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lunedì 24 febbraio 2020

LA COMMISSIONE ANTIMAFIA A SCANZANO J. LE PARTI LESE DAI RACKET ALZINO LA VOCE

IL COLPO DI PISTOLA INESPLOSO, LA PENNA BIC ED IL FOGLIO DI CARTA BIANCA RACAPITATIMI DAI CLAN IL 10 OTTOBRE 2018

  
IL MIO EDITORIALE SULLA PRIMA PAGINA DELLA GAZZETTA DI BASILICATA
Escano allo scoperto le parti lese della vicenda Scanzano Jonico. Si tratta del centro prima vittima di decine di attentati incendari, poi teatro di due operazioni della Direzione distrettuale antimafia (il 4 ottobre 2018, Rusca; il 4 febbraio 2019, Centouno, replicata il 26 settembre 2019), poi con il Comune sciolto il 21 dicembre scorso per infiltrazioni mafiose. L'occasione è la visita della Commissione parlamentare antimafia. Ma perchè questo appello? Perchè la Gomorra lucana attende ancora che molti dei taglieggiati parlino. Al contrario di altre parti lese. Come la stessa comunità abbandonata dallo Stato quando trasferì, mentre erano in corso gli attacchi dei clan, il Commissariato di Polizia a Policoro. Così la martoriata Scanzano J. non ha alcun presidio fisso delle forze dell'ordine con la promessa di una caserma dei carabinieri al di la da venire. E parte lesa è la società civile colpita dallo scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni della criminalità. Ma chi si è lasciato... infiltrare? Alla gente non servono gli omissis di cui è infarcito il decreto di scioglimento ma vuole nomi, cognomi, responsabilità civili e penali. Non omissis. A proposito il sindaco dimissionato, Raffaello Ripoli, ha annunciato un ricorso contro il provvedimento. E qui si sta col fiato sospeso. Niente è scontato. Se Ripoli avrà ragione allora lo Stato dovrà chiedere scusa a lui ed ai suoi Consiglieri. Se avrà torto allora lo stesso Stato dia precise responsabilità a chi è stato all'origine del provvedimento del presidente Mattarella. La terza parte lesa nota è il sottoscritto a cui ignoti, per aver scritto sulla Gazzetta dei racket di Scanzano, con nomi e cognomi non con gli omissis, è stato fatto oggetto nella notte del 10 ottobre 2018 del lancio di una bomba carta sul tetto della sua casa e nel recapito di una busta con un proiettile di pistola, un foglio di carta bianca ed una penna Bic rossa. Ed io ho già incaricaro un legale per costituirmi parte civile contro chi sarà ritenuto autore del vile attacco. Allora, quali altre parti lese debbono far sentire la loro voce? Quelle che non hanno mai parlato. Quelle degli imprenditori che hanno pagato il pizzo, che si sono prestati alle richieste indicibili dei clan, che hanno piegato la testa di fronte alla violenza, che hanno ubbidito per non subire ritorsioni. Basta! Nonostante tutto occorre avere fiducia nello Stato. No all'omertà. Così disse Paolo Borsellino: "Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola".

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