venerdì 1 maggio 2020

ASM. L'ASSISTENZA DOMICILIARE AL TEMPO DEL COVID-19

MARIAGRAZIA PACE, MEDICO PALLIATIVISTA
IL MEDICO PALLIATIVISTA MARIAGRAZIA PACE: “OGNI GIORNO UN PICCOLO ESERCITO DI MEDICI, INFERMIERI, AUSILIARI, TERAPISTI, SI MUOVE SUL TERRITORIO PROVINCIALE PER ASSISTERE PAZIENTI FRAGILI. PROPRIO IN QUESTA DRAMMATICA PANDEMIA TUTTI DICONO DI VOLER POTENZIARE I SERVIZI SANITARI A CASA DEGLI ASSISTITI. SERVIZI BEN ACCETTI DALLE FAMIGLIE. MA SERVONO ATTI CONCRETI”. CON  VIDEOINTERVISTA SULLA PAGINA FACEBOOK FILIPPO MELE GIORNALISTA CLICCANDO SUL LINK IN CODA ALL'ARTICOLO

POLICORO – Quale è lo “stato di salute” dell'Assistenza domiciliare integrata (Adi) nel territorio gestito dalla Azienda sanitaria del Materano (Asm) dopo due mesi di pandemia da Coronavirus? Abbiamo posto questa ed altre domande sull'argomento al Mariagrazia Pace, medico palliativista per conto della ditta appaltatrice del servizio Adi, la cooperativa Auxilium.
Ecco il testo dell'intervista.

La medicina sul territorio nel corso della pandemia in atto ha subito contraccolpi?
"No. Anzi, si è capito dell'importanza e della necessità di una medicina territoriale di cui i pazienti fragili che seguiamo hanno sempre più necessità". 

Spieghiamo, intanto, che le cure a domicilio sono gestite dal Distretto, che fa da coordinatore, con i medici di famiglia, gli specialisti come lei, gli infermieri, gli ausiliari, i terapisti della riabilitazione. Un piccolo esercito che ogni giorno va sul territorio per assistere circa 250 persone. Quale tipo di pazienti seguite?
"Pazienti fragili che hanno il domicilio come situazione migliore per essere seguiti da noi. In sicurezza. Chi viene dimesso in questi giorni da un ospedale può andare in Adi solo se ha praticato il tampone per il Covid-19. Questo fa evincere la stretta correlazione tra la nostra coop Auxilium; l'Unità operativa “Coordinamento assistenza domiciliare e palliativa” della Asm, diretta dalla dottoressa Maria Maddalena Frangione; ed i vari Distretti. Quello di Policoro, ad esempio. è diretto dalla dottoressa Pina Velluzzi".

E' gradito il vostro servizio? Noi sappiamo che i pazienti quando sono in condizioni di gravità preferiscono essere curati a casa. Voi avete questa sensazione di soddisfazione per le vostre prestazioni?
"Assolutamente si. Io mi occupo della dignità nel fine vita poiché sono specialista in terapia palliative. Credo che siano la propria abitazione e la propria famiglia il posto e la situazione migliore per la fase più critica della nostra esistenza".

Qualche criticità, però, c'è anche in questo servizio. Ad esempio: servirebbe maggior coordinamento tra Distretto, medici di medicina generale e quanti operano sul territorio. Poi servirebbero molti più specialisti (fisiatra, neurologo, otorino, dermatologo, dietologo, ed altri ancora) che non il solo palliativista, come lei, ed il chirurgo, per potenziare la medicina domiciliare.
"Si. Questa esperienza drammatica del Covid-19 fa capire come bisogna puntare molto più sul territorio. E' qui che si gestiscono meglio alcune emergenze sanitarie come la pandemia in atto". 

Già. Oggi tutti, politici, sindacalisti, economisti, dicono che occorre potenziare la medicina domiciliare. Mi può dare alcuni esempi concreti di come di potrebbe effettuare questo potenziamento?
"Incrementare le figure specialistiche a disposizione senza costringere questi ammalati gravi a recarsi per controlli in ospedale. E la collaborazione con i medici di famiglia è indispensabile".

Lei è uno dei pochi medici palliativisti di tutta la Basilicata. In pratica, si occupa di persone a cui si curano i sintomi e non più la malattia di base. Prepara anche psicologicamente i familiari ad un evento infausto. Dopo due mesi di chiusura in casa ci sono persone con insonnia, ansia, depressione. Lei che usa parole di fiducia cosa può dire a chi ci legge ed ascolta ed è impegnato in questa dura lotta contro il famigerato virus?
"Dico che insieme ce la possiamo fare. La prudenza ci deve contraddistinguere in questa seconda fase della pandemia che sta per cominciare. La speranza è che presto si torni alla normalità".

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