LA GAZZETTA DEL
MEZZOGIORNO 17.3.19
POLICORO – “La prima
sezione penale della Corte di Cassazione, venerdì scorso – ha reso
noto ieri l'avvocato Pietro Damiano Mazzoccoli - ha annullato la
sentenza della Corte di appello di Potenza contro quelli che la
stampa aveva definito “Amanti diabolici”, tra cui il mio
assistito, l'avvocato Michele Sellitri, accusato di tentato omicidio,
rinviando il processo al tribunale di Salerno”. Così il legale,
difensore del suo collega finito in una delle storie giudiziarie che
più hanno fatto discutere in Basilicata, ha informato del
pronunciamento della Suprema corte. Pronunciamento che riguarda anche
la coimputata di Sellitri, Teresa D'Alessandro, accusata di concorso
morale in tentato omicidio, difesa a Roma dal professor Giovanni
Aricò e da Giuseppe Modesti. Deluso della sentenza, invece, Mario
Salerno, parte lesa, di Policoro, direttore di una scuola di
formazione, ex marito della D'Alessandro, direttrice di una scuola
similare anche lei. “La Cassazione – ha continuato Mazzoccoli -
ha accolto i ricorsi della difesa ed ha annullato la condanna a 10
anni di reclusione inflitta sia in primo sia in secondo grado ai due
imputati. Per il collegio difensivo si tratta di una sentenza
importante poiché i giudici hanno dimostrato di essere entrati nel
merito. Io ho sostenuto che non si conciliavano un tentativo di
omicidio con quattro giorni di prognosi della vittima e che non era
stata prodotta alcuna perizia medico-legale in cui si confermavano
come causate da un'auto le lesioni presentate dal Salerno. Nè vi era
una perizia tecnica che dimostrava trattarsi in effetti di un
investimento. Insomma, le condanne si fondavano su una istruttoria
totalmente carente”. E Salerno? “La giustizia italiana non è
una cosa seria. La Cassazione ha rinviato tutto alla Corte di appello
di Salerno con la prescrizione che incombe. Anche in caso di nuova
eventuale condanna vi sarebbe il nuovo ricorso a Roma, in Cassazione.
A questo punto io chiedo: chi ha commesso il misfatto nei miei
confronti? Ci sono voluti 11 anni dalla data dell'investimento di cui
fui vittima, a Potenza, per la sentenza di primo grado e 18 per il
pronunciamento di venerdì scorso. Volevo giustizia. Non l'avrò
affatto”. Ricordiamo che il tentato omicidio al centro del processo
avvenne nel capoluogo di regione, in viale Dell’Edilizia, il 9
gennaio 2003. Dopo le indagini sul caso condotte dai carabinieri
della Compagnia di Policoro furono imputati Sellitri, che avrebbe
guidato l'auto investitrice, e D’Alessandro.
LA PROTESTA DI MARIO SALERNO |
I
TEMPI DEL PROCESSO DAL PRIMO GRADO ALLA CASSAZIONE. LA PROTESTA DI
MARIO SALERNO, IL 24 GENNAIO DEL 2014, CONTRO I RITARDI DELLA
MAGISTRATURA
POLICORO – “Basta.
Undici anni per avere giustizia sono troppi. Parcheggerò la mia
Skoda Octavia tappezzata di manifesti ed articoli della Gazzetta
davanti al Tribunale di Potenza. Non ne posso proprio più”. Così
si sfogò il 24 gennaio 2014 annunciando la sua protesta Mario
Salerno, direttore di una scuola di formazione professionale, prima
di una delle udienze del processo per il tentato omicidio nei suoi
confronti avvenuto nel capoluogo di regione, il 9 gennaio 2003.
Imputati, Antonio Sellitri, avvocato, e Teresa D’Alessandro, ex
moglie di Salerno e direttrice di una scuola di formazione anche lei.
Il primo con l'accusa di tentato omicidio; la seconda di concorso
morale in tentato omicidio. “Vi sembra giusto – disse la parte
lesa - che a distanza di un decennio un processo per tentato omicidio
sia ancora al primo grado? No, non ci sto”. Così, il primo
giudizio, con la condanna dei due imputati a 10 anni di reclusione,
fu definito nel corso del 2014; l'appello, con la conferma della
sentenza di primo grado, il 6 ottobre 2017; il pronunciamento della
Corte di Cassazione con l'annullamento della decisione della Corte
d'appello di Potenza ed il rinvio a Salerno venerdì scorso.
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