Donato Nardiello, a sx, in sit in di protesta |
SCANZANO JONICO -
“L'inerzia della Regione sulle attività petrolifere interessate
alla Basilicata mette a rischio il nostro territorio”. Lo ha
dichiarato Donato Nardiello, presidente dell'associazione
ambientalista ScanZiamo le scorie, sostenendo che “la nostra reale
ricchezza non è il petrolio ma l'ambiente con la sua bellezza e le
sue qualità. Per questo è necessario fermare l’attività
estrattiva prima che comprometta lo sviluppo. Il petrolio non si
concilia con le produzioni agricole di eccellenza ed il turismo ma
genera uno sviluppo distorto che va ostacolato. La Regione deve
opporsi con ogni mezzo alle nuove e vecchie attività di ricerca.
Accompagnato dal coro di “bella ciao” e dal presidente della
Puglia, Michele Emiliano, sul lungomare di Policoro, il presidente
Marcello Pittella disse che si sarebbe impegnato con forza per
fermare le trivelle di mare e di terra. Dov’è finita quella forza?
Oggi il risultato è che siamo circondati. Ci sono richieste di nuovi
permessi di ricerca delle compagnie petrolifere dappertutto”. Cosa
fare? Nardiello: “Al fine di garantire la salute umana e la tutela
dell’ambiente è necessario rendere limpide e trasparenti le
informazioni relative all’attività estrattiva. Non è possibile
che la Regione abbia gli strumenti per effettuare un reale
monitoraggio in materia e non li utilizzi. Basta andare sul sito
internet dell’Osservatorio ambientale “Val D’Agri” per capire
la situazione. La sezione online dell’Osservatorio sulla produzione
e le royalties non offre alcun dato, è sempre in aggiornamento.
Quella sul monitoraggio delle acque superficiali e di re-iniezione
sono inaccessibili. Perché avere un sito che non offre informazione
e trasparenza? Su questo importante strumento aspettiamo risposte
urgenti dal presidente Pittella”.
Nessun commento:
Posta un commento