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In tutto 498.100 le morti premature dovute all'esposizione a
poveri sottili, biossido di azoto e ozono nei 41 Paesi europei compresi
nello studio dell'Agenzia. In Italia, in termini assoluti, si sono
registrate 58.600 morti premature per polveri sottili, 14.600 per
biossido di azoto e 3.000 a causa dell'ozono. Poco incoraggianti anche i
dati riguardanti gli anni di vita persi per 100.000 abitanti. In
particolare per il biossido di azoto nel nostro Paese gli anni di vita
persi sono oltre il doppio rispetto alla media UE. IL RAPPORTO
17 OTT - Nei 41 paesi del continente europeo si sono
registrati, nel 2016, 412.000 decessi prematuri attribuiti
all'esposizione a PM2,5 (polveri sottili), 71.000 a causa del NO²
(biossido di azoto) e 15.100 per l'O³ (ozono). Prendendo invece in
considerazione l'Unione Europea a 28 Paesi, i decessi prematuri
attribuiti all'esposizione alle polveri sottili, biossido di azoto e
ozono sono, rispettivamente, di 374.000, 68.000 e 14.000. Questi
alcuni dei dati raccolti e analizzati dall'Agenzia europea per
l'ambiente (Aea) nel rapporto annuale sulla qualità dell'aria.
Nei
41 Paesi del continente europeo sono 4.223.000 gli anni di vita persi
attribuibili all'esposizione alle polveri sottili, 707.000 quelli
causati dal biossido di azoto e 147.000 quelli per l'ozono. Passado
poi ad analizzare l'Europa a 28 Paesi, gli anni di vita persi causati
dall'esposizione alle polveri sottili, al biossido di azoto e
all'ozono sono, rispettivamente, 3.848.000, 682.000 e
137.000.I maggiori impatti sulla
salute in termini di decessi prematuri e anni di vita persi
attribuibili alle polveri sottili sono stimati per i paesi con le più
grandi popolazioni, come Germania, Italia, Polonia, Francia e Regno
Unito. Tuttavia, in termini relativi,
quando si considera gli anni di vita persi per 100.000 abitanti, si
osservano gli impatti maggiori nei paesi dell'Europa centrale e
orientale dove si hanno anche le concentrazioni più elevate, vale a
dire Kosovo, Serbia, Bulgaria, Albania e Macedonia settentrionale.
Gli impatti più bassi si registrano invece nei paesi situati
nel nord e nel nord-ovest dell'Europa, vale a dire Islanda, Norvegia,
Svezia, Irlanda e la Finlandia.Per
quanto riguarda l'esposizione al biossido di azoto, le peggiori
conseguenze si sono registrate in Italia, Germania, Regno Unito,
Spagna e Francia. Se si considera gli
anni di vita persi per 100.000 abitanti, i tassi più alti si trovano
a Monaco, in Grecia, in Italia, in Serbia, a Cipro e nel Regno
Unito.Infine, per l'ozono, i
paesi con i maggiori impatti sono Italia, Germania, Spagna, Francia e
Polonia; mentre i paesi con i più alti
tassi di anni di vita persi per 100.000 abitanti sono Grecia,
Albania, Monaco, Kosovo, Italia e Montenegro. Gli impatti più bassi
si hanno in Andorra, Islanda e Irlanda.Analizzando
più nel dettaglio i risultati dell'Italia si può notare come, in
termini assoluti si siano registrate 58.600 morti premature per
polveri sottili, 14.600 per biossido di azoto e 3.000 a causa
dell'ozono. Dati poco incoraggianti che
vengono confermati anche dai numeri registrati sugli anni di vita
persi per 100.000 abitanti. In questo caso l'Italia conta 908 anni di
vita persi a causa delle polveri sottili, rispetto ad una media di
800 anni per l'Europa a 28 Paesi e di 900 anni prendendo in
considerazione l'Europa a 41 Paesi. Anche per quanto riguarda il
biossido di azoto, il nostro Paese si attesta a 227 anni di vita
persi per 100.000 abitanti. Un numero più che doppio rispetto al
dato medio di 100 anni di vita persi registrato sia nell'Europa a 28
Paesi che in quella a 41 Paesi. Infine, a causa dell'ozono, si
registrano in Italia 48 anni di vita persi rispetto ad una media di
30 anni ell'Europa a 28 Paesi che in quella a 41
Paesi.
Giovanni Rodriquez
17
ottobre 2019
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