TUTTE LE DOMANDE E TUTTE LE RISPOSTE SUI SIERI ANTICORONAVIRUS COME ELABORATE DALL'AIFA, L'AGENZIA ITALIANA DEL FARMACO. L'ORGANISMO CHE DA' IL VIA LIBERA ALL'USO UMANO DI MEDICINE E, QUINDI, ANCHE DEI VACCINI, HA ELABORATO UNO STRUMENTO AGILE PER RISPONDERE A TUTTI I VOSTRI INTERROGATIVI SULLE VACCINAZIONI CONTRO IL COVID-19. PROVARE PER CREDERE. AGGIORNAMENTO ALLA DATA ODIERNA. DI SEGUITO LE RISPOSTE ALLE TUE DOMANDE
AIFA Agenzia Italiana del Farmaco
DOMANDE E RISPOSTE
Vaccini COVID-19
28 aprile 2021
DOMANDE E RISPOSTE SUI VACCINI COVID-19
INFORMAZIONI GENERALI SULLA VACCINAZIONE PER COVID-19
A partire da dicembre 2020, l’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) ha raccomandato il rilascio provvisorio di autorizzazioni all’immissione in commercio condizionate per i vaccini COVID-19. L’AIFA recepisce le decisioni europee, autorizzando l’impiego di questi vaccini sul territorio nazionale.
1. Quale meccanismo di funzionamento hanno i vaccini anti COVID-19?
Il coronavirus SARS-CoV-2, responsabile della
patologia ad esso associata COVID-19, utilizza una proteina
(denominata ‘Spike’) che sporge dal suo involucro per
penetrare nelle cellule umane, in cui poi si riproduce. I vaccini
attualmente disponibili sono stati messi a punto per indurre una
risposta immunitaria in grado di bloccare la proteina Spike e di
impedire quindi al virus di infettare le cellule.
Questi
vaccini introducono in alcune cellule dell’organismo umano non
il coronavirus SARS-CoV-2 ma l’informazione genetica necessaria
per produrre, per un breve tempo, la proteina Spike.
La
presenza di questa proteina estranea stimolerà il sistema
immunitario a reagire contro di essa producendo anticorpi che,
legandosi alla proteina Spike, impediranno al virus di entrare
dentro le cellule e di infettarle. La presenza della proteina
Spike estranea attiverà anche i linfociti T che guidano la
produzione degli anticorpi e che uccidono le cellule infettate dal
virus.
Alcuni di questi linfociti sopravvivono per vari mesi
(‘linfociti memoria’) e permettono al sistema immunitario
della persona immunizzata di attivare rapidamente una formidabile
reazione contro una eventuale invasione di SARS-CoV-2.
2. La sperimentazione è stata abbreviata per avere presto questi vaccini?
Gli studi che hanno portato alla messa a punto dei vaccini COVID-19 non hanno saltato nessuna delle fasi di verifica dell’efficacia e della sicurezza previste per lo sviluppo di un medicinale, anzi, questi studi hanno visto la partecipazione di un numero assai elevato di volontari, circa dieci volte superiore a quello di studi analoghi per lo sviluppo di altri vaccini. La rapida messa a punto e approvazione si deve alle nuove tecnologie, alle ingenti risorse messe a disposizione in tempi molto rapidi e a un nuovo processo di valutazione da parte delle Agenzie regolatorie, che hanno valutato i risultati man mano che questi venivano ottenuti e non, come si faceva precedentemente, solo quando tutti gli studi erano completati.
3. Quanto dura la protezione indotta da questi vaccini?
La durata della protezione non è ancora definita con certezza perché fino ad ora il periodo di osservazione è stato necessariamente di pochi mesi, ma le conoscenze sugli altri tipi di coronavirus suggeriscono che dovrebbe essere di almeno 9-12 mesi.
4. Le persone vaccinate possono trasmettere comunque l’infezione ad altre persone?
Lo scopo degli studi registrativi era di valutare l’efficacia dei vaccini nel proteggere dalla malattia COVID-19. Gli studi per stabilire se le persone vaccinate, infettate in modo asintomatico, possano contagiare altre persone sono in corso. Poiché è possibile che, nonostante l’immunità protettiva, in qualche caso il virus possa persistere nascosto nella mucosa nasale, le persone vaccinate e quelle che sono in contatto con loro devono continuare ad adottare le misure di protezione anti COVID-19.
5. I vaccini proteggono solo la persona vaccinata o anche i suoi familiari?
I vaccini proteggono la persona vaccinata, ma se siamo in tanti a vaccinarci, potremmo ridurre la circolazione del virus e quindi proteggere anche le persone che non si vaccinano: la vaccinazione protegge chi si vaccina, ma contribuisce a proteggere anche la comunità in cui si vive.
6. Sono state segnalate varianti del virus SARS-CoV-2: i vaccini saranno efficaci anche verso queste varianti?
Con una certa frequenza questo virus va incontro a mutazioni. La risposta immunitaria indotta dal vaccino protegge contro la maggior parte di queste varianti anche se, verso alcune di queste, l’efficacia della protezione può essere più bassa.
7. Perché non è possibile scegliere il vaccino?
La vaccinazione anti COVID-19 è un diritto riconosciuto a tutti, tuttavia il rischio di infettarsi e sviluppare la malattia in forma grave non è lo stesso per tutte le persone e, attualmente, la disponibilità di dosi non è la stessa per tutti i vaccini. Perciò, proprio per garantire la massima equità di accesso, è necessario seguire il Piano strategico per la vaccinazione anti COVID-19 (Piano Vaccinale) elaborato dal Ministero della Salute.
I DESTINATARI DELLA VACCINAZIONE PER COVID-19
1. Chi ha diritto alla vaccinazione?
Tutte le persone residenti o stabilmente presenti sul territorio italiano, con o senza permesso di soggiorno, che rientrano nelle categorie periodicamente aggiornate dal Piano Vaccinale.
2. Chi ha già avuto un’infezione da COVID-19, confermata con test molecolare, può vaccinarsi?
Le persone che hanno avuto un’infezione da
SARS-CoV-2 confermata da test molecolare (o antigenico di terza
generazione), sia con sintomi sia senza sintomi, riceveranno
un’unica dose di vaccino somministrata dopo almeno 3 mesi, ma
non oltre 6 mesi dall’infezione. Al contrario, riceveranno le
due dosi, se si tratta di persone immunocompromesse o che seguono
una terapia immunosoppressiva.
Si sottolinea l'inutilità di
test sierologici o molecolari prima e dopo la vaccinazione.
3. Le persone che si infettano con SARS-CoV-2 dopo aver ricevuto la prima dose di vaccino devono ricevere la seconda dose?
Nelle persone con infezione da SARS-CoV-2 confermata da un test molecolare o antigenico dopo la prima dose di vaccino, l’infezione stessa rappresenta un potente stimolo per il sistema immunitario che si somma a quello fornito dalla prima dose di vaccino. Alla luce di questo e del fatto che l’infezione naturale conferisce una risposta immunitaria specifica per il virus, non è indicato somministrare a queste persone la seconda dose vaccinale. La vaccinazione parziale e la successiva infezione non precludono un eventuale richiamo della vaccinazione anti COVID-19 nel futuro, se i dati sulla durata della protezione immunitaria indicheranno questa necessità.
4. Come viene rilevata l’assenza di controindicazioni alla vaccinazione?
Prima della vaccinazione il personale sanitario pone alla persona da vaccinare una serie di semplici ma precise domande, utilizzando una scheda standardizzata e valuta se la vaccinazione possa essere effettuata o rinviata. Inoltre l’operatore verifica la presenza di controindicazioni o precauzioni particolari.
5. Chi sviluppa una reazione alla somministrazione del vaccino a chi lo può comunicare?
La segnalazione di una qualsiasi reazione alla somministrazione del vaccino può essere fatta al proprio medico di famiglia o a qualunque altro operatore sanitario, secondo il sistema nazionale di farmacovigilanza vigente. Inoltre, chiunque può segnalare in prima persona una reazione avversa utilizzando una delle modalità indicate sul sito AIFA. Per maggiori dettagli, si rimanda alle FAQ sulla farmacovigilanza sui vaccini COVID-19 e ai rapporti mensili sulle reazioni avverse.
6. Le persone che hanno presentato una reazione avversa grave, di tipo allergico o non allergico, alla prima somministrazione di uno dei vaccini disponibili contro COVID-19 possono ricevere la seconda dose?
NO, le persone con una storia di reazioni gravi, allergiche e non, alla prima dose, NON devono sottoporsi alla seconda dose, ma devono rivolgersi a un Centro di riferimento con esperienza sulle reazioni alle vaccinazioni, per un approfondimento specialistico.
NB. Per “reazione avversa grave” si intende che abbia richiesto ricovero ospedaliero o necessità di trattamento prolungato, o rappresentato un pericolo per la vita.
7. Le donne in gravidanza o che stanno allattando possono vaccinarsi con i vaccini anti COVID-19?
I dati sull'uso dei vaccini anti COVID-19 durante la gravidanza e in allattamento sono tuttora molto limitati, tuttavia studi di laboratorio su modelli animali non hanno mostrato effetti dannosi. In particolare, i vaccini non sono controindicati e non escludono a priori le donne in gravidanza dalla vaccinazione, perché la gravidanza, soprattutto se combinata con altri fattori di rischio come il diabete, le malattie cardiovascolari e l'obesità, potrebbe renderle maggiormente esposte a rischi in caso di malattia COVID-19 grave.
Per quanto riguarda l'allattamento al seno,
sebbene non ci siano ancora studi specifici, sulla base della
plausibilità biologica non è previsto alcun rischio che
impedisca di continuare l'allattamento al seno.
L'Istituto
Superiore di Sanità, attraverso il progetto ItOSS, sta
partecipando al dibattito nazionale e internazionale su questi
aspetti e ha recentemente pubblicato un documento (disponibile
qui)
con l’obiettivo di sostenere i professionisti sanitari e le
donne in gravidanza e allattamento nel percorso decisionale
riguardo alla vaccinazione. In generale, infatti, l'uso del
vaccino durante la gravidanza e l'allattamento dovrebbe essere
deciso in stretta consultazione con un operatore sanitario, dopo
aver considerato i benefici e i rischi.
8. Le donne in età fertile possono vaccinarsi con i vaccini anti COVID-19?
Gli studi effettuati sui modelli animali non indicano che vi siano effetti dannosi sulla capacità riproduttiva associati alla vaccinazione. Pertanto la vaccinazione è indicata anche nella donna in età fertile.
9. I bambini possono vaccinarsi con i vaccini anti COVID-19?
I vaccini disponibili non sono al momento autorizzati per persone con età inferiore a 16 anni (Comirnaty) e 18 anni (Moderna, Vaxzevria e Janssen).
CONDIZIONI PER LA VACCINAZIONE
N.B. Per ulteriori indicazioni per la gestione dei soggetti con allergie gravi, malattie autoimmuni e immunodeficienze, si consiglia di fare riferimento alle raccomandazioni delle Società Scientifiche periodicamente aggiornate.
1. Possono vaccinarsi le persone con malattie croniche, diabete, tumori, malattie cardiovascolari?
In caso di contagio da SARS-CoV-2, sono proprio queste le persone più a rischio di una evoluzione grave della patologia COVID-19; è importante, quindi, che effettuino la vaccinazione.
2. Possono vaccinarsi le persone con allergie respiratorie (rinite, congiuntivite, asma bronchiale)?
Le persone che soffrono o hanno sofferto di allergia respiratoria possono vaccinarsi, rimanendo in osservazione, come tutti, per 15 minuti dopo l’iniezione. L’eventuale trattamento antiallergico in corso non deve essere sospeso. In corso di immunoterapia specifica, il vaccino va somministrato con un intervallo di 48 ore.
3. Possono vaccinarsi le persone con asma bronchiale persistente grave?
Per chi soffre di asma bronchiale persistente grave ben controllato dalla terapia è raccomandata la vaccinazione con osservazione prolungata a 60 minuti. In caso di asma non controllato la somministrazione del vaccino va rinviata fino a quando la situazione clinica non sia di nuovo sotto controllo. Se il controllo dell’asma non viene raggiunto nonostante la terapia ottimale, il vaccino deve essere somministrato sotto controllo medico in ambiente protetto (ospedaliero) con osservazione per 60 minuti.
4. Possono vaccinarsi le persone con allergie alimentari?
Le persone con allergie alimentari possono vaccinarsi rimanendo in osservazione, come tutti, per 15 minuti dopo l’iniezione. Chi ha presentato in precedenza reazioni allergiche gravi (anafilassi) agli alimenti deve rimanere sotto controllo medico per 60 minuti.
5. Possono vaccinarsi le persone con allergie a farmaci o ai loro eccipienti?
Le persone con allergie ai farmaci possono vaccinarsi rimanendo in osservazione, come tutti, per 15 minuti dopo l’iniezione. Chi ha presentato in precedenza reazioni allergiche gravi (anafilassi) a farmaci deve rimanere sotto controllo medico per almeno 60 minuti. Le persone con sospetta allergia GRAVE agli eccipienti polietilenglicole (PEG), macrogol, polisorbato, prima di ricevere il vaccino COVID-19 devono essere indirizzate a uno specialista allergologo.
6. Possono vaccinarsi le persone con allergie da contatto (dermatiti)?
Le persone con una storia di dermatite da contatto possono vaccinarsi.
7. Possono vaccinarsi le persone con allergie al lattice?
Sì, perché tutti i vaccini COVID-19
attualmente in uso non contengono lattice. Tuttavia è necessario
informare il centro vaccinale che si è allergici al lattice in
modo tale che la vaccinazione venga effettuata con materiale latex
free. In caso di reazione allergica grave (anafilassi) da lattice
il tempo di osservazione dopo vaccinazione viene prolungato a 60
minuti.
8. Possono vaccinarsi le persone con mastocitosi?
Per la vaccinazione delle persone affette da mastocitosi si raccomanda, come avviene per i vaccini di routine, la copertura anti-istaminica per via orale da 1 giorno prima a 5 giorni dopo la vaccinazione, e di rimanere sotto controllo medico per almeno 60 minuti dopo l’iniezione. Se la persona ha manifestato ripetute anafilassi da fattori scatenanti diversi o da cause sconosciute (anafilassi idiopatica) deve essere vaccinata in ambiente protetto.
9. Possono vaccinarsi le persone con malattia celiaca o malattie autoimmuni organo-specifiche (es. tiroidite di Hashimoto)?
Le persone con malattia celiaca o malattie autoimmuni organo-specifiche possono vaccinarsi, in quanto queste patologie non costituiscono una controindicazione alla vaccinazione.
10. Possono vaccinarsi le persone con malattie autoimmuni o con una documentata immunodeficienza?
Le persone con malattie autoimmuni che non abbiano controindicazioni possono ricevere il vaccino. La terapia in corso può essere modulata in base alle indicazioni dello specialista che ha in cura il paziente. I dati relativi all’uso nelle persone immunodepresse (il cui sistema immunitario è indebolito) sono in numero limitato. Sebbene queste persone possano non rispondere altrettanto bene al vaccino, non vi sono particolari problemi di sicurezza. Le persone immunocompromesse possono essere vaccinate in quanto potrebbero essere ad alto rischio di sviluppare la patologia COVID-19.
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