affermava il proprio pensiero ed il Porcelli che, con riferimento
alle indagini a carico di Gerardo Schettino, criticava il lavoro
della Procura definendo le affermazioni del procuratore capo delle
fake news”. Il 4 ottobre, ecco l'Operazione Rusca, con Gerardo
Schettino e Porcelli finiti in carcere e con Giuseppe Schettino ai
domiciliari. “Mele – continua il gip – aveva modo di dare
risalto alla notizia su La Gazzetta”. Il 10 ottobre la minaccia nei
suoi confronti con una penna bic rossa ed un proiettile inesploso ed
uno squarcio nella tettoia della sua casa di campagna. “Il
giornalista ricollegava l'episodio a quanto da lui descritto sul suo
giornale e riferiva che un amico, il 9 ottobre, gli aveva segnalato
che sul profilo di Marone (soggetto vicino a Porcelli) era comparsa
la scritta: chi cammina a braccetto con gli infami carabinieri e i
cornuti come loro? I giornalisti”. Ma chi sono, per gli inquirenti,
i mandanti e gli esecutori? Nell'ordinanza si precisa che la loro
individuazione è stata possibile grazie ad intercettazioni
ambientali: “Dalle conversazioni è evidente che Giuseppe
Schettino, Wilk e Iannuzziello, commentavano gli articoli di Mele e,
dopo essersi espressi con commenti denigratori su di essi, Schettino
impartiva a Wilk e Iannuzziello e per tramite di quest'ultimo a
Capece, un ordine: Oh, ricordati poi...stanotte. Vai la... Facciamo
sto servizio. Lo metteva a destra... lo vedi? Di fatto emergeva che
gli autori dell'atto intimidatorio posizionavano un petardo sulla
tettoia (lato destro) della casa di Mele facendolo esplodere”.
Insomma per il gip Verrastro il mandante dell'attacco è stato
Giuseppe Schettino mentre Wilk e Iannuzziello gli esecutori. La sua
conclusione: “Si ritiene sussistere la gravità indiziaria per
tutti gli indagati ad eccezione di Capece (non è consentito desumere
che egli abbia preso parte all'episodio) e di Marone, la cui
esternazione non pare sufficiente ad attribuirgli il dolo di
concorrente nel reato, neanche nella forma della istigazione”.
(ARTICOLO NON FIRMATO ATTRIBUIBILE A REDAZIONE MATERA)
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